Dalla Liturgia delle Ore di oggi 31 dicembre: una lettura (da san Leone Magno) e l'inno Te Deum (utile anche per le funzioni di ringraziamento di fine anno civile)

31 dicembre 2021
Settimo Giorno dell'Ottava di Natale

Liturgia delle Ore

Ufficio delle Letture

Seconda Lettura

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa (Disc. 6 per il Natale 2-3. 5; PL 54, 213-216)

Il natale del Signore è il natale della pace

L’infanzia, che il Figlio di Dio non ha ritenuto indegna della sua maestà, si sviluppò con il crescere dell’età nella piena maturità dell’uomo. Certo,
compiutosi il trionfo della passione e della risurrezione, appartiene al passato tutto l’abbassamento da lui accettato per noi: tuttavia la festa d’oggi rinnova per noi i sacri inizi di Gesù, nato dalla Vergine Maria. 
E mentre celebriamo in adorazione la nascita del nostro Salvatore, ci troviamo a celebrare il nostro inizio: la nascita di Cristo segna l’inizio del popolo cristiano; il natale del Capo è il natale del Corpo.
Sebbene tutti i figli della Chiesa ricevano la chiamata ciascuno nel suo momento e siano distribuiti nel corso del tempo, pure tutti insieme, nati dal fonte battesimale, sono generati con Cristo in questa natività, così come con Cristo sono stati crocifissi nella passione, risuscitati nella risurrezione, collocati alla destra del Padre nell’ascensione.
Ogni credente, che in qualsiasi parte del mondo viene rigenerato in Cristo, rompe i legami con la colpa d’origine e diventa uomo nuovo con una seconda nascita. Ormai non appartiene più alla discendenza del padre secondo la carne, ma alla generazione del Salvatore, che si è fatto figlio dell’uomo perché noi potessimo divenire figli di Dio. Se egli non scendesse a noi in questo abbassamento della nascita, nessuno con i propri meriti potrebbe salire a lui.
La grandezza stessa del dono ricevuto esige da noi una stima degna del suo splendore. Il beato Apostolo ce l’insegna: Non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato (cfr. 1 Cor 2,12). 
La sola maniera di onorarlo degnamente è di offrirgli il dono stesso ricevuto da lui.
Ora, per onorare la presente festa, che cosa possiamo trovare di più confacente, fra tutti i doni di Dio, se non la pace, quella pace che fu annunziata la prima volta dal canto degli angeli alla nascita del Signore? 
La pace genera i figli di Dio, nutre l’amore, crea l’unione; essa è riposo dei beati, dimora dell’eternità. Suo proprio compito e suo beneficio particolare è di unire a Dio coloro che separa dal mondo del male.
Quelli dunque che non da sangue né da volere di carne né da volere d’uomo, ma da Dio sono nati (cfr. Gv 1, 13), offrano al Padre i loro cuori di figli uniti nella pace. Tutti i membri della famiglia adottiva di Dio si incontrino in Cristo, primogenito della nuova creazione, il quale venne a compiere non la sua volontà, ma quella di chi l’aveva inviato. Il Padre infatti nella sua bontà gratuita adottò come suoi eredi non quelli che si sentivano divisi da discordie e incompatibilità vicendevoli, bensì quelli che sinceramente vivevano ed amavano la loro mutua fraterna unione. Infatti quanti sono stati plasmati secondo un unico modello, devono possedere una comune omogeneità di spirito. Il natale del Signore è il natale della pace. Lo dice l’Apostolo: Egli è la nostra pace, egli che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr. Ef 2, 14), perché, sia giudei sia pagani, «per mezzo di lui possiamo presentarci al Padre in un solo Spirito» (Ef 2, 18).
[San Leone Magno, nascita circa 390 - morte 461 d.C.]

RESPONSORIO
Ef 2, 13-14. 1,7
Voi, che un tempo eravate i lontani, 
siete diventati vicini grazie al sangue di Cristo.
È lui la nostra pace, 
colui che ha fatto dei due un popolo solo.
Egli è venuto ad annunziare la pace: 
pace a voi che eravate lontani, 
pace a coloro che erano vicini;
ha fatto dei due un popolo solo.

INNO 
Te Deum

(in italiano. Nota: in fondo alla pagina trovi l'inno in latino)

Noi ti lodiamo, Dio, 
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, 
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei Cieli:
Santo, Santo, Santo 
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra 
sono pieni della tua gloria.

Ti acclama il coro degli Apostoli,
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; 

la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il Tuo unico Figlio, 
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, Re della gloria, 
eterno Figlio del Padre,
Tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, 
hai aperto ai credenti il Regno dei Cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, 
che hai redento col Tuo sangue prezioso.

