Risurrezione. Dove sta la differenza tra altre resurrezioni bibliche e la resurrezione di Gesù Cristo? E perché è importante per noi?



Le differenze "tecniche" (utili anche come informazione culturale per i non-cristiani e i non-credenti) sono abbastanza semplici:

1) tutti gli altri risorti (biblici o extra-biblici, veri o presunti) si intendono sempre come persone che, dopo essere risuscitate, hanno poi condotto la loro vita umana normale, e alla fine sono morte come tutti. Fine.

2) le persone risuscitate sono state tali a causa di un intervento "esterno". Ad esempio: oltre ai miracoli compiuti da Gesù nei vangeli, la resurrezione di qualche persona, nel resto delle narrazioni bibliche e/o in altri racconti giudeo-cristiani, poteva essere dovuta ad un uomo "inviato speciale" che agiva come strumento di Dio Onnipotente, oppure si poteva intendere che era Dio stesso ad intervenire in modo diretto per riportare in vita quella persona.

Entrambi i punti sono radicalmente diversi nel caso della resurrezione di Gesù:

1) la resurrezione del Cristo si intende come un fatto definitivo: Cristo risorge e rimane vivo in eterno. 

[Nota. Sulla questione se Dio può morire (risposta: ovviamente no!), e sul come ci spieghiamo che Gesù è morto se noi cattolici affermiamo allo stesso tempo che Egli è Dio-Figlio di Dio, perciò teoricamente ed effettivamente incompatibile con la morte: vedi QUI ]

2) Gesù Cristo risorge in modo "autonomo", e non per interventi "esterni".
Anche l'espressione neotestamentaria del Padre che "resuscita il Figlio" è intesa (nella Chiesa Cattolica) sempre nella prospettiva della Santa Trinità - perciò il Figlio di Dio in pratica resuscita senza bisogno di "aiuti". 
In altre parole: da un certo punto di vista (in una prospettiva semplificata, in un linguaggio umano, e in considerazione della sola natura umana di Gesù) si può anche fare la semplice affermazione che il "Padre resuscita il Figlio", come se ci fosse l'intervento di qualcuno che resuscita qualcun altro; 
se invece leggiamo più correttamente - nel loro insieme - tutti gli altri passi del Vangelo nella loro completezza, e se si ragiona su Dio che è unica sostanza in relazione trinitaria: 
è più giusto dire che il Signore "resuscita da Sé" (visto che Dio sussiste continuamente e immutabilmente in tre Persone / unica sostanza. Per ulteriori chiarimenti vedi QUI ).

Dalle premesse si arriva al terzo punto: 
in cosa consiste allora la realtà del Cristo Risorto?

In termini cattolici, il corpo che ha vissuto la vita terrena, che ha attraversato realmente la fase della morte, ed è risorto, si trova adesso in una dimensione che si potrebbe chiamare "la fase 3" - e si definisce "corpo glorioso"

In parole poverissime si potrebbe descrivere anche così: 
con Cristo noi non assistiamo alla sequenza 
fase1 (=vivo) 
fase2 (=morto) 
ritorno alla fase1 (=redivivo); 
bensì vediamo l'inedita sequenza 
fase1 = vivo 
fase2 = morto 
fase3 = risorto come corpo glorioso.
 
Da notare: nonostante la fondamentale grande differenza tra fase1 e fase3, non è detto che coloro che l'hanno veduto risorto, ci hanno parlato e l'hanno toccato, abbiano capito immediatamente che si trattava di una "fase3" - visto che non avevano mai avuto esperienza di tale fase (come, d'altra parte non ce l'abbiamo neanche noi).

Nel periodo di 40 giorni che va dalla Resurrezione all'Ascensione, Gesù si soffermerà con loro per mostrare e spiegare (anche) tutto ciò.

Corpo glorioso.
Tale realtà consta di spirito e di materia... Ed è una realtà per noi abbastanza sconosciuta, difficile da definire con parole umane. 
La si può conoscere in qualche modo leggendo i passi dei vangeli post-resurrezione: vediamo un uomo con un corpo fisico che, se vuole, mangia come tutti gli esseri umani (nota: anche se non mangiasse non sarebbe comunque soggetto a fame o sete); 
si tratta di un corpo reale che si può toccare come se fosse in "fase1", eppure è un corpo che "trapassa" i muri, che può apparire e scomparire. Quindi abbiamo a che fare con una realtà in qualche modo anche materiale, ma in cui la materia non è quella che conosciamo noi adesso.

