Senza bisogno di essere grandi esperti in materia, credo che sia abbastanza evidente una realtà di fatto: attualmente nella Chiesa abbiamo - di base - due tendenze in contrasto tra loro.
Mi spiego meglio.
Il problema è dovuto ad un comune difetto umano: quello di rinchiudersi in posizioni per partito preso - un difetto che il cattolicesimo ha sempre tentato di correggere promuovendo l'et-et al posto del banale e categorico pensiero mondano che vuole l'aut-aut (salvo poi, a volte, aver accettato anche nel mondo cattolico, per opportunismo, i peggiori compromessi che mimavano falsamente i virtuosi et-et, proprio laddove l'aut-aut sarebbe stato la vera scelta virtuosa e sacrosanta onde "rimaner cristiani":
il celebre "sì, sì / no, no" evangelico. Che nulla ha a che fare con l'ottusità dell'aut-aut, il quale afferma la propria arbitraria divisione bene/male o buono/cattivo, senza basi oggettive, magari anche sull'onda della moda del momento - e qui mi riferisco pure alle correnti e alle mode teologiche che hanno piagato la Chiesa, cioè inflitto piaghe e procurato brutte pieghe, lungo i secoli di storia. Anche se nessuna moda teologica è mai diventata un dogma e manco ci è andata vicino, è pur vero che certe "correnti" hanno comunque influenzato il pensiero di periodi storici, brevi o lunghi).
A volte la Chiesa (nel senso della struttura istituzionale umana) è riuscita ad insegnare e a praticare il virtuoso benefico equilibrio dell'et-et; ...altre volte no.
A volte la Chiesa stessa (sempre nella sua parte di organizzazione umana) è stata perfino parte del problema; ...altre volte è stata parte determinante delle più luminose soluzioni - indicando tutti i possibili et-et nel loro bene oggettivo e perciò armonizzabile nelle diverse realizzazioni.
Vediamo, in breve, le due "teorie" cattoliche che oggi tendono (a torto!) ad entrare in conflitto tra loro:
- da una parte si vuole interpretare e si vuole presentare Gesù Cristo (Figlio di Dio) come il Verbo fatto Carne che compie le azioni di Salvezza all'interno della relazione tra Dio e Uomo. Sottolineo: all'interno della relazione tra Dio e Uomo, laddove "uomo" è inteso come la singola persona catechizzata o come una generica umanità. Punto e basta.
In questa prospettiva, e solo all'interno di questa relazione, vengono spiegate la filosofia e la teologia insieme al Vangelo (inteso come annuncio-kerigma) e in generale alla Sacra Scrittura.
Lo slogan di questo gruppo potrebbe recitare all'incirca così: se non spieghi subito entro i primi 5 minuti cosa ha fatto Gesù Cristo per gli uomini, e se non ripeti il kerigma-base ad ogni incontro o discorso di catechesi, la persona non capisce perché Gesù è importante nella sua vita.
- da un'altra parte si vuole interpretare e si vuole presentare Gesù Cristo (Figlio di Dio) come il Messia d'Israele e la Luce di tutte le Genti. In questa prospettiva viene spiegata per "blocchi" (con metodo didattico, similare a quello della scuola) la Storia della Salvezza nella successione degli eventi biblici (cioè quelli che si leggono nella Bibbia) a partire dal Primo / Antico Testamento con il Libro della Genesi, con Adamo ed Eva, fino ad arrivare al Vangelo e a tutto il Secondo / Nuovo Testamento.
Lo slogan di questo gruppo potrebbe recitare all'incirca così: se non spieghi tutta la storia dal primo capitolo di Genesi, in rigoroso ordine cronologico con tutti gli episodi biblici del caso, le persone non capiscono perché Gesù è importante nella loro vita.
Qual è il problema?
Il problema è che se le due teorie non vengono mai messe insieme (per motivi ideologici, per genuine buone intenzioni oppure per la solita ignoranza) possono uscirne dei veri disastri. In termini di Fede cristiana, intendo.
Sì, perché, in entrambe le prospettive - se mantenute separate e distanti tra loro - saranno sempre in agguato degli eccessi e il sopraddetto aut-aut.
Non credo di essere l'unica cattolica ad aver visto tra i cattolici molteplici "casi strani" legati a tali eccessi - sfociati in qualcosa che poi assomiglia poco al cristianesimo.
Infatti, in accordo con la mentalità mondana corrente, quel famigerato aut-aut tante volte diventa una sorta di fondamentalismo anche nelle persone più insospettabili. Intendiamoci: il "fondamentalista cattolico" è sempre un tipo da divano, un predicatore da tastiera e un personaggio pacifico che discute nelle riunioni parrocchiali (o anche a livelli ecclesiali superiori)... Però i suoi danni riesce a farli comunque in quanto contribuisce efficacemente a coltivare atteggiamenti già molto comuni e diffusi. Purtroppo. Atteggiamenti che formano (o meglio, deformano) una comunità, un ambiente, una mentalità.
[Se la cosa parta più dall'alto o più dal basso, mah, è difficile dirlo in questo momento. Ci sono in gioco tante componenti culturali e multifattoriali in senso più ampio].
La faccio breve:
il primo atteggiamento, pur buono, se portato all'eccesso, sfocia nel celeberrimo
marcionismo di antica memoria [Nota: per info sul marcionismo vedi
QUI ].
