"Il Crocifisso, sorgente di Speranza" - "Legno di morte diventato albero di vita" - Davvero? Sì. Ma solo se Quello inchiodato sul legno è Dio. Il paradosso cristiano, o meglio: ciò che agli uomini può sembrare un paradosso...

Le frasi virgolettate nel titolo sono di Papa Francesco ⬆️ . E anche i brani che trovi virgolettati nel post ⬇️ .

Il resto è scritto da me in forma di meditazione molto diretta.

Sorgente di Speranza.
Albero di Vita.

E qui, in teoria, si va sul difficile.

Ma in pratica: no, non è tanto difficile.

A volte mi chiedo se poteva esserci un'alternativa migliore. 
E a me pare che... proprio non c'è. 


Perché il fatto è che... L'uomo ha fatto certe scelte. 
E Dio ha accettato, anzi, ha voluto la "collaborazione" umana, quella buona e pure quella disastrosa, assumendosi Lui tutte le conseguenze.

Dio ci ha creati.
Il Signore continua a sostenerci, a darci vita, ad aiutarci, a parlarci.

Lui ci viene a pescare e a ripescare là dove ci troviamo.

Si dice con due parole un po' ostiche... E sono ostiche perché di solito ci si fanno intorno mille discorsi metafisici, alta filosofia e alta teologia. Che vanno bene, eh, ma non adesso, non adesso.

Adesso va bene la Cathopedia:

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L'Amore in Persona si è lasciato inchiodare sul legno della Croce.
Perché noi potessimo sapere che Dio non ci ha lasciati soli. Perché io potessi sapere che Tu, Signore, non mi hai mai abbandonato.


Tu hai gridato con me "Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
Perché io potessi sapere che Tu, mio Dio, non mi hai abbandonato.


Lui ha gridato con noi.
Lui ha gridato per noi
dagli abissi della nostra disperazione:
"perché mi hai abbandonato?"


È stato lì con noi.
È ancora qui con noi.
Per darci la certezza che Lui, il Signore Nostro Dio, non ci ha abbandonato.


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"Sulla croce, infatti, [Gesù] mentre prova l’estremo abbandono, non si lascia andare alla disperazione – questo è il limite –, ma prega e si affida. 
Grida il suo “perché” con le parole di un salmo (22,2) e si consegna nelle mani del Padre, anche se lo sente lontano (cfr Lc 23,46) o non lo sente perché si trova abbandonato. 
Nell’abbandono si affida. 
Nell’abbandono continua ad amare i suoi che l’avevano lasciato solo. 
Nell’abbandono perdona i suoi crocifissori. 
Ecco che l’abisso dei tanti nostri mali viene immerso in un amore più grande, così che ogni nostra separazione si trasforma in comunione."

Papa Francesco, 2 aprile 2023

Fonte:
https://www.vatican.va/content/francescomobile/it/homilies/2023/documents/20230402-omelia-palme.html


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Al Popolo Eletto Dio aveva dato - con tutti gli altri Salmi - anche il Salmo 22. E grazie al Suo Popolo l'avremmo potuto conoscere anche noi, un giorno... cioè noi, "il resto del mondo", che stavamo fuori dal Popolo Eletto. 
Perché quel Popolo, un giorno, l'avremmo incontrato.
Ed era chiaro il Salmo 22 , no?
È chiaro come finisce il Salmo 22, giusto?
Sì, era chiaro ed è chiaro ancora adesso, ma forse potevamo ancora dire che... erano solo parole.
 
Finché Lui non le ha compiute.


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"L’evento reale è l’abbassamento estremo, cioè l’abbandono di suo Padre, l’abbandono di Dio. 
Il Signore arriva a soffrire per amore nostro quanto per noi è difficile persino comprendere. Vede il cielo chiuso, sperimenta la frontiera amara del vivere, il naufragio dell’esistenza, il crollo di ogni certezza: grida “il perché dei perché” (...)
Cristo ha portato questo sulla croce, caricandosi il peccato del mondo. 
E al culmine Egli, il Figlio unigenito e prediletto, ha provato la situazione a Lui più estranea: l’abbandono, la lontananza di Dio.
E perché è arrivato a tanto? per noi, non c’è un’altra risposta. Per noi." 

"Fratelli e sorelle, oggi questo non è uno spettacolo.
Ognuno, ascoltando l’abbandono di Gesù, ognuno di noi si dica: per me.
Questo abbandono è il prezzo che ha pagato per me. 
Si è fatto solidale con ognuno di noi fino al punto estremo, per essere con noi fino in fondo. 
Ha provato l’abbandono per non lasciarci ostaggi della desolazione e stare al nostro fianco per sempre. 
L’ha fatto per me, per te, perché quando io, tu o chiunque altro si vede con le spalle al muro, perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei tanti “perché” senza risposta, ci sia una speranza. 
Lui, per te, per me. 
Non è la fine, perché Gesù è stato lì e ora è con te: 
Lui, che ha sofferto la lontananza dell’abbandono per accogliere nel suo amore ogni nostra distanza. 
Perché ciascuno di noi possa dire: nelle mie cadute – ognuno di noi è caduto tante volte –, nella mia desolazione, quando mi sento tradito, o ho tradito gli altri, quando mi sento scartato o ho scartato gli altri, quando mi sento abbandonato o ho abbandonato gli altri, pensiamo che Lui è stato abbandonato, tradito, scartato. 
E lì troviamo Lui. Quando mi sento sbagliato e perso, quando non ce la faccio più, Lui è con me; nei miei tanti perché senza risposta, Lui è lì.
Il Signore ci salva così, dal di dentro dei nostri “perché”.

Papa Francesco, 2 aprile 2023



"Quel legno di morte, 
diventato albero di vita"

"Cari fratelli e sorelle, la speranza di Dio germoglia così, nasce e rinasce nei buchi neri delle nostre attese deluse; ed essa, la speranza vera, invece, non delude mai. 
Pensiamo proprio alla croce: dal più terribile strumento di tortura Dio ha ricavato il segno più grande dell’amore. 
Quel legno di morte, diventato albero di vita, ci ricorda che gli inizi di Dio cominciano spesso dalle nostre fini. 
Così Egli ama operare meraviglie. 
Oggi, allora, guardiamo l’albero della croce perché germogli in noi la speranza: quella virtù quotidiana, quella virtù silenziosa, umile, ma quella virtù che ci mantiene in piedi, che ci aiuta ad andare avanti. 
Senza speranza non si può vivere. 
Pensiamo: dov’è la mia speranza? "

Papa Francesco, 5 aprile 2023

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