Papa Francesco parla di "San Giuseppe patrono della buona morte" - che non è quella che (forse) pensi, ma il post è su quello che pensi. Insegnamento cattolico su eutanasia e suicidio

Se la buona morte non fosse un'antica espressione di altrettanto antica devozione cattolica (ancora validissima nel suo significato)...
Si potrebbe sospettare una sorta di gesuitico clickbait da parte di Papa Francesco, allo scopo di attirare l'attenzione dei fedeli perché siano ben informati - e formati - sull'insegnamento cattolico riguardante il cosiddetto fine vita.

Con questa mia battuta (magari un po' fuori luogo vista l'estrema gravità dell'argomento) introduco le dichiarazioni chiare e nette che il Papa ha voluto fare mercoledì scorso, 9 febbraio 2022, all'Udienza Generale, durante la catechesi su San Giuseppe, traendo proprio da lui lo spunto per sottolineare l'ennesima volta il Magistero della Chiesa sui temi dell'eutanasia, del suicidio assistito e di certe "morti accelerate" - come le ha appunto definite il Papa.

In effetti, se di clickbait non si può parlare, è tuttavia abbastanza probabile che i dibattiti degli ultimi tempi abbiano indotto il Papa a intervenire. Di nuovo.

Solo qualche giorno dopo quella catechesi e quelle dichiarazioni, i mass media italiani (proprio l'11 febbraio 2022 - Giornata Mondiale del Malato - sarà un caso?) hanno presentato come "svolta storica" (sic!) la notizia di una certa sentenza italiana che in qualche modo aprirebbe la strada al suicidio assistito. 
[Nota: si trattava di un certo farmaco per eutanasia/suicidio richiesto da una persona tetraplegica - e sembra che in qualche modo sia stato trovato un escamotage legale per averlo. Chi vuole più dettagli cerchi tra le notizie italiane dell'11 febbraio 2022].

Forse il Papa era stato informato prima di noi sulla piega che stavano prendendo certi eventi, o forse è stato un caso (un altro?). Vedi anche i dibattiti politici e mediatici a partire da quei giorni fino ad oggi 16 febbraio - e che di sicuro continueranno.
Fatto sta che mercoledì scorso Papa Francesco ha riassunto e spiegato per bene la dottrina cattolica.
E l'ha pure esplicitata nel modo più completo esponendo anche il fenomeno delle morti provocate indirettamente (attraverso forme di omissione), ma pur sempre provocate.
Inoltre il Papa chiarisce che evitare l'accanimento terapeutico, cioè la cura sproporzionata rispetto ai risultati e perfino nociva/dolorosa per la persona moribonda (evitamento di sproporzione terapeutica che è cristiano e corrisponde anche alla saggezza popolare delle espressioni “Lascialo morire in pace”, “aiutalo a morire in pace”) e dare le cure palliative sono definizioni precise che in nessun modo possono essere delle formule intese o utilizzate come dei "paraventi" dietro ai quali si nascondono in realtà azioni di eutanasia o di suicidio assistito.
Per sottolineare il significato di quanto sopra il Papa alla fine aggiunge la sua preoccupazione per gli anziani di certi ceti sociali (inclusi quelli che "non parlano e sono senza senso") i quali vengono curati con meno farmaci rispetto a quelli di cui avrebbero bisogno - questa, per Papa Francesco è una delle attuali forme occulte di eutanasia.

Ecco le sue parole:

[neretto mio]

(...)
"Il Vangelo ci dice che la morte arriva come un ladro, così dice Gesù: arriva come un ladro, e per quanto noi tentiamo di voler tenere sotto controllo il suo arrivo, magari programmando la nostra stessa morte, essa rimane un evento con cui dobbiamo fare i conti e davanti a cui fare anche delle scelte.
Due considerazioni per noi cristiani rimangono in piedi. 
La prima: non possiamo evitare la morte, e proprio per questo, dopo aver fatto tutto quanto è umanamente possibile per curare la persona malata, risulta immorale l’accanimento terapeutico (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2278). 
Quella frase del popolo fedele di Dio, della gente semplice: “Lascialo morire in pace”, “aiutalo a morire in pace”: quanta saggezza! 
La seconda considerazione riguarda invece la qualità della morte stessa, la qualità del dolore, della sofferenza. 
Infatti, dobbiamo essere grati per tutto l’aiuto che la medicina si sta sforzando di dare, affinché attraverso le cosiddette “cure palliative”, ogni persona che si appresta a vivere l’ultimo tratto di strada della propria vita, possa farlo nella maniera più umana possibile. Dobbiamo però stare attenti a non confondere questo aiuto con derive anch’esse inaccettabili che portano a uccidere. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. 
Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. 
La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. 
E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti. 
Ma io vorrei sottolineare qui un problema sociale, ma reale. Quel “pianificare” – non so se sia la parola giusta – ma accelerare la morte degli anziani. 
Tante volte si vede in un certo ceto sociale che agli anziani, perché non hanno i mezzi, si danno meno medicine rispetto a quelle di cui avrebbero bisogno, e questo è disumano: questo non è aiutarli, questo è spingerli più presto verso la morte. 
E questo non è umano né cristiano. 
Gli anziani vanno curati come un tesoro dell’umanità: sono la nostra saggezza. Anche se non parlano, e se sono senza senso, sono tuttavia il simbolo della saggezza umana. Sono coloro che hanno fatto la strada prima di noi e ci hanno lasciato tante cose belle, tanti ricordi, tanta saggezza. Per favore, non isolare gli anziani, non accelerare la morte degli anziani. Accarezzare un anziano ha la stessa speranza che accarezzare un bambino, perché l’inizio della vita e la fine è un mistero sempre, un mistero che va rispettato, accompagnato, curato, amato."
(...)

Papa Francesco, 9 febbraio 2022, Udienza Generale
Fonte: Santa Sede

P.s. 
Se per caso qualcuno si stesse ancora chiedendo che cosa sia la buona morte nel cristianesimo, il Papa l'ha spiegato nella stessa catechesi, prima del discorso che ho riportato. Quindi vedi al link della Santa Sede.
Se invece vuoi saperlo proprio in breve-breve: si tratta della morte in grazia di Dio, cioè della morte senza peccati mortali - quindi del passaggio dalla vita terrena alla vita eterna, direttamente in Paradiso o attraverso la fase purificatrice del Purgatorio. 
La preparazione alla buona morte consiste quindi: nei Sacramenti appositi quando la persona si trova vicina alla morte; nelle buone azioni in vita; eventualmente anche nelle persone pie che assistono fisicamente e spiritualmente, e pregano, e accompagnano alla pace del cuore la persona moribonda; e nella preghiera in vita per trovarsi in tali condizioni nel momento della morte. San Giuseppe, tra le altre cose, è anche Patrono della Buona Morte. Il perché te lo spiega il Papa.
Da notare: nell'epoca attuale la buona morte cristiana includerà sempre di più l'insegnamento della Chiesa (esposto da Papa Francesco) riguardo le nuove questioni che sono sorte in Occidente sull'eutanasia e sul suicidio assistito. Per noi cattolici, quelle non sono buone morti - per dirla papale-papale.

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