Digiuni e astinenze "alternative"? Sì, sono utili, anche per evitare di cadere nel puro legalismo del "cracker al posto del biscotto"🥴 . Tuttavia ritornare al centro del senso cristiano delle (vere) limitazioni alimentari... Non ci fa male (se siamo in buona salute). Anzi ci riporta alla realtà e al concreto: della quotidianità e della spiritualità cattolica

E quale sarebbe 'sto centro?

😇💜



In effetti, è vero che abbiamo diversi "centri" da tenere in considerazione. 
Il nostro percorso quaresimale è un multicentrum, come le famose vitamine.
A parte i tre noti pilastri (Preghiera, Digiuno, Carità) che per i cattolici praticanti non si possono scismare, ci sono da considerare i diversi significati spirituali della disciplina e/o limitazione alimentare. Questi significati, per il cattolico, hanno (o meglio: dovrebbero avere) un forte legame con la concretezza della quotidianità.

Primo fra tutti: seguire Gesù che ha digiunato per quaranta giorni nel deserto - e tutto l'insegnamento che ne consegue per noi. 
Secondo, a pari merito: attenendosi ai criteri indicati dalla Chiesa, la pratica della disciplina alimentare come mezzo per sperimentare la nostra umanità nella relazione di totale dipendenza da Dio e nel filiale affidamento a Lui.
Ciò significa adottare in Quaresima un'alimentazione senza dubbio nutriente ma davvero sobria ed essenziale - e poi, se siamo in forze e in piena salute, in determinati giorni, per qualche ora nell'arco delle 24 ore, scendere anche un po' al di sotto dell'essenziale, eccetto l'acqua per idratarsi che non deve mai mancare. Per info vedi qui .

Ma è purtroppo vero che oggi, oltre ad una perdita consistente di quei primi due nuclei di significato delle pratiche quaresimali 
[sostituite da visioni più superficiali ed "astratte" - a volte con la scusante, o scusa?, dei "digiuni alternativi", ritenuti più "seri", tipo l'astinenza di qualche ora dai social
è andata perduta del tutto, o quasi, anche una terza correlazione fondamentale che, fin dai primordi del cristianesimo, nella Chiesa è sempre stata considerata costitutiva della fede cattolica: 
la nostra spiritualità, il nostro stare a tu per tu con Dio, la nostra contemplazione - anche nelle esperienze più ascetiche di cui abbiamo notizia - non si erano mai disgiunte dall'incarnazione nel quotidiano qui e ora - e perciò la parte contemplativa della spiritualità non si era mai isolata in sé stessa a discapito della relazione col prossimo, vicino o lontano che fosse. Al quale consegnare i frutti (anche materiali) delle pratiche cristiane.

Dal Vangelo
Matteo 22,36-40
«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». 
[Gesù] gli rispose: 
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 
Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Dal Vangelo
Giovanni 13,34-35
"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri"

Dalle lettere
Dalla Prima Lettera di Giovanni 
4,19-21
Noi amiamo, perché Egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da Lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.


Tutto questo dà il senso completo del digiuno e dell'astinenza cristiani (che, tra l'altro, non richiedono chissà quali sacrifici, essendo molto limitati in termini di giorni e di ore ed essendo indicati solo alle persone in piena salute, e solo a coloro che non devono fare lavori pesanti o assistenza agli ammalati).
Info qui .

Tutto questo è valido ancora oggi.

In sintesi:

"in un mondo che in tante sue parti muore di fame, dobbiamo ridare la testimonianza visibile e comunitaria di una privazione dal cibo accettata liberamente, per amore"

Così affermò un teologo circa 40 anni fa, negli anni Ottanta del secolo scorso, sul tema delle pratiche quaresimali, ormai in gran parte abbandonate.
Il teologo si chiamava Joseph Ratzinger. Un giorno diventò anche Papa. E poi Papa emerito.
Amava Dio, amava Cristo e la Chiesa. 


(E anche gli orsacchiotti)
😇💜

P.s. Beh, se si vuole essere precisi nel linguaggio, è più corretto dire così: 
lui tuttora ama Dio, ama Cristo e ama la Chiesa. 
Sugli orsacchiotti: non saprei... Non mi risulta che ci sia un'apposita branca della teologia / escatologia che ne parla 😁 . Però...




Nota per chi non lo sapesse: 
A parte gli scherzi e alcune mie frasi scherzose (che spero siano ben distinguibili dal resto del post che è serio), abbiamo ampia e sicura documentazione sul fatto che padre Benedetto (fin da piccolo) amava gli orsacchiotti di peluche. 
È una lunga (e bella) storia 🙂
Se vuoi, puoi cominciare a leggerla da qui 




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