Il senso della vita: il Battesimo di Danielita

Foto Il Sismografo - © Francesco Gagliano - traduzione del cartello rivolto al Papa: Sono Danielita della Casa San Pedro. Ho una paralisi cerebrale. Chiedo solo la tua benedizione


Il "senso della vita" per noi cristiani è bene espresso da questa storia. Non strettamente dal fatto accaduto qualche giorno fa in Perù (Papa Francesco ha battezzato "al volo" la bambina facendosi portare l'acqua santa seduta stante) ma da tutta la vicenda: l'abbandono di Danielita e il gruppo di donne cattoliche che oggi si prende cura di lei.

Si tratta qui non di doveri civici di provvedere ai disabili o agli ammalati (tanto "doveri" quanto mortalmente freddi) ma del senso pieno della vita. Questo senso è proprio del cristianesimo, e solo del cristianesimo. Non c'è altra visione filosofica (laica o religiosa) che comprenda questo senso.

Danielita è il senso. Nostro Signore Gesù Cristo si sarebbe incarnato, sarebbe morto e risorto anche solo per lei.
Se nessuno sulla terra l'avesse seguito, Lui l'avrebbe fatto anche solo per Danielita. Se Dio, Santissima Trinità, in tutta l'umana stirpe avesse trovato solo lei degna di essere salvata e consegnata all'eternità: avrebbe compiuto tutta la Sua opera di creazione e redenzione.

Quale filosofia umana, quale pensiero umano potrebbe arrivare a tanto?
Quale altro insegnamento su questa terra è arrivato a dire questo in senso reale?
(non moralistico o buonista o emozionale o metaforico).

Dal punto di vista della sola ragione umana, in che cosa consiste lo scopo della vita di Danielita? ... Ad essere proprio "buoni" noi con la nostra testa arriveremmo, al massimo, a dire che per umana pietà (o pietismo che sia) dobbiamo dare una mano a certe "vite disgraziate". Cioè "noi" diamo una mano a "loro" poveri sfortunati - come attività collaterale di "aiuto ai bisognosi" mentre siamo occupati altrove con la "vita vera", quella importante.

Nel cristianesimo invece lei, questa ragazzina, è prescelta: è figlia del Signore dell'Universo, amata di amore infinito. E guai a chi non s'inchina e a chi non serve per prima questa principessina prediletta. Vita preziosa, unica ed insostituibile, come ogni vita voluta da Dio.
Per il Nostro Dio, Danielita è la ragione - bastante e avanzante - per la creazione di tutti i mari, i fiumi, i fiori, gli alberi, i frutti, i campi di grano, le albe, i tramonti, i prati, i cieli, i pianeti, le stelle...
[inoltre, una nota per chi mastica un po' di teologia cattolica: mentre oggi è colpita duramente dalla natura umana decaduta, ci è ben noto come Danielita sarà tra le persone più belle, tra i corpi gloriosi più belli dopo la Resurrezione].

Noi cristiani, noi battezzati lo sappiamo. Non sempre riusciamo a renderne testimonianza pienamente con le nostre azioni, ma lo sappiamo.
Questa consapevolezza ce l'abbiamo "integrata" nel sangue... e scorre nella nostra Ragione. È nelle nostre ossa. Guida il nostro vivere quotidiano, come singoli e come popolo. Da due millenni a questa parte.

Ecco perché dico che il senso cristiano della vita è un senso esclusivo della nostra fede (e, in paroloni difficili, della nostra antropologia).

Chi lo comprende lo comprende.
A chi non lo comprende - ho constatato annosamente e ripetutamente - nessuna parola o esperienza potrà spiegarlo.
L'anima cristiana non è prerogativa di tutti.
[Dirlo non è politically correct ma le cose stanno così. Specifico: l'anima ce l'hanno tutti, ci mancherebbe!, ma io qui sto parlando dell'anima cristiana, cioè dell'anima trasformata da Cristo. È una trasformazione radicale, reale, sostanziale. Non virtuale].
Non tutti possono "fruirne". Questo è il punto. È raggiungibile da tutti, ma non tutti la raggiungono.
Generalmente è un dono che si riceve col Battesimo (e poi più completamente con l'Eucaristia e la Confermazione).
Ma anche un battezzato che in cuor suo rifiutasse di seguire Gesù non vi ha accesso, non gli viene concessa. Mentre un non-battezzato potrebbe essere parte di quest'anima ancor prima del battesimo sacramentale.