Può essere sottinteso, può essere anche inconsapevole, ma sempre quello è. Inoltre, anche senza remote influenze di Marcione, si può scivolare facilmente in una visione del tutto isolata della figura di Gesù Cristo, come se Egli fosse apparso dal nulla. E così il "Dio-con-noi" non risulta più tanto "con noi" (un'espressione che, in teoria, nel cattolicesimo significherebbe precisamente "ognuno di noi"; sì, ma "noi" chi?) se tutto viene ridotto alla fede individuale intimistica focalizzata sul "personaggio" Gesù a sé stante, slegato da un popolo, da una comunità, da radici storiche, culturali e spirituali - e spesso perfino slegato dal Dio Uno e Trino!
Il secondo atteggiamento, pur buono, se portato agli estremi, sfocia in una specie di religione gnostica o di (confusa e complessa) istruzione intellettualistica tra la storia e la metafora - che molto presto la gente archivierà come un vecchio film già visto, uno tra i tanti. Come un racconto storico infarcito di leggende moralistiche: "l'ho capito, è stato bello, parlava di un popolo antico e lontano, ma non c'entra niente con la mia vita, e tantomeno con la vera storia dell'umanità".
Aggiungo anche (dalla mia esperienza personale) che questo secondo gruppo ideologico - pur considerando parte integrante del cristianesimo le Scritture Ebraiche / Antico Testamento - non è comunque esente dal rischio del già citato marcionismo, sotto mentite spoglie, più subdole. Oppure, all'estremo opposto (non ci facciamo mancare niente, noi!) abbiamo invece dei gruppi cattolici che predicano - e spesso vengono pure scambiati dalla gente comune - come Jehovah's Witnesses in quanto riducono Gesù Cristo ad un piccolo dettaglio della storia, un dettaglio presentato in tutti gli aspetti come "dipendente" dalla grande storia, concentrata principalmente sui Patriarchi biblici.
[Nota: ricordo ai lettori che in Italia c'è libertà di religione e di pensiero, perciò ogni persona va rispettata nelle sue scelte e può andare a "fare gruppo" con chi le pare e piace. Qui però sto parlando di tutt'altro argomento. Il nome del gruppo religioso l'ho scritto apposta in inglese per indicare che l'ho preso come macro-esempio di una "filosofia" che è tipicamente anti-cattolica. Non come accusa personale verso chi segue determinate teorie o credenze religiose].
Certo, certo: qualcuno mi dirà che se manca la Fede manca tutto;
e che la Fede può darla solo Dio;
e che tutto il resto sono solo "parole, parole, parole". (cit.) .
Ok, ok, è vero!
Ma anche il racconto e la descrizione della Fede hanno la loro importanza nella trasmissione della stessa in una comunità cristiana - e sono importanti soprattutto nel favorire (o al contrario, nell'ostacolare) l'accoglimento del dono di Dio - la Fede - che avviene sempre nella relazione diretta tra Dio e la persona.
Ricapitolando.
Il "problemino" che ho appena esposto va ad influire in modo particolare sulla questione dei due battesimi, per come sono presentati e quindi percepiti dai fedeli cattolici.
Col risultato che... Entrambi oggi sono poco compresi.
Non è proprio un caso che ci sia confusione anche sul battesimo sacramentale... Con conseguente sottovalutazione, svalutazione, equiparazione ad un rito civile.
Figuriamoci la confusione che regna sulla relazione (storica e teologica) tra i due battesimi che si leggono nel Nuovo Testamento.
[Nota. Più avanti, in questo post, riporterò anche passi del NT che contribuiscono a chiarire]
Ritornando alle posizioni già descritte, in forte contrasto ideologico sul modo di presentare (e trasmettere) la Fede cattolica, voglio ripetere:
esse partono con buone intenzioni e hanno ottime motivazioni di base. Senza dubbio vogliono dire e dicono delle verità, affrontate da due prospettive diverse.
Ma la realtà è che la separazione dei due approcci in assetto da aut-aut le rende entrambe sia "eccessive" che incomplete (e in definitiva spesso sterili) quando sono presentate al cittadino del mondo moderno, al ragazzino del catechismo, al cattolico secolarizzato che assiste alla Messa... cioè persone già abituate ad accettare e ad applicare tutti i giorni gli schemi culturali frammentati della nostra società.
Di conseguenza, gli stessi fedeli cattolici (e/o coloro che si avvicinano alla Chiesa) non hanno nessun problema ad accettare la stessa mentalità nelle questioni di Fede (tanto più che la Fede fa già parte di uno dei tanti compartimenti stagni della vita attuale. Compartimenti e blocchetti sostituibili, rimpiazzabili).
Il punto.
Personalmente mi rifiuto di partecipare al lavoro di chi - consapevole o inconsapevole - vuole trasformare due punti di vista (che andrebbero uniti!) in due fazioni separate in lotta all'interno della Chiesa.
Vorrei dare invece un contributo costruttivo nel senso contrario (a quello che mi appare un baratro di non-senso).
Perciò continuo a sviluppare il tema degli ultimi due post sul Battesimo di Gesù nel fiume Giordano (
Post n.1 e
Post n.2 ), allo scopo di mettere in evidenza
l'integrazione vitale e profonda di parti costitutive della nostra Fede, spesso erroneamente presentate come "in contrasto" tra loro (oppure come se una parte fosse "trascurabile" di fronte ad un'altra preminente, anche se in realtà le due sono collegate, da sempre e per sempre. Insostituibili).
