Come poteva non scoppiare una guerra? Era inevitabile l'ennesimo conflitto (tra i tanti in corso nel mondo). Ora però...
Ora è scoppiata qui da noi, dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
La domanda può essere solo quella. È l'unica da farsi:
"Come poteva non scoppiare una guerra? Cioè: come potevi illuderti che non scoppiasse anche qui, in Europa, vicino a te?"
Eccezion fatta per gli studi storici e per la semplice informazione,
non trovo molto sensato chiedersi:
"come mai è scoppiata una guerra? Perché è scoppiata quella guerra?".
Per gli uomini è normale stare in guerra, più che stare in pace.
È un dato di fatto.
Oggettivamente, risulta poco razionale il pensiero idealista sulla possibilità che nel nostro mondo non ci siano guerre: si tratta di un'illusione.
Al massimo, si può ritenere sensata la speranza di vivere in luoghi e in periodi storici meno "toccati" o influenzati dai conflitti bellici (ok, a patto di fregarsene degli altri - esercizio che riesce comunque facile ad un buon 80-90% della popolazione mondiale).
Ma sperare tout court che non ci siano conflitti, anche gravissimi, crudeli, sanguinosi e molto distruttivi, compreso il rischio concreto di distruzione totale della razza umana...
Questa speranza di evitare tali situazioni può "abitare" soltanto in ambiti di fede.
Per "fede" non intendo necessariamente quella cristiana (che mi riguarda), ma qualsiasi umana fede, cioè la fiducia, anche quella dell'ateo che spera (o meglio, si illude) di poter vivere in un mondo "in pace globale".
[La differenza è che la fede dei credenti in Dio può contare sul soprannaturale... Unica strada dove "l'impossibile" può essere un po' "meno illusorio", da un certo punto di vista (perché nulla è impossibile a Dio). Anche se sulle guerre... Direi che è sempre abbastanza utopistica l'idea di una totale assenza di conflitti in ogni luogo del pianeta, accompagnata dalla contestuale instaurazione di autentica pace fraterna, duratura. L'ostacolo maggiore, infatti, è proprio il libero arbitrio umano e il rifiuto della legge di Dio (o della legge naturale) da parte di troppa gente]
Perché dico questo?
Sono una pessimista?
Macché!
Sono una realista.
Di fronte alla realtà, io ragiono bene, mi sento bene e posso ritrovare la calma. Non importa quanto dura sia. Ho bisogno di sapere con certezza da dove partire.
(Sono invece le ipocrisie, gli inganni, le facciate truccate, i buonismi e i moralismi - inclusi quelli di presunta "educazione civile" - che mi bloccano e m'ingarbugliano la mente. E, di conseguenza, l'azione).
I motivi per i quali - ad oggi - non è possibile sperare di evitare le guerre li puoi trovare ovunque. Ad un passo da te, ad un passo da noi. Magari anche in noi.
Ne elencherò pochi, tra centinaia & centinaia che si possono trovare.
E non servirà che io vada a cercare tra i "massimi sistemi".
Sono sufficienti i "minimi sistemi".
Dare la colpa ai potenti di turno...
Sì, è giusto. Perfino anche buono&giusto.
È vero: sono loro a decidere.
Ed è la povera gente (insieme a quella meno povera, ma dipendente dal "mensile") a subire tutte le loro decisioni.
Però.
Però, magari, è utile valutare anche ciò che noi potremmo e possiamo fare, come persone comuni, nel nostro micro-sistema, costituito di comunissimi ambienti e relazioni.
Allo scopo di evitare che milioni anzi miliardi di micro-sistemi giungano a consegnare il potere nelle mani di coloro che poi definiamo "i potenti". E dei quali adesso ci lamentiamo. O di fronte ai quali facciamo gli sdegnati e ci stracciamo le vesti.
Senza esagerare con inutili moralistici mea culpa / nostra culpa, credo che le nostre continue auto-assoluzioni per il contributo che noi stessi diamo nel determinare la quantità di potere e la scelta (indiretta) di chi avrà tutto quel potere tra le mani... È una grande componente della faccenda. Di qualsiasi guerra nel mondo - e in particolare di quelle più vicine a noi.
