La donna samaritana al pozzo: era una poco di buono? Aveva qualcosa di cui vergognarsi? Stava conducendo una vita immorale? (Gv 4,4-42). Spunti per l'approfondimento, senza perdere la bussola

Che la celebre Samaritana del Vangelo di Giovanni sia stata descritta per molto tempo come una "notevole" peccatrice che era passata attraverso cinque (5!) matrimoni e che poi, già pluridivorziata, come ciliegina sulla torta dei suoi disastri morali, avesse optato alla fine per una ancor più immorale convivenza con un sesto uomo... E che, dopo l'incontro con Gesù, la donna avesse fatto un mea culpa, avesse cambiato vita e intrapreso un percorso di conversione, mollando tutto quanto (a cominciare dalla brocca al pozzo)... Ormai è storia risaputa. Fine parte prima.

Parte seconda.
A quella lettura sono state contrapposte - negli ultimi anni o decenni - alcune versioni "riabilitanti" per la Samaritana che interpretano l'interloquire stesso di Gesù con la donna come un sottinteso beneplacito per i divorzi in generale e per le convivenze more uxorio, - tutti modelli di vita che, secondo tale teoria, sarebbero da riportare con urgenza nella morale cattolica, per riparare all'errore interpretativo (e alfine teologico dottrinale) che fino a pochi anni fa... Non permetteva di comprendere correttamente il Vangelo di Giovanni e di applicarlo nella Chiesa. Sarebbe a causa di un tale colossale misunderstanding che la  dottrina cattolica non avrebbe mai concesso ai cattolici di divorziare da... un matrimonio cattolico. E ancora si persevera nell'errore.
In altre parole: tali letture del Vangelo di Giovanni affermano che la Chiesa, sbagliando di brutto, non ha permesso in passato e tuttora non permette di "divorziare" dal matrimonio sacramentale.
(Per la cronaca, comunque, è doveroso ricordare: 
al di là del testo di Giovanni cap. 4 che interessa a poca gente esperta in Sacra Scrittura, le voci di popolo - incluse anche quelle di intellettuali con ottima cultura in giurisprudenza laica / civile - si chiedono oggi perché la Chiesa Cattolica insista con tradizioni superate e crudeli che non permettono di sciogliere matrimoni finiti e falliti. È ovvio che qui il concetto di Sacramento è inteso solo come il nome cattolico dello stesso identico matrimonio che si contrae davanti al Sindaco in Municipio. Non mi dilungo oltre sull'argomento perché non è il tema specifico del post).

Parte terza. 
L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Tradizione e Magistero per interpretare la Scrittura: questa è la via classica cattolica (che non si può "saltare"). 
E qui non la sto negando né aggirando. 
Il mio post intende dare semplicemente una lettura alternativa sulla donna samaritana. Solo sulla Samaritana. 
[Ok, di conseguenza anche, in parte, sull'interazione di Gesù con la Samaritana].
È una visione compatibile con Tradizione e Magistero della Chiesa. Allo stesso tempo (mia opinione) è una versione dei fatti più oggettiva e perciò rivelerà come siano meno precise le prime due letture suddette dell'episodio.
(O meglio: la prima risulta poco precisa, la seconda risulta molto imprecisa in quanto non ha alcuna base).

Nota bene: ciò non significa negare la validità della possibile lezione teologica-dottrinale (ma forse dovrei dire pastorale) della prima versione, soprattutto per eventuali collegamenti che si possono addurre per la società attuale e le tante relazioni instabili tra le persone in generale [>>con questo si tralascia però l'intero contesto storico di 2000 anni fa, ma è fattibile perché il tema principale è l'acqua viva della relazione con Dio]. 
Altra operazione sempre valida, da ricordare, è il "volare alto" con tutti i simbolismi impliciti ed espliciti della Scrittura (e della vita), come hanno sempre fatto i Padri della Chiesa - cito un maestro per tutti: Sant'Agostino.
Tuttavia devo dire, in tutta onestà, che personalmente ritengo proprio impossibile la lezione teologica del secondo tipo che ho già descritto (vedi Parte Seconda più sopra⬆️ ) , da qualsiasi punto di vista si voglia guardare la faccenda.




 
In ogni caso, il mio piccolo studio, proveniente da anni di grande amore per questo passo evangelico (e conseguenti riflessioni sui lavori di diversi - direi variegati - biblisti ed esegeti) mi ha portato ad una terza lettura. 
È quella che io ritengo la più probabile, cioè la più vicina alla realtà di quel colloquio tra Gesù e la Samaritana. 
Attenzione: questa interpretazione non porta a nessuna novità di tipo teologico né dottrinale.
 
