Buon Natale con i Magi 😇😇😇 Epifania 2020 🌟

Prima meditazione.
Dopo aver letto in rete in questi giorni un certo numero di articoli sull'Epifania, osservo che nei siti "generici" (intendo quelli non cattolici-confessionali) ci sono due modi di presentare le feste cristiane:

1. Descrivere la celebrazione come da calendario liturgico cattolico (in linea con la Sacra Scrittura o comunque con gli elementi di base del Catechismo).
[Fino all'anno scorso ho fatto anch'io così - ed è sempre utile fare informazione sui fondamentali.
Link per conoscere le basi della festa odierna qui ]

2. Fornire una spiegazione sociologica-antropologica della festa cristiana cercando di elencare tutti i presunti pregressi riti pagani (cioè le usanze pre-cristiane di festeggiamenti in determinati periodi dell'anno che secondo i rispettivi autori - solitamente opinionisti - potrebbero corrispondere a ciò che i cristiani intendono festeggiare con l'Epifania, come dire "i cristiani hanno copiato dai pagani, e adesso stanno continuando con una nuova superstizione". Con ciò si dà un giudizio abbastanza negativo sia sui pagani che sui cristiani.
Oppure, se viene dato un giudizio positivo, la storia è descritta come la poetica evoluzione delle umane credenze - senza particolari distinzioni tra prima di Cristo e dopo Cristo).

Ecco, quello che pochi sanno è che il punto di vista cattolico va oltre.
Il pensiero cattolico è sempre stato oltre quella dicotomia: come cattolici valorizziamo il punto 2 (laddove è valorizzabile) mentre esponiamo il punto 1 che è il fondamento reale della nostra fede.
[nota a scanso di equivoci: il fondamento reale è costituito da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Uno spartiacque non da poco. Anzi, l'unico vero spartiacque della storia dell'umanità].

L'eventualità che un'usanza pre-cristiana possa essere stata sostituita da una festa cattolica è... innanzitutto "roba cattolica". Non è una scoperta di un sociologo illuminista dell'altro ieri.
A parte il fatto ovvio che, nella storia umana, qualsiasi festa che arriva dopo può sostituire una qualche festa che c'era prima - qui si tratta anche di un'atteggiamento molto sano da parte dei cristiani. Questa attitudine profondamente cristiana - tipicamente e propriamente cattolica - spesso è ignorata (o addirittura disprezzata) da certi osservatori atei, da persone di fede diversa, e ahinoi talvolta da alcuni gruppetti neo-gnostici (abusivi) all'interno della Chiesa.

Esempio dell'attitudine cattolica:
se io da sempre sono ispirata dalla luce delle stelle... e ad un certo punto scopro che Cristo è la vera Luce dell'umanità (e quindi mi faccio battezzare e divento cristiana), da quel momento festeggerò Lui, e magari Lo festeggerò - grazie alla mia Chiesa - proprio il giorno in cui precedentemente ero solita festeggiare la luce delle stelle.
E, da cristiana, non smetterò di ammirare e di prendere ispirazioni dalla bellezza delle stelle.
Avendo chiara l'unica realtà (divina) veramente degna di essere festeggiata, i cattolici festeggiano tutto il resto come "in più", e non catalogandolo "in meno".

Un buon articolo che rappresenta l'atteggiamento cattolico di affrontare l'argomento può essere consultato qui di seguito su Aleteia. L'autore è don Marcello Stanzione che ci offre una sintesi [sono 2 paginette da cliccare in successione] dello studio del teologo Raymond Winling. Non è detto che sia il miglior studio storico in circolazione, ma è uno dei numerosi esempi di come il punto di vista cattolico include sempre la storia di una festa liturgica
https://it.aleteia.org/2020/01/03/festa-epifania-differenze-tra-paesi/


Seconda meditazione.
C'è anche un'altra dicotomia che in parte ci tocca come popolo cattolico. Ed è quella che tende a dividere il Natale dall'Epifania, come se fossero due feste abbastanza diverse.
Questo in parte è causato dall'influenza (supinamente accettata) della società moderna che vive le scadenze sul calendario con una modalità utilitaristica, consumistica: ogni festa chiede al consumatore di fare una cosa diversa (altrimenti a Capodanno potrebbe mangiare il panettone della settimana di Natale... e all'Epifania potrebbe mangiare i dolci comprati a Capodanno).
Tornando alla spiritualità cattolica e al nostro tempo liturgico: in realtà, durante tutto il Tempo di Natale (info qui), noi stiamo celebrando l'Incarnazione del Figlio di Dio e diversi aspetti della Sua manifestazione al mondo, del Suo farsi conoscere all'Uomo.
È per questo che il Tempo di Natale comprende anche il Battesimo di Gesù (che avviene nel fiume Giordano quando Egli non è certo un neonato), vedi qui

Che cosa ci siamo fermati a meditare oggi e dove ci ha accompagnati la liturgia? [la frase è al passato perché sto scrivendo il post in serata].
Oggi siamo stati con i Magi che partecipano al Natale del Signore.
Queste figure di uomini sapienti provenienti da lontano, dopo essere stati realmente a visitare Gesù nel tempo storico (probabilmente circa due anni dopo la Sua nascita), oggi rappresentano tutti i non-ebrei che riconoscono gli avvenimenti nella storia del Popolo Eletto: in questo caso  riconoscono l'arrivo del Messia - il quale, come previsto, viene a confermare Israele nella sua vocazione, nelle sue profezie, e ad annunciare a tutti la Via della Salvezza.

Ottima come sempre la presentazione molto semplice redatta dal Vicariato di San Giacomo per i Cattolici di lingua ebraica, Patriarcato Latino di Gerusalemme - vicariato che per ovvi motivi si rapporta quotidianamente con questioni interfede, e quindi in qualche modo in tutte le feste liturgiche ci riporta sempre "all'origine", al momento storico in cui è arrivato il Messia e al legame con Israele.
Oggi, con la missione dei Magi, la relazione da spiegare era proprio quella fondamentale tra Israele, il Messia e il "resto del mondo" (che comprende il ruolo della Chiesa, un tema che da sempre può creare tensioni se non viene affrontato bene):
QUI da Gerusalemme articolo Vicariato di San Giacomo sull'Epifania


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