Vangelo: i greci chiesero... E Gesù cambiò discorso, ignorando le loro richieste. O no?

La risposta è no. Assolutamente no. Anzi: Gesù rispose in modo preciso ed accurato. 
Il punto è che - a molti lettori di oggi, per mancanza di formazione cristiana - purtroppo sfugge il concetto. 
Un concetto arcinoto agli ebrei dell'epoca. Un concetto arcinoto agli Apostoli, ai Padri della Chiesa e a tutti i cristiani delle prime generazioni.
Un passo del Vangelo che oggi a tanta (troppa!) gente sembra descrivere un Gesù astratto che si mette a disquisire di tutt'altro... Un passo che diventa chiarissimo se si legge con gli occhi degli ebrei antichi e di qualunque cristiano del primo secolo.
Per loro, il nesso logico era molto concreto. Risaputo. Nessun dubbio.
Vediamolo. 
Mi riferisco al capitolo 12 di Giovanni, versetti dal 20 in poi (che copioincollo di seguito).

Contesto storico: siamo a Gerusalemme durante le celebrazioni della Pasqua ebraica. Quelli che "salgono per il culto" sono dunque ebrei oppure anche non-ebrei che hanno la fede ebraica. Come possono essere "non-ebrei di fede ebraica"? Si tratta fondamentalmente di due categorie con due nomi precisi, presenti nel Nuovo Testamento e nei trattati degli storici: sono i "proseliti" e i "timorati di Dio"
I primi sono non-ebrei convertiti al Giudaismo (compresa la circoncisione e l'osservanza dei precetti della Torah. Perché allora non vengono chiamati ebrei? Perché si distingueva tra gli ebrei di nascita e i convertiti).
I "timorati" sono sempre dei non-ebrei devoti al Dio di Israele e al Tempio di Gerusalemme (fanno le dovute offerte, sostengono sinagoghe, eccetera), ma non sono circoncisi e per tale motivo non sono tenuti all'osservanza di tutti i precetti. Generalmente i "timorati di Dio" facevano poi circoncidere i loro figli - che perciò diventavano ebrei fin da neonati.
Nel Vangelo in questione non si specifica a quale categoria appartengano i Greci di cui si parla, ma una cosa è certa: il termine "greco" nei vangeli non intende definire una nazionalità (come "italiano", "spagnolo", "svedese", "francese", ecc) bensì tutti i parlanti la lingua greca per antonomasia, cioè in generale gli abitanti di cultura greca del bacino del Mediterraneo in cui la lingua greca era la lingua prevalente e internazionale (paragonabile all'inglese di oggi). 
L'uomo "greco" - per gli ebrei - era il "pagano", lo "straniero", tipicamente un politeista che credeva negli idoli.
Ma un pagano che "sale a Gerusalemme per il culto" è sicuramente un ex pagano convertito al giudaismo: un Proselito o un Timorato.

[Nota1: un ebreo di lingua-madre greca non sarebbe stato definito "un greco" dagli ebrei dell'epoca]
[Nota2: tale contesto storico rende chiara anche la celebre frase di San Paolo, Galati 3,26-28:
"Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù"].

Vangelo di Giovanni capitolo 12 vv. 20-34

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 

23Gesù rispose: «E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. 24In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. 27Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».

29La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». 33Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire. 34Allora la folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come dunque tu dici che il Figlio dell'uomo deve essere elevato? Chi è questo Figlio dell'uomo?»


Qual è il punto qui?
Il punto è che gli ebrei conoscevano benissimo lo svolgimento che avrebbe avuto la storia nel momento dell'arrivo del Messia. In tutta la tradizione ebraica (valida ancora oggi per qualsiasi ebreo praticante l'ebraismo) la funzione del Messia è quella di "allargare" a tutto il mondo la conoscenza del vero Dio, mentre Israele viene confermato definitivamente nella sua missione di Luce delle Genti. 
[In questo senso per un credente ebreo la Luce è l'Israele-Popolo (almeno fino all'avvento del Messia, e successivamente "a supporto" del Messia), mentre per un credente cristiano la Luce è il Messia-Persona. Le due cose non sono in contraddizione, visto che il Messia rappresenta per sempre anche tutto il Popolo messianico dal quale proviene. La separazione dei due - allo scopo di rifiutare Israele - ha il nome di una grave eresia condannata dalla Chiesa: il marcionismo. Il Cristo non divide. Il Cristo unisce, ciascuno con la propria identità, dignità e ruolo al servizio del Regno di Dio].