A volte mi chiedo se tale comprensione dell'anima cristiana (con la tensione ad incarnarla nel quotidiano) sia da attribuire tutta alla Grazia... ma poi l'insegnamento dei nostri saggi mi dice No, è necessaria anche la disponibilità della persona di aprirsi alla Grazia.
[traduzione del termine "grazia" per i non addetti: la disponibilità della persona di aprirsi ai doni, anche di comprensione della vita, che Dio comunica]

Grazie a Il Sismografo che ci fa conoscere la vicenda peruviana:
http://ilsismografo.blogspot.it/2018/01/peru-papa-francesco-ha-battezzato-una.html?m=1



Te Deum

Grazie per quei sorrisi dal Perù

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Grazie perché Danielita fa parte della nostra famiglia

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Grazie Signore perché l'hai strappata da tutte le altre mani e hai voluto dare a noi Danielita

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Grazie perché lei è felice di stare con noi e di insegnarci a vivere

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Grazie Signore perché ci hai scelti e continui a sceglierci uno per uno, per formare il tuo popolo prediletto

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Meditazioni

Il senso della vita è poter tenere in braccio Danielita, ed esserne benedetti. Non c'è niente di più importante. Niente di più urgente. Non c'è niente di più urgente nella vita che dirsi l'un l'altro, dal profondo dell'anima: "sono felice che tu sia qui con me"... "non ha senso questo fiore se non lo coltivo anche per te"... "non ha senso la cioccolata se non possiamo gustarla insieme".
Gabriel Marcel (1889 - 1973) si spinge oltre e afferma: "Ama chi dice all’altro: tu non puoi morire"; in altra traduzione: "Amare qualcuno è dirgli: Tu non morirai".

Che il senso della vita umana terrena sia quello ce l'ha detto chiaramente Gesù Cristo, Messia d'Israele, Signore dell'Universo, Re dei Re, Figlio del Dio Vivente.

Prima di Lui, ci possono essere state delle intuizioni che l'inizio del Paradiso in terra fosse quello. Intuizioni che l'èra di Pace con "lupo ed agnello dimoranti insieme", "vitello e leone guidati da un bambino" iniziasse così (vedi Libro di Isaia 11)...
Questa visione di frammenti di Paradiso, questo senso di Beatitudine - che qualche essere umano ebbe in passato - prima di Cristo poteva essere una bella idea, una fantasia, la speranza di una speranza, ...

Il Figlio di Dio l'ha resa una certezza. La nostra sensazione o intuizione è stata confermata dalla Parola di Dio che si è fatta carne con Gesù.
Fuori da quella realtà... il senso della vita non si può stabilire saldamente su un qualche principio - perché si tratterà sempre di un principio relativo.

Il senso della vita cristiano è esclusivamente del popolo cristiano.
Portato sulla terra da Gesù e poi diffuso dalla Sua Chiesa, generazione dopo generazione.
È un fatto che continua QUI e ORA. Unisce passato, presente, futuro. Unisce terra e cielo. Unisce ideale e realtà.

Su tutto il pianeta e in tutta la storia del genere umano non mi risultano altri fatti (o filosofie basate su determinati fatti) che possano confermare altrettanto saldamente, ragionevolmente e validamente un senso della vita.
(e gioiosamente, e rispondente alle più alte aspirazioni dell'anima umana, e molto altro).



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Per chi volesse continuare a riflettere su altri piani (collegati a questo) propongo un breve racconto di dieci anni fa del (solito) Berlicche il cui talento copioincollo volentieri anche sul mio blog.
Per leggere clicca:   LA FOLLA









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