Perché cercarne l'integrazione,
in modo così insistente?
Perché, in definitiva,
quel contrasto divisivo provoca la perdita della visione cattolica
e ostacola la possibilità di entrare in una grande fede che vive nella storia degli uomini e nel concreto di ogni singola persona.
Quindi, dopo tutta la lunga premessa problematica, ecco un possibile percorso (altrettanto corposo) per andare nella direzione della soluzione.
Lo propongo così:
1) lettura di alcuni passi/episodi dalla Sacra Scrittura, Vangeli e Atti degli Apostoli
2) le interpretazioni dei Padri della Chiesa, i loro commenti fin dall'antichità. Per questi, vedi o rivedi il
Post n.2
3) lettura di alcuni estratti scelti dal libro La Promessa di Jean-Marie Lustiger, cardinale ebreo cattolico - il quale secondo me riesce a realizzare una buona sintesi, anche sui due battesimi.
Da considerarsi almeno come inizio per la necessaria consapevolezza che dovrebbe avere un cristiano riguardo al proprio Credo.
4) lettura di alcuni estratti scelti dal libro Gesù di Nazaret di Joseph Ratzinger (Papa emerito Benedetto XVI) sul battesimo di Gesù - in relazione al nostro battesimo. Esposizione molto chiara, e ottima sintesi anche in questo caso.
5) significato dell'attualizzazione
nella liturgia cattolica e nella vita dei cattolici (praticanti).
Differenze significative rispetto ad altre concezioni / religioni - e di conseguenza rilevanza concreta per tutta la faccenda dei due battesimi.
Dopodiché, l'approfondimento della Fede e le numerose direzioni di tale approfondimento sono sempre materia di scelta personale - da portare avanti in fruttuosa comunione col Magistero della Chiesa. "Et-et", anche in questo caso.
🌿✅ Buona lettura ✅🌿
📜🌿🕎✝️
1) Sacra Scrittura
Luca 1,11-17
Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore.
Ma l'angelo gli disse:
«Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Luca 1,57-64
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».
Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome».
Tutti furono meravigliati.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Luca 1,67-80
[Cantico di Zaccaria, padre di Giovanni Battista]
Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace».
Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Luca 7,29
[Gesù afferma]
"Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni".
Luca 9,7-9
Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?».
E cercava di vederlo.
Luca 16,16-17
[Gesù afferma]
"La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il Regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.
È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge."
[Nota: risulta ovvio dal contesto che in questo caso la Legge è la Torah (=Pentateuco).
Nel secondo versetto il termine Legge sembra quello ancora più ampio che include sia la Torah che i precetti provenienti dall'interpretazione della Torah]
Luca 12,50
[Gesù dice:]
"C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!"
Marco 1,2-5
Come è scritto nel profeta Isaia:
"Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri",
si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Matteo 11,7-10
Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta.
Egli è colui, del quale sta scritto:
Ecco, io mando davanti a te
il mio messaggero
che preparerà la tua via
davanti a te."
Matteo 11,13-15
[Gesù afferma]
"La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda."
Matteo 16,13-15
Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'Uomo?».
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
Matteo 21,23-27
Entrato [Gesù] nel Tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal Cielo o dagli uomini?».
Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: 'dal Cielo', ci risponderà: 'perché dunque non gli avete creduto?'; se diciamo 'dagli uomini', abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni
un profeta».
Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo».
Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Giovanni 1,26-37.40-42
Giovanni rispose loro:
«Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse:
«Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele».
Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
[...]
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».
Giovanni 3,22-24
Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.
[Nota della Bibbia di Gerusalemme al versetto Gv 3,22: “battesimo identico a quello che dava Giovanni Battista”]
Giovanni 4,1-3
Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea.
Giovanni 5,33-47
[Gesù risponde a chi lo accusa e lo avversa]
"Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?"
Giovanni 10,40-42
[Gesù] Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
E in quel luogo molti credettero in lui.
Atti 1,1-5
Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».
Atti 1,21-22
[Il contesto: è il discorso di Pietro per la decisione del sostituto di Giuda, al fine di mantenere il primo ministero apostolico con 12 persone, come stabilito da Cristo]
"Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione".
Atti 8,34-38
[Il contesto: è l'episodio in cui l'Apostolo Filippo spiega la Scrittura e poi battezza un eunuco, funzionario della regina d'Etiopia. L'incontro avviene sulla strada tra Gerusalemme e Gaza. Filippo effettuerà il battesimo cristiano grazie ad un bacino o corso d'acqua qualsiasi; il testo dice soltanto "giunsero ad un luogo dove c'era acqua"]
(...) L'eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?».
Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: «Ecco qui c'è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?». Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò. (...)
Atti 13,23-24
[Il contesto: è il discorso di Paolo al popolo di Israele e ai cosiddetti "timorati di Dio", cioè ai non ebrei di ogni provenienza che - già da prima di conoscere Cristo - seguivano la fede ebraica senza essere circoncisi]
"Dalla discendenza di lui [Davide], secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele."
Atti 18,24-25
Arrivò a Efeso un Giudeo, chiamato Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, versato nelle Scritture. Questi era stato ammaestrato nella via del Signore e pieno di fervore parlava e insegnava esattamente ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.
Atti 19,1-5
Qui [Paolo] trovò alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?».
Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo».
Ed egli disse: «Quale battesimo avete ricevuto?».