Accoglici nella tua gloria
nell'assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, 
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, 
lodiamo il Tuo Nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, 
di custodirci senza peccato.

Sia sempre con noi la tua misericordia: 
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, 
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, 
non saremo confusi in eterno.



Informazioni sul Te Deum che tradizionalmente - con un breve rito o anche senza - si canta o si recita nelle chiese cattoliche nella serata o nel tardo pomeriggio del 31 dicembre.

Come e dove si inquadra quel rito o incontro di preghiera? 
(visto che non fa parte della Liturgia delle Ore da me sopra citata, nella quale il Te Deum è compreso nella struttura liturgica da recitare per intero, appunto).
Come e dove si inquadra una funzione religiosa che ha come oggetto la conclusione di un anno civile?

Attraverso due importanti documenti della Chiesa - andando a leggersi i paragrafi giusti - 
è abbastanza facile capire la "collocazione" di ciò che stiamo facendo con questa preghiera rituale, facoltativa per i cattolici, eppure diventata così tradizionale che da anni vediamo anche la diretta televisiva con il Papa dalla Basilica di San Pietro... (ma su questo punto magari ci torno più avanti, dopo aver dato tutta la spiegazione - ché altrimenti non si capisce).

Intendiamoci: la preghiera o inno di ringraziamento a Dio rimane sempre preghiera e inno di ringraziamento; e come tale i fedeli cattolici possono recitare il Te Deum quando vogliono, da soli o in gruppo, in casa o in chiesa. Come avviene per qualsiasi altra preghiera o "colloquio con Dio", dalle formule di testo canoniche prefissate fino alle parole più libere e spontanee "del cuore".

Però... forse a qualche cattolico/a interessa vedere anche il quadro "più grande" nel quale si inserisce la questione.

Allora, attenzione ai seguenti passaggi.

La prima fonte da consultare: Principi e Norme per la Liturgia delle Ore - secondo il Rito Romano 
(promulgati da Papa Paolo VI nel 1970, a norma dei decreti del Concilio Vaticano II. Regole che rinnovano e riformano la precedente struttura della Liturgia delle Ore / Ufficio Divino)
Si possono reperire QUI dall'Ufficio Liturgico Nazionale della CEI, per chi vuole leggere integralmente la normativa scaricando (gratis) il primo volume: Tempo di Avvento e Tempo di Natale. Anche gli altri tre volumi sono gratis ma non riportano le norme (perché i 4 volumi costituiscono un'opera unitaria - stampata per la prima volta e approvata definitivamente da Cei e Congregazione Culto, un volume alla volta, tra il 1974 e il 1975. Entrata in vigore in modo obbligatorio dalla prima domenica di Avvento 1975).

[Attenzione alla terminologia: l'Ufficio delle Letture non corrisponde all'Ufficio Divino. 
Ufficio Divino = Liturgia delle Ore. All'interno della Liturgia/Ufficio Divino è compreso l'Ufficio delle Letture].

Paragrafo 59. 
(...)l’Ufficio delle Letture si può recitare in qualsiasi ora del giorno, e anche nelle ore notturne del giorno precedente, dopo aver recitato i Vespri.

Paragrafo 68. 
Nelle domeniche fuori della Quaresima, nei giorni tra le ottave di Pasqua e di Natale, nelle solennità e nelle feste, dopo la seconda lettura con il suo responsorio si dice l’inno Te Deum, che però si omette nelle memorie e nelle ferie. (...)

Fine della citazione.

Il paragrafo 59 l'ho messo perché può essere utile in generale per tutti, visto che avevo riportato proprio una parte dell'Ufficio delle Letture (che è parte a sua volta della Liturgia delle Ore. In questo caso veniamo informati che - fatte salve alcune regole esposte nei paragrafi precendenti - l'Ufficio delle Letture non ha necessariamente un orario preciso. Giorno e notte vanno bene. Mentre il resto della Liturgia delle Ore ha delle fasce orarie di pertinenza... Come d'altra parte ci dice il nome stesso).

Il paragrafo 68 invece l'ho riportato proprio perché ci indica la posizione precisa del Te Deum nell'Ufficio delle Letture - oltre che dirci in quali giorni del calendario liturgico si recita: il Te Deum dunque si dice tutte le domeniche (eccetto quelle del periodo quaresimale), tutti i giorni tra le Ottave di Natale e di Pasqua, in tutte le solennità e in tutte le feste.
Il giorno di oggi 31 dicembre è il settimo dell'Ottava di Natale, perciò: ok si recita. 

Va bene, fino a qua ci siamo. 
Però la maggioranza di coloro che oggi recita il Te Deum "di fine anno" non prega con la Liturgia delle Ore.
Che cosa sta facendo, allora?