E allora? 
Cosa ci perdi tempo a fare?

Il valore che porta in sé questa "terza" lettura è 
[ con l'aiuto del metodo storico-critico e di quello che gli studiosi chiamano Sitz-im-Leben cioè "l'immersione", in questo caso nel mondo giudaico e samaritano dell'epoca - e sempre tenendo come faro la raccomandazione su questo tema del Testamento Spirituale di Benedetto XVI ]
un maggiore avvicinamento a Gesù - che, in definitiva, è Lui stesso che ci offre. Si tratta di Scrittura ispirata, giusto? 
Ciò vuol dire - tra le altre cose - che ogni epoca (e ogni persona di buona volontà) può mettere in luce nuove vie di interpretazione, seguendo i solchi già tracciati, senza cancellarli, lasciando aperte le vie già conosciute e scoprendone altre - collegate. 
A tal proposito, potrei fare un esempio express di ciò che ho appena scritto sulle "nuove" interpretazioni della Scrittura. Infatti, senza scandalizzare nessuno a motivo di troppa astrazione, se si vuole si può trovare un possibile collegamento... proprio all'interno dell'episodio in Samaria quando Gesù si rivolge ai suoi discepoli con il seguente insegnamento che - preso largo - può valere anche per i frutti che noi riceviamo dalla Sacra Scrittura:
"Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro". 

Parte quarta. 
Finalmente ci siamo 😇 .
Ecco il riassunto del mio piccolo studio, senza pretese di esaustività.

# Domanda: la donna samaritana - oltre ad essere per i giudei un'eretica di per sé - era pure una donna che conduceva una vita immorale e aveva motivo di vergognarsi di qualcosa? 
Cioè, lei si vergognava tanto davanti ai Samaritani quanto davanti ai Giudei a causa del suo passato "poco serio" e anche perché adesso, a completare una reputazione già compromessa, viveva ogni giorno trasgredendo la Legge Mosaica? 
La mia risposta è no. 
Non abbiamo motivi per pensarlo. Giovanni non dà ad intendere niente di tutto questo. Anzi, ci sono ottimi motivi per pensare il contrario. 
Primo fra tutti: lo stesso colloquio che la donna ha con Gesù. Un colloquio che - in nulla e in nessun momento - denota sentimenti di imbarazzo, di "inferiorità" o di vergogna.
Qualcuno potrebbe dire che era Gesù stesso a mettere a proprio agio gli interlocutori... e qualcun altro potrebbe dire che i Samaritani si sentivano superiori ai Giudei e viceversa.
Ok, va bene, ma una cosa è "sentirsi a proprio agio" e altra cosa è che una donna di professione casalinga - circa 2000 anni fa, in quel contesto storico e religioso - dica ad un uomo sconosciuto: "Ma tu, chi ti credi di essere?" . 
È proprio questo che in pratica afferma la Samaritana quando dice a Gesù, quasi in tono di sfida: 
"da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?"
Traduzione del sentimento in parole: "amico, ma chi ti credi di essere? Ma cosa mi vieni a raccontare?"

# I cinque (5) matrimoni.
Ricordo ai lettori un dettaglio banale: in quella società non esisteva il divorzio ma solo il ripudio del marito verso la moglie.
Qui non serve dilungarsi. 
Sia per i Giudei che per i Samaritani, una donna non poteva chiedere il divorzio. In termini attuali: non poteva aprire una causa di divorzio. Ergo, o era stata "respinta e divorziata" da cinque uomini consecutivi (ed è risaputo che a quei tempi bastava che un marito si svegliasse con la luna storta per decidere di ripudiare la moglie - e sappiamo che Gesù stesso condanna questo comportamento da parte degli uomini), oppure era rimasta vedova per cinque volte: magari un tantino più sfortunata della media ma non era così raro in quell'epoca rimanere vedove più volte. 
Comunque sia, la colpevolezza della donna per i "divorzi/ripudi" - se di divorzi si era trattato - è esclusa. (Anche perché, se la colpa del ripudio fosse stato l'adulterio... Sarebbe stata lapidata senza tanti complimenti).

L'errore: l'errore è il nostro giudicare la donna con criteri da pagani (= cioè considerarla una donna che voleva cambiare spesso marito) e/o con categorie legali attuali (= cioè una donna che aveva il diritto di chiedere il divorzio alla pari dell'uomo. Ma a quell'epoca e in quella cultura era escluso).