«Il battesimo di Giovanni», risposero.
Disse allora Paolo: «Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù».
Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù.
Atti 26,22-23
[ Il contesto: Paolo, prigioniero in attesa di giudizio, alla fine del suo discorso davanti al re Agrippa, ospite del governatore romano Festo che aveva "condiviso" il caso con l'ospite Agrippa, dice: ]
"Null'altro io affermo se non quello che i profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo sarebbe morto, e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunziato la luce al popolo e ai pagani"
Lettera di San Paolo ai Colossesi 2,6-7.11-14
"Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l'avete ricevuto, ben radicati e fondati in Lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie."
"In Lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Con Lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in Lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce".
2) Cosa hanno detto i Padri della Chiesa. Consulta o rivedi (se già li conoscevi) alcuni estratti sul Post n.2
3) estratti dal libro La Promessa, Jean Marie Lustiger, 2002
"Sulla natura del battesimo di Giovanni Battista.
Qual è il suo significato e qual è la sua importanza per la Chiesa? È un punto fondamentale nel Vangelo, che ha conservato tutta la sua forza. Ma è un punto spesso disconosciuto ed eluso, perché il battesimo di Giovanni viene visto come una vaga preparazione, una specie di cerimonia penitenziale che precede Natale o Pasqua, per rimettere le cose un po' in ordine.
In realtà, il battesimo di Giovanni è l'origine del battesimo con cui siamo stati battezzati noi.
(...)
Si tratta dello stesso atto fondamentale che inaugura il Regno dei Cieli."
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 76)
"L'evangelista [Matteo], che si rivolge alla fede dei discepoli, presenta Gesù come colui nel quale si compie la promessa fatta ad Israele. (...)
Risulta, a questo proposito, come sia possibile ricevere lo Spirito di Gesù soltanto a condizione di condividere la speranza di Israele e di accedervi.
È il significato del battesimo, poiché il battesimo - secondo la formula di San Paolo - è un'incorporazione a Cristo. Ma è anche, nello stesso tempo ed in modo indissolubile (altrimenti non avrebbe significato) un'incorporazione ad Israele.
Il fatto che oggi molti ebrei non lo riconoscano è tutt'altra questione. La questione che riguarda noi è sapere in che modo il discepolo di Cristo può riceverlo e in che modo può credervi; a quali condizioni vi crede veramente. (...)
Credere in Cristo vuol dire, precisamente, accogliere come una grazia l'immissione in questa storia e riceverne gratuitamente i frutti."
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 89-90)
"il battesimo che Gesù riceve da Giovanni Battista è il rito al quale egli si è sottomesso per essere l'Israele obbediente a Dio. Egli vive questo battesimo fino in fondo:
"C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!" (Luca 12,50) - dice ai discepoli, parlando della sua prossima Passione.
(...)
I cristiani battezzati in Cristo partecipano al mistero compiuto nel battesimo di Gesù.
(...)
Non c'è sostituzione,ma aggregazione al popolo che dipende interamente da Dio e che riceve tutta la sua sussistenza da Dio, nell'obbedienza a Dio. "
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 117-118)
"Se l'evangelista [Matteo] inizia il suo racconto con una genealogia è perché qui non si parla di un bambino qualsiasi, venuto da chissà dove. È colui che viene rivelato come segno, speranza delle nazioni e salvezza, lui e non un altro, colui del quale dobbiamo accettare la storia singolare, senza la quale non vi è più un Salvatore perché non vi è più la storia.
Il cammino che i pagani dovranno compiere è proprio quello di venire a Gerusalemme, per accogliere questo Messia in questa storia. E ancora di più poiché non esiste una storia senza un'Elezione, i pagani non entreranno nella storia della salvezza e non saranno salvati se non faranno di questa storia la loro storia."
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 43)
"Ebrei e cristiani, incontrandosi e misurando le loro differenze, possono comprendere meglio ciò che è stato dato loro come evidenza fondante e compito primordiale: rivelare ad una umanità frazionata la chiamata all'unità, più grande e più forte della sua immensa diversità.
Ricordare questa prospettiva non significa minacciare l'originalità ebraica o l'identità cristiana." (...)
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 190)
"Ebrei e cattolici hanno in comune, nello stesso tempo, sia una radice che un conflitto. (...)
Chi non avverte qui che le tensioni possono essere tanto più forti e dolorose quando i punti di accordo e di comunione sono più solidi? Dal momento che veniamo dalla stessa radice, ogni tensione è vissuta come la nascita di una rottura, di un rifiuto; ma essa può anche essere vissuta nella speranza di una luce sempre più grande."
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 193)
"L'avvenire comune fra ebrei e cattolici non si riduce soltanto a limitare il possibile contenzioso. Non può accontentarsi di una pacifica, mutua comprensione e, neppure, di una solidarietà al servizio dell'umanità. Questo avvenire richiede un lavoro su ciò che è comune e su ciò che separa. Che le differenze e le tensioni diventino uno stimolo per un approfondimento, sempre più attento e docile, del mistero di cui la storia ci costituisce eredi indivisi. L'incontro tra ebrei e cristiani è al servizio dell'umanità, fonte d'ispirazione per la pace e per la benedizione di tutti."
Jean-Marie Lustiger, La Promessa, 2002 (Pag. 195)
4) dal libro Gesù di Nazaret, primo volume, del Papa emerito Benedetto XVI
"La disputa tra il Battista e Gesù, di cui ci parla Matteo, dava voce anche a una loro domanda a Gesù: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?» (Mt 3,14).