Mi chiedo.
Possiamo cercare di fare un discernimento intelligente e poi metterlo in pratica? Possiamo smetterla con le nostre fantasie che non aiuteranno mai nessuno?
Possiamo fare qualcosa di utile - che vada oltre le buone azioni simboliche, oltre le "belle parole" e le "sfilate di protesta" con le fiaccole e i cartelli colorati?
[Attenzione: mi riferisco agli italiani e/o a cittadini di nazioni che non sono quelle direttamente in guerra.
Invece, è sacrosanto il diritto-dovere di urlare la disperazione e di organizzare proteste da parte dei cittadini ucraini e russi contro la guerra: essi, da ogni punto di vista, possono e devono far sentire la loro voce, in qualsiasi luogo essi vogliano fare manifestazioni pubbliche, anche nei paesi stranieri. E noi li ascolteremo].
Per quanto riguarda gli italiani che organizzano raduni e marce per la pace: saranno pure "nobili azioni" ma servono solo a noi, ci servono per coltivare le nostre illusioni e ci servono a "socializzare" (a nostro uso e consumo) con altri che hanno le stesse belle illusioni, nutrite da belle parole. Non servono di certo a chi è in guerra; non fermano le guerre di altri paesi; non servono a chi è sotto i bombardamenti; non salvano nessuno e non confortano nessuno; non servono ai profughi; non servono a quelli che sparano e non servono a chi viene ucciso; né a far cambiare idea a chi ha provocato la guerra in modo diretto).
Cosa possiamo fare di utile?
[intendo: quali comportamenti possiamo adottare, dopo la Preghiera e il Digiuno "dedicati alla pace" - che riguardano una delle parti con le quali attivarsi, per chi ha fede anche nel soprannaturale.
Tuttavia ciò non riguarda altri ambiti di attività / azione nella vita di credenti e non credenti - altri ambiti nei quali potrebbe essere utile una riflessione per un possibile cambiamento...]
La mia opinione è questa:
Primo step:
cercare di capire chi oggi va sempre al potere - facendo danni immani - e non mandarcelo più!
Attenzione: NON mi riferisco alle elezioni o ai partiti da votare / non votare. Mi riferisco a tutt'altra questione. Fuori dalla politica e trasversale alla politica.
Ci sono cose molto più dirette che noi possiamo fare ogni santo giorno, con ogni nostra scelta e azione, per non dare potere a chi può fare gravi danni.
Ok, procedo col ragionamento.
Non è che sia sempre così sbagliato che uno (solo uno) si trovi al comando, o che solo un gruppetto comandi (visto e considerato che la cosiddetta democrazia sembra essere in grado di creare delle ingiustizie incredibilmente simili a quelle di certi dittatori).
Ciò che trovo sbagliato è l'aderire al tipo di cultura che consegna il potere (un grande potere) ad un certo "tipo" di persone - lodandole ed esaltandole fin da giovanissime, offrendo loro posti di rilievo nella nostra società, o anche solo nel nostro piccolo mondo quotidiano, non perché esse siano dotate di virtù (umane!, almeno quelle umane!), ma mettendole sul piedistallo solo perché tali individui hanno una certa "personalità", in apparenza hanno un carattere forte, sono in grado di "comandare", di imporsi, di mettere un apparente ordine nel caos, di dividere il mondo in buoni e cattivi (che altro non è che il "divide et impera"), di far avere ai loro sostenitori (o far credere che avranno) qualche vantaggio futuro, nonché mettere in testa alla gente delle vere e proprie idiozie... presentandole come il meglio del meglio da raggiungere nella vita.
Ecco, i guai cominciano da lì.
(E pensare che poi si criticano le religioni perché "promettono paradisi"... Mah.
Guarda prima un po' a chi i paradisi te li promette qui sulla terra, mentre tu rimani gabbato ogni volta. Non sarebbe il caso che la critica, cioè la tua presa di coscienza sulla sostanza dei fatti, sia applicata per prima alle questioni terra-terra?).
Il fatto è che la capacità di governare, di "comandare" e/o di fare alleanze con altri potenti, non implica automaticamente la capacità di una persona di governare per il bene degli altri esseri umani.