Quindi, procediamo: la presunta convivenza more uxorio.
Il Vangelo non spiega e non sottintende che la condizione attuale fosse una convivenza tipo un concubinaggio o contro la legge religiosa.
In realtà, poteva trattarsi benissimo di una coabitazione con un qualche parente che la ospitava dopo aver subìto i 5 ripudi o le 5 vedovanze (o 3+2). 
Oppure era una situazione in qualche modo di lavoro servile? Per sbarcare il lunario si era messa al servizio di un uomo? L'uomo poteva essere forse un ammalato da assistere giorno e notte? 
Era un povero ammalato che le offriva vitto e alloggio o un ricco ammalato che l'aveva assunta tra la sua servitù? O altro che noi oggi fatichiamo ad immaginare?

# Ma allora perché Gesù e la Samaritana si mettono a parlare di mariti?
Perché, a quanto pare, la donna continua a non capire il piano del discorso di Gesù. 
[Nota importante: questo concetto della "Samaritana che non comprende" ce lo ripete fino allo sfinimento anche Sant'Agostino nel suo Commento al Vangelo di Giovanni].
Proprio fino alla domanda sul marito lei continua ad intendere l'acqua in senso materiale.
E quindi Gesù, all'improvviso, cambia "strategia" per farle capire di cosa sta parlando: 
1) Lui le sta parlando di cose alte, altissime 
2) Lui non è uno qualsiasi.
Gesù le dà una prova concreta e, a quel punto, lei capisce al volo. 
E allora è lei stessa a portare la discussione sul piano più alto: 
su Dio e sul Messia.
Leggiamo:
«Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna». 
«Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». [Nota: fino a qua lei non ha capito. O ci sta scherzando sopra, o forse usa ancora un tono "sfidante" come quando parlava di Giacobbe... Oppure, magari, comincia a pensare di aver incontrato una specie di "mago" che possiede un'acqua miracolosa... O anche, chi lo sa, magari la donna sospetta che Gesù sia un po' pazzerello e gli dà ragione perché non bisogna mai dare torto ai pazzi...]

Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». 
Rispose la donna: «Non ho marito». 
Le disse Gesù: «Hai detto bene 'non ho marito'; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 
Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».

"Non ho marito" - risponde lei. 
E a me pare, nel suo tagliar corto, tranquillissima
Il fatto è che... Non si preoccupa di raccontargli una storiella "di facciata" né di giustificarsi o di dirgli il perché non è sposata. 
Mi immagino pure che il tono sia stato: "Io non ho marito. Che cosa c'entra adesso il marito?"

"Io non ho marito". Punto.
Gesù allora le dimostra che, in effetti, non gli frega niente del marito [scusate il francesismo], 
ma vuole darle la prova che Lui può vedere tutta la sua vita passata e presente... 
E allora la donna finalmente si sveglia perché - scopriremo anche noi - è quello che a lei interessa.

# "Tu sei un profeta". 
Da lì la Samaritana attacca a parlare di Dio e del Messia. Era quello che a lei interessava! I mariti invece: spariti. Non le interessa parlare di mariti e non le interessa manco più dell'acqua!
Lei vuole discutere di altro.
Gesù lo sapeva (proprio come sa tutto di ognuno di noi). 
Lui sapeva cosa interessava davvero a quella donna. 
Certo, era una donna molto provata dalla vita. Ma con la speranza viva nel Messia. Disposta a mollare tutto per andare ad annunciare il Messia - anche solo al primo sospetto di averlo trovato. Le bastava un segno. E Lui, profeta lo era e l'aveva dimostrato. Profeta: uno dei segnali delle qualità che doveva avere il Messia.  [Appunti di Storia: da quello che ho potuto apprendere, in quella fase storica i Samaritani attendevano una figura messianica che fosse soprattutto un Maestro-Profeta. Mentre sappiamo che i Giudei erano più propensi alla figura del Re-Messia].

# I Samaritani le danno retta. 
Perché dare retta ad una donna che ha una cattiva reputazione?
Sarò breve.
Non è credibile che una donna (donna!), perdipiù con una pessima reputazione, nonché esempio quotidiano di immoralità (davanti agli occhi di tutti) venga poi ascoltata seriamente quando si mette ad urlare per le strade che forse ha trovato il Messia. 
È possibile? Per me no.
E allora la conclusione più ragionevole è che lei avesse una buona reputazione e che la coabitazione attuale con un uomo fosse giustificata da un motivo buono e degno. Non scandaloso per la normativa religiosa.

I Samaritani stessi dicono che hanno fatto affidamento sulle sue parole. 
E dopo hanno anche visto e constatato che Gesù rispondeva alle loro aspettative sul Messia.