Matteo ci racconta: «Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì» (Mt 3,15).
Il senso di questa risposta, che suona enigmatica, non è facile da decifrare. [...]
Nel mondo in cui vive Gesù, «giustizia» è la risposta dell’uomo alla Torah, l’accettazione della piena volontà divina, è prendere su di sé «il giogo del regno di Dio», secondo la formulazione giudaica.
Il battesimo di Giovanni non è previsto dalla Torah, ma con la sua risposta Gesù lo riconosce come espressione del sì incondizionato alla volontà di Dio, come obbediente assunzione del suo giogo. [...]
Solo a partire dalla croce e dalla risurrezione l’intero significato di questo avvenimento è divenuto chiaro. [...]
Che cosa ha fatto Gesù?
Luca, che in tutto il suo Vangelo presta una viva attenzione alla preghiera di Gesù, e lo presenta costantemente come Colui che prega – in dialogo con il Padre -, ci dice che Gesù ha ricevuto il battesimo stando in preghiera (cfr. 3,21).
A partire dalla croce e dalla risurrezione divenne chiaro per i cristiani che cosa era accaduto:
Gesù si era preso sulle spalle il peso della colpa dell’intera umanità: lo portò con sé nel Giordano.
Dà inizio alla sua attività prendendo il posto dei peccatori. La inizia con l’anticipazione della croce.
[...]
Il significato pieno del battesimo di Gesù, il suo portare «ogni giustizia» si rivela solo nella croce: il battesimo è l’accettazione della morte per i peccati dell’umanità, e la voce dal cielo «Questi è il Figlio mio prediletto» (Mc 3,17) è il rimando anticipato alla risurrezione.
Così si comprende il motivo per cui nei discorsi propri di Gesù la parola «battesimo» designa la sua morte. (cfr. Mc 10,38; Lc 12,50).
Solo a partire da qui si può capire il battesimo cristiano.
L'anticipazione della morte sulla croce, che era avvenuta nel battesimo di Gesù, e l'anticipazione della risurrezione, annunciata dalla voce dal cielo, ora sono diventate realtà.
Così il battesimo con acqua di Giovanni riceve pienezza di significato dal battesimo di vita e di morte di Gesù.
Accettare l’invito al battesimo significa ora portarsi al luogo del battesimo di Gesù e così nella sua identificazione con noi ricevere la nostra identificazione con Lui.
Il punto della sua anticipazione della morte è ora diventato per noi il punto della nostra anticipazione della risurrezione insieme con Lui.
[...]
In questo contesto conviene ascoltare il quarto Vangelo, secondo il quale Giovanni il Battista, nel vedere Gesù, pronunciò le seguenti parole: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1,29).
[...]
Che cosa significa «agnello di Dio»? Perché Gesù viene chiamato «agnello» e perché questo «agnello» porta via i peccati del mondo, li vince fino a togliere loro sostanza e realtà?
Joachim Jeremias ha messo a disposizione i mezzi decisivi per comprendere in modo corretto questa parola e poterla considerare – anche dal punto di vista storico – come vera parola del Battista. Anzitutto sono riconoscibili in essa due allusioni veterotestamentarie.
Il canto del servo di Dio in Isaia 53,7 paragona il servo sofferente a un agnello che viene condotto al macello: «Come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, [egli] non aprì la sua bocca».
Ancora più importante è il fatto che Gesù fu crocifisso durante una festa di Pasqua ebraica e dovette dunque sembrare proprio il vero agnello pasquale, in cui si compiva quello che era stato il significato dell’agnello pasquale nell’uscita dall’Egitto: liberazione dalla mortale tirannia egizia e via libera all’esodo, al cammino verso la libertà della promessa.
A partire dalla Pasqua la simbologia dell’agnello è divenuta fondamentale per la comprensione di Cristo.
La troviamo in Paolo (cfr. 1 Cor 5,7), in Giovanni (cfr. 19,36), nella Prima Lettera di Pietro (1,19) e nell’Apocalisse (per esempio 5,6).
Jeremias sottolinea inoltre che l’unica parola aramaica talja’ significa sia «agnello» sia «giovanetto», «servitore» (GLNT I 919).
Così le parole del Battista possono aver indicato anzitutto il servo di Dio, che con le sue penitenze vicarie «porta» i peccati del mondo; ma nello stesso tempo esse lo facevano riconoscere come il vero agnello pasquale, che espiando cancella i peccati del mondo.
[...]
Se nell’angustia dell’oppressione egizia il sangue dell’agnello pasquale era divenuto decisivo per la liberazione di Israele,
Egli, il Figlio che è divenuto servo – il pastore che è diventato agnello – si fa garante non più soltanto per Israele, ma per la liberazione del «mondo», per l’intera umanità.
Con ciò ho toccato il tema dell’universalità della missione di Gesù.
Israele non esiste solo per se stesso: la sua elezione è la via attraverso la quale Dio vuole arrivare a tutti.
Incontreremo ripetutamente il tema dell’universalità quale centro autentico della missione di Gesù. Con la frase dell’agnello di Dio che porta i peccati del mondo, nel quarto Vangelo tale tema è presente subito all’inizio del cammino di Gesù.
[...]