La dottrina cattolica attribuisce con sicurezza, in primo luogo, la realtà del corpo glorioso a Gesù Cristo.
E poi anche alla Vergine Maria (in quanto Assunta in Cielo). 
Questi sono i due corpi gloriosi "dogmatici". 
Ci sono inoltre delle libere opinioni teologiche (senza alcuna certezza dogmatica) riguardanti San Giuseppe e il profeta Elia. Nota bene: non abbiamo particolari prove decisive su Giuseppe ed Elia, né pro né contro... Come in teoria (ma davvero ad un puro livello teorico) non abbiamo neanche prove contrarie della eventuale esistenza di altri corpi gloriosi (cioè di persone che già adesso si potessero trovare nella "fase3", a causa di un altissimo grado di santità, di santificazione e di concessione di un'altissima grazia divina). 

La certezza assoluta ce l'abbiamo solo per Gesù e per Maria.
Per info vedi QUI

[E, a onor del vero, è opportuno osservare che un gran numero di autorevoli teologi escludono la possibilità di poter minimamente teorizzare altri corpi gloriosi esistenti in questo momento, al di fuori di Gesù e di Maria. 
Ci possono essere, appunto, solo delle libere opinioni teologiche, come ad esempio queste . O altre, anche molto più "ampie" oppure più "limitate" di quelle].

Nella nostra dottrina - come si evince da Sacra Scrittura e da Tradizione Apostolica - siamo sicuri che il corpo glorioso sarà la destinazione / condizione di tutti gli uomini e donne redenti da Cristo, nel momento della nostra resurrezione 
(per chi accetta fin da ora la Sua Salvezza - redenzione. Sull'immenso argomento del come si può stabilire chi accetta tale Salvezza e chi no: non è l'oggetto di questo post).

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Un ottimo inizio per "un'indagine" sul corpo glorioso (sul perché è importante per noi, e su come oggi noi entriamo già in contatto col corpo glorioso di Cristo), 
è la seguente risposta di Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, quando era Papa:

"Naturalmente non possiamo definire il corpo glorioso perché sta oltre le nostre esperienze. Possiamo solo registrare i segni che Gesù ci ha dato per capire almeno un po’ in quale direzione dobbiamo cercare questa realtà. 
Primo segno: la tomba è vuota. Cioè, Gesù non ha lasciato il suo corpo alla corruzione, ci ha mostrato che anche la materia è destinata all’eternità, che realmente è risorto, che non rimane una cosa perduta. 
Gesù ha preso anche la materia con sé, e così la materia ha anche la promessa dell’eternità. Ma poi ha assunto questa materia in una nuova condizione di vita, questo è il secondo punto: Gesù non muore più, cioè sta sopra le leggi della biologia, della fisica, perché sottomesso a queste uno muore. Quindi c’è una condizione nuova, diversa, che noi non conosciamo, ma che si mostra nel fatto di Gesù, ed è la grande promessa per noi tutti che c’è un mondo nuovo, una vita nuova, verso la quale noi siamo in cammino. 
E, essendo in queste condizioni, Gesù ha la possibilità di farsi palpare, di dare la mano ai suoi, di mangiare con i suoi, ma tuttavia sta sopra le condizioni della vita biologica, come noi la viviamo. 
E sappiamo che, da una parte, è un vero uomo, non un fantasma, che vive una vera vita, ma una vita nuova che non è più sottomessa alla morte e che è la nostra grande promessa. 
È importante capire questo, almeno in quanto si può, per l’Eucaristia: nell’Eucaristia, il Signore ci dona il suo corpo glorioso, non ci dona carne da mangiare nel senso della biologia, ci dà se stesso, questa novità che Lui è, entra nel nostro essere uomini, nel nostro, nel mio essere persona, come persona, e ci tocca interiormente con il suo essere, così che possiamo lasciarci penetrare dalla sua presenza, trasformare nella sua presenza. 
È un punto importante, perché così siamo già in contatto con questa nuova vita, questo nuovo tipo di vita, essendo Lui entrato in me, e io sono uscito da me e mi estendo verso una nuova dimensione di vita. 
Io penso che questo aspetto della promessa, della realtà che Lui si dà a me e mi tira fuori da me, in alto, è il punto più importante: non si tratta di registrare cose che non possiamo capire, ma di essere in cammino verso la novità che comincia, sempre, di nuovo, nell’Eucaristia."

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