Io credo che - in questa nostra società delle apparenze - questo dettaglio sfugga alla maggioranza. Tutti noi possiamo sbagliarci su quel dettaglio.
Cioè si confonde una certa personalità carismatica o una certa immagine esteriore (di persona "forte e attiva", di persona presente dappertutto e/o che apre la bocca "sulla qualunque") con l'effettiva capacità di quella persona di operare per il bene comune.
Raramente ci rendiamo conto che una forte personalità può essere capace di fare il bene quanto di fare il male (e altrettanto vale per una debole personalità, ma quest'ultima di solito non comanda, bensì funge da "galoppino" al forte di turno).
In pratica: si valuta pochissimo e non si ragiona mai abbastanza sulla vera sostanza (e sulle conseguenze) di ciò che ci viene proposto come "buono" - e da chi ci viene proposto (dando per scontate un'etica e una morale, senza mai approfondire almeno qualche "parametro di controllo" nella realtà);
inoltre, si tende a non vedere quando le priorità vengono oscurate dalle "secondarietà" e perfino dal superfluo - o dal nocivo!! - presentato come indispensabile fondamento di vita! Ed è così che poi un giorno, di colpo, ci possiamo trovare senza l'essenziale per vivere. E magari ci stupiamo pure!
Il punto.
Sottolineo che la scelta - di "dare potere" a questa o a quella persona - noi la possiamo fare ogni giorno con tutti quelli che ci vivono accanto, in ogni ambiente: dai colleghi di lavoro, di studio, o di volontariato, dall'incontro casuale al supermercato e dal comportamento col quale noi "rispondiamo", dai conoscenti fino agli amici e ai parenti, ai componenti di un'associazione sportiva, di un gruppo parrocchiale, eccetera... fino ai giornalisti che seguiamo in tivù o che leggiamo su un sito internet.
È così che - in una catena virtuosa di scelte - noi possiamo aiutare i migliori (cioè i più adatti dal punto di vista umano) a farsi strada, ad andare avanti.
O, se non proprio loro in persona, si farà strada la cultura umana che noi mostriamo di apprezzare e di sostenere ogni giorno.
Non è questione di parole. È questione di fatti concreti.
È così che si forma una cultura virtuosa e che viene soppiantata quella... dannosa.
[Attenzione di nuovo: ciò non significa che dobbiamo scacciare i "forti" e i "comandanti per natura" (i quali comunque sanno come non farsi scacciare); come cristiani, non dobbiamo emarginare i superbi che non sanno di esserlo, né i furbetti manipolatori dei più deboli, o chi cerca il posto di potere fine a sé stesso. Come cristiani, dobbiamo aiutare e accompagnare ogni persona alla conversione, se vuole convertirsi e migliorarsi, ma - se noi vogliamo tutelare il bene di tutti - certe persone vanno comunque tenute lontane dalle cariche che conferiscono un potere sugli altri. Anche per il loro stesso bene, per il loro progresso spirituale.
I cristiani, come chiunque sia interessato al bene comune, dovrebbero tenere lontani dai posti di potere i soggetti a rischio di diventare "pericolosi" - e possiamo farlo davvero, anche semplicemente rifiutando la loro influenza sulla nostra vita personale, sul gruppo di amici, sul gruppo parrocchiale, eccetera]
In ogni caso, la base dalla quale partire è una sola: una conoscenza più approfondita delle persone e delle loro reali aspirazioni - al di là di ciò che predicano a parole.
Sottoscrivere "alla cieca" la propria fiducia a chi occuperà un posto di responsabilità o comunque di influenza sugli altri, per quanto limitato, non porterà a niente di buono. Oltre che costituire il primo mattoncino di una cultura che poi si "allargherà".
Preghiamo e lavoriamo perché tutti abbiano il coraggio di fare spazio alle persone più umane, più virtuose e più giuste nei luoghi di potere, dai più piccoli fino ai vertici internazionali.
Secondo (e ultimo ma non meno importante) step:
occuparsi della propria formazione umana;
verificare la nostra personale modalità di costruzione della pace, quella semplice di ogni giorno.
Chiedersi.