Dal Vangelo:
La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: 
«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?». 
Uscirono allora dalla città e andavano da lui.   
(...)
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni. 
Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: 
«Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Ok, fermiamoci un attimo sulla fiducia iniziale: chi mai poteva fidarsi della donna se fosse stata considerata da tutti una donnaccia?
Non è possibile. Perciò non è questo che ci sta dicendo Giovanni.
Al contrario, a mio parere, la donna viene ascoltata dai suoi compaesani come si ascolta una brava persona che si è guadagnata credibilità nell'ambiente in cui vive, anche attraverso le dure prove della vita e sul come le aveva affrontate.  Mi ricorda Giuditta, ad esempio. E altre donne della Bibbia.

# L'orario: andare al pozzo a mezzogiorno.
Sono state sprecate molte parole per dire che - se la donna era uscita di casa in un orario così "anomalo" per attingere l'acqua - doveva essere per evitare la gente in quanto si vergognava della sua situazione. 
Anche qua il punto è abbastanza semplice: se ci fossero indizi che fanno sospettare l'imbarazzo della Samaritana si potrebbe metterci anche questo ed avremmo una "prova" (come recita un famoso detto). Però di indizi non ce ne sono.
Qualcuno ha anche detto che a mezzogiorno faceva molto caldo, troppo caldo (e quindi si esce a quell'ora solo se ci sono gravi motivi - come il nascondersi, appunto). 
Il fatto è che Giovanni non ci fornisce indizi per individuare la stagione. Perciò non sappiamo se c'era calura oppure no. Il fatto stesso che i discepoli, alla stessa ora, vanno in giro a comprare cibo... Ci rivela piuttosto che probabilmente non era ancora così caldo da far riparare tutti in casa.
E poi, poco dopo l'incontro con Gesù, anche la donna corre in città a parlare con tutta la gente che trova... E a questo punto si deduce che il caldo non era tale da indurre gli abitanti del luogo a ripararsi lasciando deserte le strade.

Un possibile indizio della stagione?
Se non fosse che Gesù, in quel momento, nelle frasi in cui parla di mietitura (ce lo dicono gli esegeti) notoriamente sta citando proverbi ebraici e sta parlando per metafore... Potremmo prendere alla lettera la sua frase "Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura?" 
- e dedurre che non doveva trovarsi in una stagione troppo calda per stare all'aperto a mezzogiorno.

In conclusione, l'orario di mezzogiorno permette le seguenti interpretazioni:
- simbologia di Giovanni (per vari altri motivi teologici a 360°)
- orario reale nel quale c'è l'incontro casuale
- orario inventato da Giovanni per sottolineare l'estrema apparente "casualità" nella quale Dio agisce.

In un'ottica di Fede, l'orario eventualmente inconsueto e/o casuale, può mettere in evidenza come si fa presente il Signore nella nostra vita - al di là di ogni schema.
Possiamo forse dire che non è così? 😇 È proprio così. Ed è quello che Giovanni ci fa capire benissimo.


Per ultimo, ma non ultimo.
Un cenno è doveroso.

I Padri della Chiesa (Agostino in primis che lo sostiene con forza) e anche studiosi ebrei che si sono occupati di studi neotestamentari - quando si arriva alla storia dei tanti mariti e dell'uomo convivente della Samaritana - sono praticamente concordi nel dire che Giovanni voleva senza dubbio introdurre un racconto allegorico, delle metafore, simbologie numeriche, eccetera.
Insomma, gli esperti (antichi e moderni) in maggioranza sembrano non accettare che la parte di racconto dei "5 mariti +1" sia una cosa realistica. In questo si tiene conto anche della tradizionale e nota differenza tra il Vangelo di Giovanni e i Sinottici. Cioè in Giovanni abbiamo un sottotitolo che dice: mettiti il cuore in pace e aspettati un trattato di teologia ad ogni riga che leggi.
Questo va detto, a onor del vero.

In pratica. 
Riporto qui due-tre grandi filoni allegorici.
Oltre all'interpretazione del significato dei numeri nel linguaggio biblico - in generale si è fatto presente che:
# Numero 5 = i libri della Torah (e la conseguente eresia dei samaritani)
# Giovanni starebbe evidenziando la grande diffusione dei culti idolatrici in Samaria (che sarebbero come tanti mariti e anche un ignoto non maritato)


Concludo 
con la domanda-curiosità: 
ma che fine ha fatto poi 
la famosa Samaritana?

Non abbiamo prove storiche documentali e quindi si va con quella che si potrebbe chiamare
una devota fantasia edificante

Un midrash cristiano 
risponde così:

Santa Fotina - tradizionalmente ricordata il 20 marzo. Vedi al link





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