La sua comunione di volontà con il Padre, l’«intera giustizia» che adempie, apre il cielo, che per natura è il luogo in cui si adempie perfettamente la volontà di Dio.
A ciò si aggiunge poi la proclamazione da parte di Dio, il Padre, della missione di Cristo, che però non annuncia un fare, ma il suo essere: Egli è il Figlio prediletto, su cui sta il beneplacito di Dio.
Infine vorrei far notare che qui, insieme con il Figlio, incontriamo anche il Padre e lo Spirito Santo: si preannuncia il mistero di Dio Trinità, che naturalmente può svelare se stesso nella sua profondità solo nel corso dell’intero cammino di Gesù.
In questo senso, tuttavia, si delinea un arco che unisce quest’inizio del cammino di Gesù alle parole con le quali il Risorto invierà i suoi discepoli nel «mondo»: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19).
Il Battesimo che i discepoli di Gesù amministrano da quel momento in poi è l’ingresso nel battesimo di Gesù, l’ingresso nella realtà che Egli con esso ha anticipato. Così si diventa cristiani." [...]
Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, primo volume (Dal Battesimo alla Trasfigurazione)
Estratti scelti dal Capitolo 1.
5) ripasso (o presa di coscienza per chi non lo sapesse) di cos'è "l'attualizzazione" nella liturgia cattolica e nella vita dei cattolici praticanti
Partiamo dall'ultima parte dell'estratto dal libro
Gesù di Nazaret di Benedetto XVI.
[...] "il tema dell’universalità della missione di Gesù.
Israele non esiste solo per se stesso: la sua elezione è la via attraverso la quale Dio vuole arrivare a tutti.
Incontreremo ripetutamente il tema dell’universalità quale centro autentico della missione di Gesù.
[...] si delinea un arco che unisce quest’inizio del cammino di Gesù alle parole con le quali il Risorto invierà i suoi discepoli nel «mondo»: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19).
Il Battesimo che i discepoli di Gesù amministrano da quel momento in poi è l’ingresso nel battesimo di Gesù, l’ingresso nella realtà che Egli con esso ha anticipato. Così si diventa cristiani." [...]
Fine citazione Joseph Ratzinger, Papa emerito Benedetto XVI
Dunque:
Il battesimo cristiano è l'ingresso nel battesimo di Gesù, l'ingresso nella realtà che Egli con esso ha anticipato: la Croce, la Passione, la Morte e la Resurrezione. La vittoria del Figlio di Dio sul potere del peccato. La vittoria dell'Altissimo, Dio Onnipotente sul poco-potente peccato, ora ridotto all'impotenza. Attraverso il Figlio fatto Uomo.
C'era forse qualche dubbio su chi avrebbe vinto la battaglia? Assolutamente NO.
Non è mai stata una battaglia del tipo "ora stiamo a vedere chi vince". Altrimenti Dio non sarebbe Onnipotente - e perciò non sarebbe Dio. È stata una battaglia del Dio-con-noi che apre la strada agli uomini e rimane vicino all'umanità ferita dal peccato.
Missione di Gesù e missione di Israele:
nella Liturgia e nella vita della Chiesa la Storia della Salvezza è nell'eterno presente.
Spiegazione
Cos'è il memoriale
nella Chiesa Cattolica?
Cosa intendiamo
con i termini
attualizzazione e ripresentazione?
"Attraverso la liturgia della Chiesa il Signore rende partecipi gli uomini di tutti gli eventi della sua vita. (...)
La Liturgia della Chiesa rende presenti e attuali tutti gli eventi della vita di Gesù.
Li rende contemporanei a ciascuno di noi e in questo modo attua nei Sacramenti l’opera della redenzione. (...)
Per questo i vari anni liturgici sono l’attualizzazione dell’anno di grazia (tutta la Sua vita) che il Signore è venuto ad inaugurare nella storia.
Questo avviene principalmente nella Santa Messa, che è il memoriale della Passione di Nostro Signore, della Sua Risurrezione, della sua ascensione al Cielo e di tutta la Sua vita.
Ogni Messa pertanto è anche memoriale della Sua Incarnazione e di ogni Sua attività. (...)
Ora il memoriale indica tre cose:
La prima: fa memoria di un evento passato.
La seconda: rende presente quell’evento.
La terza: segna beneficamente la vita di quanti vivono quell’evento."
Padre Angelo Bellon OP,
Docente e Teologo domenicano
Per tradurre la teologia in parole povere: nella liturgia cattolica e poi nella vita quotidiana che, di conseguenza, è formata, "impastata" e incarnata in quella liturgia, il fedele cattolico rivive, o meglio, continua a vivere e ad attualizzare quegli eventi. Per davvero. Non per metafora. [Questo è il valore e l'efficacia dei nostri Sacramenti; non sto affermando niente di nuovo].
Pensiamoci.
Dio non sceglie un popolo "a caso".
Dio non sceglie di assumere la natura umana entrando in "un popolo a caso".
Dio non unisce "a caso" la sua natura divina con la natura umana nell'unica persona divina del Cristo. La persona divina che è Cristo non è una persona "a caso" nella sua natura umana, unita definitivamente ed eternamente alla natura divina.
[ Nota: in teologia cattolica si specifica che le due nature di Cristo sono unite nell'unica persona divina. Le nature, divina ed umana, non sono fuse né confuse. Ma non sono neanche divise. Sono distinte - termine specifico teologico.