Chiedersi, in coscienza, con quale faccia (di bronzo) e con quale spirito di moralismo (ipocrita) si accusi il potente di turno di fare guerre sanguinose per i suoi motivi economici, espansionistici o altri iniqui interessi... Mentre proprio qui, in Italia, si fanno le guerre interne fratricide per ogni idiozia del momento come per ogni cosa importante della vita, riducendo i valori umani più importanti ai livelli delle idiozie, e gonfiando certe idiozie fino a provocare gravi spaccature sociali. Qui, da noi, "in pace", abbiamo creato divisioni e motivi di conflitto ovunque; si lanciano insulti violenti di persona o sui social, si arriva alle minacce, alle denunce, alle querele, come pane quotidiano.
In altre parole: ci si allena per odiarsi e per trovare nemici.
E se per caso non li troviamo... Ce li fabbrichiamo in casa!
Vediamo un paio di argomenti (recenti) che in Italia abbiamo "allegramente" trasformato in conflitti tra fazioni rivali.
Ad esempio.
#Pro-Vax e No-Vax.
La verità è che una grande fetta di popolazione italiana si è lasciata dividere dai soggetti estremisti di entrambe le fazioni.
>> Scusa, ma ti pare che esistono gli estremisti Pro-Vax??
Sì, perché gli estremisti sono coloro che disprezzano e insultano le persone sulla base di un errore che possono aver commesso, incolpandole di tutti i mali del mondo.
(da notare: la vaccinazione era comunque una scelta facoltativa e lo è ancora per una larga percentuale di popolazione. Quindi, perché insultare questo o quello? Ad esempio non ho sentito lo stesso livore verso tutti quelli che giravano nei luoghi chiusi con la mascherina sotto il naso o sotto la bocca. E la mascherina è obbligatoria, a differenza del vaccino).
[Di questo passo, saranno incolpati i fumatori, i tossicodipendenti, gli obesi, quelli che non vanno in palestra tre volte a settimana, quelli che non eseguono gli screening gratuiti di prevenzione dei tumori, quelli che guidano l'auto dopo aver preso farmaci o alcolici e poi fanno un grave incidente... È ovvio che hanno sbagliato e lo dico anch'io che hanno sbagliato! Domanda: allora li dovremmo mettere tutti alla gogna per i loro gravi errori che pesano sulla sanità pubblica e occupano letti negli ospedali? Dobbiamo forse far pagare di tasca propria tutte le malattie e gli incidenti che la gente si è autoprovocata? O abbandonarla al proprio destino? Ok, ma così, in breve tempo, non ti resterà che sperare che la tua malattia sia sempre "innocente & mutuabile", perché sai, un errore può capitare anche a te].
Personalmente credo nelle vaccinazioni come strumento indispensabile contro le epidemie (compresa quella di Covid-19), ma insultare o augurare brutte cose a quelli che - per i più svariati motivi - non si sono vaccinati*: lo ritengo un segnale grave di inciviltà.
Alla pari di quello del manifestante No-Vax che insulta e minaccia le persone vaccinate.
* per la cronaca: ad oggi, fine febbraio 2022, le varie statistiche ci dicono che, tra non-vaccinati per propria volontà, non-vaccinati per motivi medici, e non-vaccinati per aver contratto il Covid di recente, in totale la percentuale si aggira intorno al 7% della popolazione italiana. E davvero, non ho capito perché tutti i media abbiano continuato a giocare fino all'altro ieri (fino al giorno prima della guerra Russia - Ucraina) sui presunti partiti vax contro no vax, andando a caccia dei soggetti più idioti e folkloristici per dare spettacolo in tivù.
Per me è una vergogna.
Pur non essendo una "seguace" della scrittrice Susanna Tamaro, ho apprezzato la sua LETTERA di metà febbraio che fa presente l'insieme dei problemi. Mi riferisco soprattutto alle tensioni, alla depressione diffusa, alle psicosi della gente, alle divisioni sociali, ai provvedimenti legislativi che fanno ulteriore confusione e rinfocolano i conflitti, ...
