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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

"Siamo vivi, siamo qui": un ebreo, un convento e un "nazista"

Oggi molte storie s'incontrano tra loro nella Giornata della Memoria... Tante ne ho lette, tante ne ho sentite narrare, più nobili e meno nobili. Perché durante le tragedie c'è chi si comporta bene e chi si comporta male; chi segue l'andazzo e chi vede che l'andazzo porta a sfracellarsi nel burrone. Nei mesi scorsi avevo pubblicato la storia accaduta ad Assisi  (vedi link) e quella di Gino Bartali collegata ad essa  clicca qui per la storia di Bartali anche con video Oggi ne segnalo un'altra che ripropone una vicenda similare a quella umbra. Dal libro "Siamo qui, siamo vivi". Molto belle le foto all'interno dell'articolo di Cristina Uguccioni: clicca qui per leggere la storia dell'ebreo Alfredo Sarano e di chi salvò la sua famiglia Vi suggerisco anche una lettura sulla  baracca dei preti nel campo di concentramento di Dachau E anche   Giovanni Palatucci, il questore di Fiume italiana, morto di stenti e sevizie nel campo di sterminio

Voltaire e Federico

"Dei due, il più umano era Voltaire, sebbene anche Federico sapesse in qualche occasione servirsi del freddo linguaggio umanitario allora in grande voga. Ma anche nei suoi momenti migliori, Voltaire ha dato l'avvio a quella tendenza moderna che ha intristito tutto l'umanitarismo da lui pur onestamente sostenuto. Egli diede il via alla spaventosa abitudine di assistere gli esseri umani solo compassionandoli e senza mai rispettarli. Attraverso lui l'oppressione del povero diventò una specie di crudeltà verso gli animali, e fu la perdita di quel sentimento mistico per cui un torto fatto all'immagine di Dio è un insulto all'ambasciatore di un Re. Nonostante tutto, io credo che Voltaire avesse un cuore, mentre Federico era più che mai senza cuore quanto più era umanitario. Comunque, quei due grandi scettici s'incontrarono su di un piano concreto, solido e duro come la pianura baltica; sul fatto cioè che Dio non esiste (*), oppure che Dio non si preoccupa un b

Il senso della vita: il Battesimo di Danielita

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Foto Il Sismografo - © Francesco Gagliano - traduzione del cartello rivolto al Papa: Sono Danielita della Casa San Pedro. Ho una paralisi cerebrale. Chiedo solo la tua benedizione Il "senso della vita" per noi cristiani è bene espresso da questa storia. Non strettamente dal fatto accaduto qualche giorno fa in Perù (Papa Francesco ha battezzato "al volo" la bambina facendosi portare l'acqua santa seduta stante) ma da tutta la vicenda: l'abbandono di Danielita e il gruppo di donne cattoliche che oggi si prende cura di lei. Si tratta qui non di doveri civici di provvedere ai disabili o agli ammalati (tanto " doveri " quanto mortalmente freddi) ma del senso pieno della vita. Questo senso è proprio del cristianesimo, e solo del cristianesimo. Non c'è altra visione filosofica (laica o religiosa) che comprenda questo senso. Danielita è il senso. Nostro Signore Gesù Cristo si sarebbe incarnato, sarebbe morto e risorto anche solo per lei. S

"Potente è la tua mano, Signore": Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani 2018

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Dal 18 al 25 gennaio si svolge, come ogni anno, la Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani. Come sappiamo, dall'unica originaria (cattolica) Chiesa di Cristo lungo i secoli si sono separate - per motivi politici o dottrinali - delle chiese "altre", in alcuni casi mantenendo la Successione Apostolica (come nella chiesa originaria), in altri casi slegandosene del tutto. Ad un certo punto, circa un secolo e mezzo fa, nasce un impulso ad intraprendere la direzione opposta: quella dell'unità. Alla fine di questo post sono riassunte le tappe fondanti del cammino ecumenico. Cammino che ad alcuni piace e ad altri no (tanto per cambiare: si discute!). Il titolo che guida la Settimana 2018: Potente è la tua mano, Signore Esodo 15, 6 Tutte le informazioni e i testi ufficiali delle preghiere al seguente link: http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/weeks-prayer-doc/rc_pc_chrstuni_doc_20170613_week-prayer-2018_it.html Dal document