"non Dio che si collega ad un uomo ma che diventa un uomo, in un’unica persona in cui vivono in piena comunione la totalità della divinità e la totalità dell’umanità". Citazione Mons. Luigi Negri ]
E nemmeno le azioni di Cristo - tutte compiute all'interno del suo popolo, anche quando Egli si rivolge (raramente) ai non ebrei - possono essere azioni "a caso".
[Nota importante: Gesù dà mandato agli Apostoli di compiere la missione di evangelizzare e di battezzare ogni essere umano. A partire da quel momento i cristiani possono conoscere e considerare le Sacre Scritture (con la
Sacra Tradizione) come rivolte anche a loro, alla pari del Popolo Eletto. Ma, dal punto di vista strettamente storico, durante il Suo ministero, Gesù non si è rivolto quasi mai ai pagani in modo diretto. È in virtù del Suo esplicito
mandato - affidato ai discepoli
Ebrei di nascita e poi da essi stessi trasmesso, fin dai primi anni di missione,
anche ai discepoli ex-Gentili convertiti - che la Fede cristiana raggiunge tutti i popoli della terra. E continua a farlo].
Come cattolici, noi consideriamo il Regno di Dio come effettivamente già iniziato - con Cristo - qui sulla terra. Come la premessa visibile, già qui tra noi, del Mondo che Verrà.
[Nota: ho messo le maiuscole per evidenziare che si tratta di un'espressione ebraica, traduzione di: olam ha-ba, valida ancora oggi per gli ebrei praticanti].
Ebbene, qui sulla terra quel Regno si realizza con una storia precisa, in luoghi geografici precisi, con un popolo preciso e un disegno preciso. E raggiunge noi in modo preciso attraverso persone e "strade" precise.
Certamente, dopo tutte le suddette concretezze storiche, possiamo anche ricavare tutte le analogie, le metafore e le metafisiche che vogliamo: sono legittime (se pertinenti), sono al servizio della "descrizione" dell'infinito Dio (e piacciono tanto anche a me).
Ma fatto sta che - alla base di tutto e su questa terra - la Rivelazione ci è data dal Signore in una maniera precisa, in una terra precisa, con persone precise. E con azioni precise compiute da Gesù - tramandate secondo scelte precise degli Apostoli negli scritti degli evangelisti, oltre che nella Tradizione trasmessa dalla predicazione apostolica.
(Mi scuso per le ripetizioni... Anche perché poi ripeterò di nuovo il termine "preciso" 😇).
Dunque, secondo il cattolicesimo, non è possibile che la Sua Rivelazione chieda di "darsi al pensiero astratto sul Regno dei Cieli" e/o di ridurlo a "sfumature"e nuvolette fanta-teologiche.
Se tu, cattolico, credi di avere la cosiddetta "relazione personale con Dio" nella tua personale storia e nella tua vita, lo stai credendo oggi in virtù del fatto che Dio ha voluto - prima di te - una relazione personale con altre persone. Scelte da Lui. Persone precise, di un popolo preciso.
La relazione personale - anche storicamente considerata - era con loro ancora più forte e concreta: il contatto più diretto possibile col volto del Verbo fatto Carne. L'immagine visibile del Dio invisibile [cfr. Colossesi 1,15].
Se dunque tu credi che Dio abbia scelto te, devi credere anche che, in modo assolutamente privilegiato, ha scelto per prime quelle persone di quel popolo. E questa cosa, se davvero vuoi essere chiesa, non la puoi accantonare come elemento secondario.
Perché la Chiesa ha una base, un fondamento: Cristo.
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Vangelo secondo Luca 10,23-24
E volgendosi ai discepoli, in disparte, [Gesù] disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».
✳️✳️
Una forte sottolineatura della concezione cattolica di Anno Liturgico riguarda in particolare l'attualizzazione dei misteri di Cristo - attualizzazione non confinata alla liturgia eucaristica né alla sola parte finale della Redenzione compiuta dal Figlio di Dio.
L'Eucaristia è definita Fonte e Culmine della Vita della Chiesa. Perciò è certamente il fatto più grande che viene attualizzato: è quello dal quale scaturiscono tutte le attualizzazioni.
[Promemoria: ricordo che il primo Sacramento è il Corpo di Cristo, dal quale derivano tutti gli altri Sacramenti, incluso il Battesimo. Quindi l'Eucaristia (che è Gesù Cristo sacramentato), nella sua valenza fondante, viene prima del Battesimo - anche se i cristiani nella loro vita ricevono prima il Battesimo e poi gli altri Sacramenti].
Fonte: è fonte di qualcosa.
Culmine: è culmine di qualcosa.
Vita della Chiesa: è l'attualizzazione vivente, tutta intera, in tutte le sue dimensioni.
Ora: se la Chiesa attualizza tutti i misteri di Cristo, non solo la parte finale della Redenzione da Lui compiuta, e non solo l'Ultima Cena pasquale ripresentata alla Messa;
se tutti gli episodi evangelici costituiscono sempre un qui-e-ora per noi cattolici;
se la chiamata e l'Alleanza di Dio con Israele sono doni irrevocabili (cfr. Lettera di Paolo ai Romani);
allora non può essere che Israele sia l'unico elemento "tagliato fuori" da tutto ciò e/o che si possa considerarlo come "storia passata" o mera contingenza storica.