[Tra parentesi, ma anche no, questa situazione assurda di conflitto sociale ha creato migliaia di altre assurdità e di sofferenze nelle persone più fragili. Ad esempio: un'amica, una signora molto anziana ha patito per mesi a causa di un problema di salute molto grave che è esploso all'improvviso, e ancora adesso sta subendo conseguenze della malattia, ogni giornata per lei è difficilissima. Ebbene, questa gentile e dolce nonnina - dopo le prime due dosi regolari di vaccino - in questo momento della sua vita, in questi mesi, ancora non se la sente di affrontare il benché minimo effetto collaterale che potrebbe derivarle dalla terza dose di vaccino, come le è capitato con le prime due dosi... perché ora sta già soffrendo molto per altre cause e perché vive comunque chiusa in casa, adottando ogni precauzione per non contrarre il Covid dai suoi contatti necessari (per il cibo o per i periodici controlli in ospedale). Ecco, il fatto che lei - per chi non la conosce - adesso entri in automatico nel novero dei "no vax" o comunque sia considerata una "cattiva cittadina che rifiuta la vaccinazione": la trovo una delle tante derive di inciviltà della nostra cultura marcia e putrefatta, ormai capace di creare gravi tensioni sociali con la stessa frequenza delle civiltà tribali primitive!].
#Discussioni sul cosiddetto "fine vita" e ipotetica legislazione in Italia.
E qui, ci risiamo. Come sopra.
Tutte 'ste bocche che si aprono "per il bene altrui" mentre insultano gli interlocutori su un tema che - come minimo - andrebbe trattato con calma, con umanità... Perché stiamo parlando di persone molto malate, di persone deboli, di persone che hanno bisogno di aiuto - e di leggi ipotetiche che possono creare disastri, agli esseri umani e all'intero sistema;
perché stiamo parlando di persone e non di auto da rottamare;
perché, inoltre, purtroppo stiamo parlando dell'impotenza della scienza medica che non può curare certe malattie e che non ha ancora trovato abbastanza terapie del dolore efficaci in tutti i casi (e se abbandoniamo questa ricerca in favore dell'eutanasia... beh, con le logiche commerciali che girano oggi... è facile che poi stenteremo a trovare anche gli antidolorifici più comuni).
E stiamo, anche, molte volte, parlando di gente che si vuole suicidare per problemi psicologici: un fallimento per tutti noi per la società disumana che abbiamo creato, e, ancora, un grande fallimento per medicina, scienza, farmacologia, psichiatria.
Ora, di fronte a questo, e premesso che la mia posizione di cattolica è chiara (ma anche se non fossi cattolica i disastri umani già sperimentati da altre nazioni mi porterebbero sulle posizioni cattoliche)... Di fronte a tutto questo, c'è gente che continua a ritenere un'ottima idea quella di dare uno sguardo schifato, di denigrare e di insultare gli interlocutori (soprattutto se cattolici) quando si discutono questi temi.
Mi fermo qui perché il post si sta allungando troppo, ma avrei altri mille esempi.
La mia conclusione è:
credo che sia bene assicurarsi.
Cioè fare un accertamento.
Accertarsi per bene, con un buon grado di sicurezza, di non essere dei piccoli guerrafondai nella propria vita.
Dopodiché, se resta del tempo, occuparsi anche delle notizie sulla guerra Russia - Ucraina.
È il caso di rimanere informati... Perché, nonostante tutti noi si speri per il meglio, ci sono seri rischi di non fare in tempo ad applicare le "buone pratiche di pace quotidiana" sulle quali ho riflettuto per scrivere questo post. Se succedesse qualcosa di strano - che poi non è "strano" visto che tutte le grandi guerre sono cominciate così... Poi non c'è più spazio per le nostre chiacchiere italiane, nelle quali adesso indulgiamo (me compresa) vivendo ancora in una pace che non meritiamo.
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Nella Santa Messa, liturgia di rito romano,
il sacerdote dice:
"Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli."
Assemblea: Amen.
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Le parole di Gesù nel Vangelo:
Giovanni 14,27
"Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi."
Luca 6,41-42
"Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello"
Luca 6,43-45
"Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore"
Luca 6,45-49
"Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande"
Matteo 5,8-9
"Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio."
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>> Contesto:
l'invio dei discepoli nelle case:
Luca 10,5-6
"In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi"
Matteo 10,11-14
"In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi"
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