È forse questo il digiuno che voglio? - dalla liturgia del giorno, anzi di due giorni: Isaia 58 intero capitolo. Venerdì e Sabato dopo le Ceneri. 2023

Isaia 58
📖Traduzione CEI 2008 per la liturgia 

Grida a squarciagola, 
non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo 
i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe 
i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere 
le mie vie,
come un popolo che pratichi 
la giustizia
e non abbia abbandonato 
il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
"Perché digiunare, 
se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?".

Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate 
fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più 
come fate oggi,
così da fare udire in alto 
il vostro chiasso.

È forse come questo 
il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo 
si mortifica?
Piegare come un giunco 
il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?

Non è piuttosto questo 
il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere 
il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?

Allora la tua luce sorgerà 
come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà 
la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai 
e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".

Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito 
e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all'affamato,
se sazierai l'afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre 
la tua luce,
la tua tenebra 
sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta 
di trascorse generazioni.

Ti chiameranno 
riparatore di brecce,
e restauratore di strade 
perché siano popolate.
Se tratterrai il piede 
dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari 
nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato 
delizia e venerabile 
il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l'eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato.




Sant'Agostino (354 - 430 d.C.), 
commenta così la Scrittura e le pratiche cristiane di Digiuno - Preghiera - Carità:

"Spezza il tuo pane per chi ha fame (Is 58, 7), ha detto Isaia; 
non credere che sia sufficiente il digiuno. Il digiuno ti mortifica, non soccorre gli altri. Saranno fruttuose le tue privazioni se donerai ad altri con larghezza. 
Ecco, hai defraudato la tua anima; 
a chi darai ciò che ti sei tolto? 
dove porrai ciò che hai negato a te stesso? Quanti poveri potrebbe saziare il pranzo che noi oggi abbiamo interrotto! 
Il tuo digiuno deve essere questo: mentre un altro prende cibo, godi di nutrirti della preghiera per la quale sarai esaudito. 
Continua infatti Isaia: Mentre ancora tu parli, io ti dirò: ecco son qui; se spezzerai di buon animo il pane a chi ha fame (Is 58, 9-10)
perché di solito ciò vien fatto con tristezza e brontolando, per evitare il fastidio di colui che chiede, non per ristorare le viscere di chi ha bisogno.
Ma Dio ama chi dona con letizia (2 Cor 9, 7). Se avrai dato il pane con tristezza, hai perduto il pane e il merito. Fa' dunque questo di buon animo, affinché colui che vede dentro mentre ancora stai parlando ti dica: Ecco son qui. 
Con quanta celerità sono accolte le preghiere di coloro che operano il bene! 
Questa è la giustizia dell’uomo in questa vita, il digiuno, l’elemosina, la preghiera. 
Vuoi che la tua preghiera voli fino a Dio? Donale due ali: il digiuno e l'elemosina. 
Così ci trovi, così tranquilli ci scopra la luce di Dio e la verità di Dio, quando verrà a liberarci dalla morte Colui che già è venuto a subire la morte per noi. Amen.


Nota di Francesca sulla versione di Isaia nei discorsi e negli scritti di Sant'Agostino. 
È noto che egli usava la traduzione detta "dei Settanta" (o Septuaginta), cioè la versione greca del testo ebraico [secondo gli studi attuali si tratterebbe del testo ebraico pre-masoretico].
Per questo motivo, nel testo che hai appena letto qua sopra è evidente il senso (che è uguale a quello della traduzione CEI basata sul testo ebraico masoretico), ma le due versioni non sono sovrapponibili "alla lettera".

Colgo l'occasione per dare un'informazione: 
la Chiesa Cattolica sostiene l'ispirazione sostanziale della Sacra Scrittura (da accompagnarsi con la Sacra Tradizione onde comprendere il significato completo della Rivelazione), mentre non sostiene la teoria dell'ispirazione letterale / verbale. 
Per essere più precisa: nell'ispirazione sostanziale sono compresi anche i resoconti letterali di eventi e di parole (ad esempio le frasi e le azioni di Gesù nei vangeli), ma in generale - anche per capire nel modo giusto ciò che dice Gesù - la Scrittura necessita di un'interpretazione "secondo il senso" (che è anche il contesto), e non "secondo la lettera".

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