Certo, la Rivelazione cristiana e la Vita in Cristo comprendono elementi (fondamentali, essenziali!) che mancano ad Israele. Ma ciò non toglie che Israele rimane protagonista della fede cristiana. Senza ombra di dubbio.
Noi cattolici abbiamo (o siamo) il passaggio [non la sostituzione] da Israele alla Chiesa.
E se è vero che c'è quel passaggio... Non è campato per aria, ma prevede e continua a prevedere il binomio Israele-Chiesa.
Binomio significa binomio inscindibile, da sempre e per sempre.
Non significa che si può eliminare o sminuire il primo nome, facendo finta di niente.
(Sempre se è vera la nostra attualizzazione liturgica;
sempre se è vera la nostra ripresentazione del reale attraverso l'Anno Liturgico.
Ma se quella non è vera: noi siamo Protestanti. Non più Cattolici).
Infatti il tema è specificamente cattolico.
Riguarda i cattolici: i cattolici non-ebrei, gli ebrei cattolici, e le famiglie cattoliche miste (di quei due gruppi) che si sono formate lungo i millenni. Riguarda anche i cristiani delle chiese ortodosse, almeno per la parte sacramentale che coincide con quella cattolica (mentre non sono sufficientemente informata sul loro concetto di Anno Liturgico come attualizzazione della vita di Cristo nella Chiesa).
Non riguarda invece i Protestanti, i quali non hanno nessun concetto del genere e non credono a niente del genere (se non, in piccola parte, solo in alcuni gruppi più vicini al cattolicesimo).
Non riguarda gli ebrei, cioè non riguarda i credenti della parte di giudaismo/ebraismo, storica e teologica, che non ritiene Gesù di Nazaret il Messia di Israele e Figlio di Dio.
Da notare invece che il concetto di attualizzazione (Memoriale - Zikkaron) di determinati eventi biblici vissuti dal popolo ebraico è ben presente nel giudaismo antico e nell'ebraismo moderno: è appunto dal giudaismo antico che passa anche nel cristianesimo cattolico.
Allo stesso modo, la Scrittura Sacra che ci è donata nel Nuovo Testamento non contiene "elementi a caso", come non lo sono quelli dell'Antico Testamento.
Perché la Scrittura ispirata non contiene niente che sia "per caso".
E se tutti gli evangelisti ci parlano del Battesimo di Giovanni, perché Gesù stesso e gli Apostoli ne hanno parlato... Non si tratta di elemento secondario. Si tratta della connessione (per dirla in termini attuali). Una connessione - come altre presenti nelle Scritture cristiane - che richiederebbe intere biblioteche, in parte anche già scritte.
Con questo post ho soltanto fornito qualche cenno per gli interessati online.
[Nota - Disclaimer: ricordo ai lettori che in Italia c'è libertà di religione e di pensiero, perciò ogni persona va rispettata nelle sue scelte e può andare a "fare gruppo" con chi le pare e piace. Qui però sto parlando di tutt'altro argomento. Abbastanza specifico. Qui non ci sono accuse verso chi ha il Credo X o il Credo Y.
Ritengo importante questo "disclaimer" nel mondo di oggi che - a dispetto della tanto decantata razionalità moderna e della libertà di pensiero - troppe volte s'incaglia nel voler vedere ovunque delle dietrologie con presunte offese ai credi religiosi altrui. L'invito per tutti è di continuare a praticare la propria Fede mentre si continua a studiarla e a chiarirsi i dubbi].
Meditazione...
E come può non sorgere nelle coscienze di tutti, in questo momento, un grande incoraggiamento al pensiero sulla bontà delle collaborazioni ebraiche-cristiane? - quando, a dispetto degli orrori della guerra e dell'ingiustizia subìta, si è evidenziata agli occhi di tutto il mondo la realtà della nazione ucraina di oggi: un popolo forte con profonde radici cristiane guidato da un presidente ebreo.
In mezzo a così tanto dolore, un grande esempio nel cuore dell'Europa.
Preghiamo tutti per la Pace.
Domani 25 marzo 2022 Papa Francesco con i Vescovi del mondo, e con i laici e i consacrati che vorranno partecipare: Atto di Consacrazione dell'Ucraina e della Russia al Cuore immacolato di Maria.
E... Preghiamo per tutti.
Ringrazio Umberta Mesina che ci ricorda un paio di cose cattoliche al riguardo:
Ringrazio
Kristina Ursuljak, profuga ucraina in Italia, che ci ricorda un altro paio di cose (sulla forza del popolo ucraino, ma anche sulla condizione di mamme e bambini in Russia)
Commenti
Ho trovato una app per recitare la Liturgia delle Ore, con tutto il testo dei libri della CEI. Domani, con l'aiuto di Dio, mi alzo alle sei e recito ogni Ora a partire dell'Invitatorio.
La Liturgia delle Ore c'è anche online sul sito della CEI con la Liturgia del Giorno.
(Mi ricordo che con l'app della CEI io mi ero "incasinata" e non mi uscivano i testi giusti. Mi trovo benissimo invece con l'app Bibbia Cattolica dell'ing. Barisi. Funzionante anche offline. Ottima per la Sacra Scrittura, sia per leggere che per fare ricerche incrociate. Anche quella app contiene la Liturgia del Giorno nel senso delle letture per la Messa. Ma non la Liturgia delle Ore).
Grazie per la tua testimonianza sulla preghiera. Preghiamo, lavoriamo nel nostro piccolo per ciò che possiamo fare e... Speriamo bene.