La risposta è nel seguente documento ufficiale del 2002. 
Al paragrafo 7 e al paragrafo 114.
(Nota: non è che prima del 2002 certe cose non si sapessero. È che nel 2002 la Chiesa è intervenuta definendo nel dettaglio certi principi e orientamenti che includevano e incoraggiavano alcune forme/espressioni popolari di preghiera/devozione mentre ne escludevano delle altre, per evitare che la gente confondesse la fede cristiana con le superstizioni o con pratiche "religiose" senza fondamento. O che si confondessero i precetti / gli obblighi con le cose facoltative, magari invertendoli).

Direttorio su Pietà Popolare e Liturgia. Principi e Orientamenti
Città del Vaticano 2002
Link QUI

Pio esercizio
7. Nel Direttorio la locuzione “pio esercizio” designa quelle espressioni pubbliche o private della pietà cristiana che, pur non facendo parte della Liturgia, sono in armonia con essa, rispettandone lo spirito, le norme, i ritmi; 
inoltre dalla Liturgia traggono in qualche modo ispirazione e ad essa devono condurre il popolo cristiano.
Alcuni pii esercizi si compiono per mandato della stessa Sede Apostolica, altri per mandato dei Vescovi; molti fanno parte delle tradizioni cultuali delle Chiese particolari e delle famiglie religiose. I pii esercizi hanno sempre un riferimento alla rivelazione divina pubblica e uno sfondo ecclesiale: riguardano infatti le realtà di grazia che Dio ha rivelato in Cristo Gesù e, conformi alle «norme e leggi della Chiesa», si svolgono «secondo le consuetudini o i libri legittimamente approvati».

Il 31 dicembre
114. Dalla pietà popolare provengono alcuni pii esercizi che caratterizzano il 31 dicembre. 
Nella maggior parte dei paesi dell’Occidente in tale giorno si celebra la fine dell’anno civile. 
La ricorrenza induce i fedeli a riflettere sul “mistero del tempo” che corre veloce e inesorabile. Ciò suscita nel loro animo un duplice sentimento: di pentimento e di rammarico per le colpe commesse e per le occasioni di grazia perdute lungo l'anno che volge al termine; di gratitudine per i benefici ricevuti da Dio.
Questo duplice atteggiamento ha dato origine rispettivamente a due pii esercizi: all’esposizione prolungata del Santissimo Sacramento, che offre spazio alle comunità religiose e ai fedeli per momenti di preghiera prevalentemente silenziosa; 
al canto del Te Deum, come espressione comunitaria di lode e di ringraziamento per i benefici ottenuti da Dio nel corso dell’anno che sta per finire.
(...)
Fine della citazione.

Mi pare tutto chiaro 🌟

A questo punto può essere interessante ritornare ancora per un momento sulla Liturgia delle Ore / Ufficio Divino, Principi e Norme secondo il Rito Romano - che delineano la funzione degli inni e le caratteristiche che hanno (e che dovranno avere) nella Chiesa Cattolica.
L'informazione seguente è utile sempre allo scopo di approfondire lo stesso Te Deum - e perciò di intenderlo in modo corretto anche quando lo si recita al di fuori della Liturgia (cioè quasi sempre per la grande maggioranza di noi cattolici).
Inoltre, mi sembra utile e "profetica" la raccomandazione finale...

Principi e Norme per la Liturgia delle Ore 
(promulgazione: Papa Paolo VI, 1970)

CAPITOLO III
I DIVERSI ELEMENTI
DELLA LITURGIA DELLE ORE

Sezione X. 
Gli inni e gli altri canti non biblici

173. Gli inni, che già per antichissima tradizione facevano parte dell'Ufficio, conservano anche ora la loro funzione. In realtà, per la loro ispirazione lirica, non solo sono destinati specificamente alla lode di Dio, ma costituiscono un elemento popolare anzi, di solito caratterizzano immediatamente e più che le altre parti dell'Ufficio, l'aspetto particolare delle Ore e delle singole celebrazioni muovendo e stimolando gli animi a una pia celebrazione. Spesso tale efficacia è accresciuta dalla loro bellezza letteraria. Inoltre gli inni nell'Ufficio sono come il principale elemento poetico composto dalla Chiesa.

177. Agli inni di nuova composizione si possono applicare le melodie tradizionali sul medesimo ritmo e sullo stesso metro.

178. Per quanto riguarda la celebrazione in una lingua moderna, si da facoltà alle Conferenze Episcopali di adattare gli inni latini al carattere della propria lingua, e anche di introdurre inni di nuova composizione purché si addicano veramente al carattere dell'Ora, o del Tempo o della celebrazione. Inoltre si deve evitare diligentemente di ammettere delle canzonette popolari, che non hanno nessun valore artistico e che in verità non si addicono alla dignità della liturgia.

