Relazione ebraismo - cristianesimo: tre punti fermi per i fedeli cattolici 🌹🌹🌹





A volte, mi sono resa conto, con tristezza, che... almeno tre fatti assodati della relazione tra ebraismo/giudaismo e cristianesimo non sono ancora adeguatamente acquisiti nella vita e nella mentalità di gran parte dei cattolici praticanti - pur non mettendo essi in dubbio l'ebraicità di Gesù, degli Apostoli, di Maria, di Giuseppe, eccetera.

O forse, in qualche modo, quelli che elencherò qui di seguito, sono dei dati conosciuti sì, ad un livello intellettuale e teorico, ma spesso passano in secondo piano nella spiritualità e nel concreto del quotidiano, lasciando molto impoverita (per non dire monca) la fede cristiana.

A latere della Giornata di ieri
mi sembra opportuno richiamare questi 3 punti:

1.🌹 Un cristiano non-ebreo 
[a differenza di un fratello ebreo cristiano, il quale era già parte del Popolo di Dio anche prima di riconoscere il Messia]
entra a far parte del Popolo di Dio in virtù e per mezzo di Gesù Cristo, il Messia d'Israele. 
Certo, dopo duemila anni di studi si possono aggiungere molte altre "teologie" e altri ottimi punti di vista al riguardo, ma quella realtà basilare non potrà mai cambiare.
Ecco ad esempio una spiegazione molto chiara di Papa Benedetto XVI:

"(...) questo elemento, che nei Padri è considerato come espressione della continuità tra Antico e Nuovo Testamento. 
Nel testo del Nuovo Testamento, la parola “Laos tou Theou”, corrispondente ai testi dell’Antico Testamento, significa – mi sembra con solo due eccezioni – l’antico Popolo di Dio, gli ebrei che, tra i popoli, “goim”, del mondo, sono “il” Popolo di Dio. 
E gli altri, noi pagani, non siamo di per sé il Popolo di Dio, diventiamo figli di Abramo, e quindi Popolo di Dio entrando in comunione con il Cristo, che è l’unico seme di Abramo. Ed entrando in comunione con Lui, essendo uno con Lui, siamo anche noi Popolo di Dio. 
Cioè: il concetto “Popolo di Dio” implica continuità dei Testamenti, continuità della storia di Dio con il mondo, con gli uomini, ma implica anche l’elemento cristologico. Solo tramite la cristologia diveniamo Popolo di Dio e così si combinano i due concetti. 
Ed il Concilio ha deciso di creare una costruzione trinitaria dell’ecclesiologia: Popolo di Dio Padre, Corpo di Cristo, Tempio dello Spirito Santo" (...)
Fonte: 

Il discorso non è "scavalcabile" con altre teorie. Si possono affiancare altre valide teorie che lo arricchiscono, ma quel concetto primario ha validità permanente, sicura e inopinabile. Soprattutto per i cattolici. 
Perché - dico - soprattutto per noi?
Perché noi cattolici crediamo al Battesimo sacramentale che attua il nostro innesto in Cristo. È una realtà di anima e corpo, di carne e spirito. Non è una cosa "simbolica". Il Sacramento, per noi, è intervento diretto del Signore (Dio Uno e Trino) sulla persona umana: un intervento che realizza un cambiamento reale.
[Nota. In linguaggio teologico cattolico i sacramenti si definiscono segni efficaci della grazia, cioè i sacramenti realizzano davvero - in modo invisibile - ciò che all'esterno è visibile nel segno: realizzano ciò che è detto e fatto nel rito di amministrazione del sacramento stesso. Non si tratta di simbologie o di rappresentazioni metaforiche, ma si tratta appunto di "segni esterni" che corrispondono ad un operare sull'essenza della persona che li riceve - perché è Dio stesso che opera attraverso i suoi ministri]


2.🌹 Il popolo ebraico continua e sempre continuerà ad essere la nostra sacra radice, indipendentemente dal fatto che l'ebraismo non riconosca Gesù come Messia e Figlio di Dio.
Radice santa e/o radice sacra sono i termini più adeguati da usare perché descrivono la realtà.
Vediamo ad esempio il termine utilizzato da Papa Francesco nel documento Evangelii Gaudium:

"La Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana (cfr Rm 11,16-18)"
Fonte: 
Evangelii Gaudium paragrafo 247.

3.🌹 La scoperta (o una ri-scoperta più attiva) delle radici ebraiche della propria fede è una parte essenziale dell'essere cristiani. Per la vita di un cattolico in particolare - per i motivi già esposti - non può trattarsi di un elemento "facoltativo".
La Giornata del dialogo tra ebrei e cattolici - al di là del partecipare ad incontri amichevoli di studio biblico - dovrebbe essere anche e soprattutto il "riconnettersi" in modo vitale con la radice ebraica del proprio Credo cristiano. 
In altre parole: il senso di questa Giornata non è (non dovrebbe essere) soltanto uno scambio intellettuale tra fedi diverse per analizzare i punti in comune e le differenze, ma è (dovrebbe essere) il riconoscere - nella propria fede cristiana, nella propria vita quotidiana - il valore fondamentale della radice ebraica. 
(Sottolineo un'ovvietà: senza le proprie radici non si va da nessuna parte... Neanche a discutere di ecumenismo con le chiese cristiane separate - giusto per ricordare la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani che inizia oggi 18 gennaio).

In tal senso, ho molto apprezzato il fatto che il Sussidio 2023 sia stato molto chiaro sugli obiettivi della Giornata del dialogo cattolico-ebraico:

"Il sussidio è uno strumento, 
pensato per le comunità cristiane 
(parrocchie, scuole, gruppi, associazioni, movimenti, comunità, istituti religiosi, circoli culturali, federazioni…), 
con l’obiettivo di avviare e sostenere,
nei differenti contesti,
processi di dialogo con le realtà ebraiche 
e di riscoperta delle radici ebraiche della e nella fede cristiana."





"Se le primizie sono sante, lo sarà anche tutta la pasta; se è santa la radice, lo saranno anche i rami"
(Lettera di San Paolo ai Romani 11,16)

"Se ti vuoi proprio vantare, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te"
(Lettera di San Paolo ai Romani 11,18)

[Nota per i pignoli: sì, certo, tralascio di proposito, in questa sede, altri versetti dello stesso capitolo nella stessa lettera del mio amato San Paolo, in quanto - se non adeguatamente contestualizzati - possono essere fraintesi di brutto. O strumentalizzati, come purtroppo è già accaduto]

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