Fine della citazione.

Segue qua sotto il Te Deum in versione originale in latino.

Dopo di quello... Se a qualche lettore/lettrice è rimasta la curiosità di sapere quale celebrazione fa il Papa nel tardo pomeriggio del 31 dicembre in Basilica di San Pietro... Aggiungerò una piccola nota per nerds.



Te Deum laudamus

Latino

Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.

Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."

Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.

Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem, non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.

Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni, quos pretioso sanguine redemisti. Aeterna faccum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.

Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.

Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.




Dunque, dicevamo... Per cattolici nerds incalliti.
In realtà, quello che si vede (in diretta tivù) in Basilica di San Pietro nel tardo pomeriggio del 31 dicembre fa sempre parte della Liturgia delle Ore che - all'apertura della Solennità del 1° gennaio coi Primi Vespri che si fanno appunto la sera prima della grande festività cattolica di Maria Madre di Dio - comprende il Te Deum perché è già previsto dalla Liturgia delle Ore di quella Solennità.
Insomma, si potrebbe dire che si verifica una specie di cocktail comunicativo (nei confronti del pubblico cristiano) perché... il Papa non sta facendo esattamente quello che tu credi stia facendo. Cioè la maggior parte del mondo cattolico (con tutti i giornalisti e i titolisti) crede che il Papa vada lì "a dire il Te Deum di ringraziamento per la fine dell'anno". E in effetti... Fa pure quello.

O meglio, il Papa, sapendo MOLTO meglio di me quello io sto cercando invano di spiegare 😂, di solito fa stare insieme le due cose:
il Te Deum della Liturgia principale (per la Solennità del 1° gennaio che si apre nel tardo pomeriggio/sera del 31 dicembre)                  con il Te Deum "extra-liturgico" del rito popolare di ringraziamento per la fine dell'anno - quello che viene chiamato "pio esercizio" dal Direttorio sulla Pietà Popolare e che di solito si trova programmato sempre nel tardo pomeriggio/sera del 31/12 presso qualsiasi chiesa parrocchiale sottocasa (se non c'è qualche emergenza Covid in corso).

A scanso di equivoci: specifico che all'interno della liturgia in Basilica di San Pietro il 31 dicembre si canta un solo Te Deum. Non due.

E nota bene: entrambe le suddette intenzioni e/o modalità di Te Deum sono "cosa buona&giusta". Su questo non ci piove.
In ogni caso, sfido chiunque a dedurre tutta la faccenda da ciò che dicono i giornalisti o da ciò che direbbe "l'uomo della strada". Secondo l'opinione di tutto il mondo il Papa va in Basilica a fare il "Te Deum di fine anno". 
(credo che siano veramente rare le persone che sanno che quei Vespri sono per domani, e non sono quelli "serali" di oggi).

Edit 1° gennaio 2022
Magari dalle parole di Papa Francesco si può capire quale sia il Te Deum "prevalente"... 
Omelia del Papa del 31 dicembre 2021 ai Vespri + Te Deum
https://m.vatican.va/content/francescomobile/it/homilies/2021/documents/20211231-omelia-te-deum.html

Tuttavia, da notare sul link qua sopra: anche il titolo scelto dai responsabili della comunicazione della Santa Sede sembra indicare una certa via che si sta percorrendo. 
Di sicuro, le parole di Papa Francesco si concentrano quasi completamente sul 1° gennaio e su Maria; anzi lui stesso dice in modo esplicito il motivo dei Vespri ai fedeli partecipanti.
Però secondo me è degna di nota quella titolazione (che presumo non sia una novità di quest'anno). Potrebbe essere un indicatore del fatto che il "Te Deum di ringraziamento per l'anno trascorso" sta lentamente passando da semplice "pio esercizio popolare" o da "preghiera affiancata per l'occasione" ad un posto più importante nel calendario liturgico, anche con una propria definita liturgia a sé stante? 
Vedremo in futuro, se diventerà più importante o meno importante di adesso - e/o se assumerà altri significati da collegare più strettamente alla fede cattolica. D'altra parte, Liturgia delle Ore e Calendario Liturgico non sono mai stati elementi irreformabili. Anzi. Essi, pur rimanendo nel solco della Tradizione (t maiuscola), vengono arricchiti e ristrutturati negli anni, nei secoli, nei millenni.

P.s. non sono una liturgista e non ho titoli in materia. Sono una normale fedele cattolica. Se passa di qua un liturgista che sa qualcosa di più in merito, mi invii il suo parere, grazie.

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