Ciò che presenta il Vangelo di Giovanni è il momento nel quale tutto questo si verifica. Ed è Gesù stesso ad annunciarlo. Quando gli viene detto che "i Greci vogliono vederlo" Egli dà subito la risposta: "È giunta l'ora".
(Il che significa anche, tra parentesi, che con tutta probabilità Gesù accetta di incontrare quel gruppetto di "greci", anche se Giovanni non lo specifica. 
La cosa sicura è che Gesù si rivolge subito ai discepoli ebrei e spiega loro in modo profetico la richiesta dei Greci).
Non era certo la prima volta che Egli incontrava dei non-ebrei, ma stavolta dice: "È giunta l'ora". E tutti  comprendono le sue parole. Infatti l'evangelista non si preoccupa di chiarire un fatto così lampante.
Ciò che gli astanti non comprendono è piuttosto il come. Per questo Giovanni lo spiega (nello stesso capitolo).
La folla all'ascolto capisce molto bene che Gesù sta parlando di sé stesso come del Messia che sarà glorificato davanti a tutto il mondo, ma... il discorso sulla morte del Re Messia "non quadra" agli ascoltatori: il Messia non doveva rimanere "in eterno" a difendere Israele e a governare il resto del mondo per portare la pace?
[E infatti il Messia di Israele rimarrà per sempre - rispondo io dopo 2000 anni. Però la cosa non era facilissima da accettare in quel momento da parte del popolo soggiogato dai Romani e in attesa di liberazione... E, aggiungerei, che nemmeno oggi è tanto facile accettare che "quello più forte" è "quello che muore" - ...anche se poi risuscita, e dopo aver spiegato un sacco di cose agli Apostoli ascenderà al Cielo: altri due eventi ancora più difficili da credere, se non si entra in una certa prospettiva. Mica facile.
L'evangelista Giovanni e/o la comunità giovannea ebraica-cristiana - che scrive l'ultimo Vangelo a distanza di circa 50-60 anni dai fatti - cerca di dare spiegazione a tutto il quadro teologico degli eventi, a tutta la Storia della Salvezza].

Riassumendo,
il passo evangelico di Giovanni era molto chiaro agli ebrei dell'epoca, studiosi o non studiosi. Potevano concordare o s-concordare, accettare o non accettare, ma i collegamenti tra i discorsi erano chiari.
Gesù dà una risposta così precisa che più precisa non si può: dice - in pratica - che è arrivata l'ora in cui l'Alleanza (tra l'Unico vero Dio e gli uomini) si estenderà anche ai non-ebrei. A coloro che vorranno vedere il Messia d'Israele sarà concesso di vederlo: sarà strappato il velo che divide gli ebrei dai non-ebrei, gli eletti dai non-eletti, nel momento in cui sarà strappato l'ultimo velo che divide Cielo e Terra.
L'Antico Testamento - giusto per citare la sola parte scritta della tradizione ebraica - contiene centinaia di riferimenti alla missione di Israele rispetto alle genti pagane e, nello specifico, alla missione che è propria del Messia.
Ecco alcuni tra i passaggi più conosciuti della Bibbia al riguardo; 
ricordando che il Popolo di Israele diceva questo quando era un popolo minuscolo, secondario, abbastanza sconosciuto rispetto ai grandi regni e agli imperi dominanti:

Isaia 2,2-4
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà eretto sulla cima dei monti
e sarà più alto dei colli;
ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci indichi le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e sarà arbitro fra molti popoli.

Isaia 11,10
In quel giorno
la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli,
le genti la cercheranno con ansia,
la sua dimora sarà gloriosa.

Isaia 12,4-6
In quel giorno direte:
«Lodate il Signore, invocate il suo nome;
manifestate tra i popoli le sue meraviglie,
proclamate che il suo nome è sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose grandiose,
ciò sia noto in tutta la terra.
Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion,
perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele».

Zaccaria 8,20-23
Dice il Signore degli eserciti: «Anche popoli e abitanti di numerose città si raduneranno e si diranno l'un l'altro: Su, andiamo a supplicare il Signore, a trovare il Signore degli eserciti; ci vado anch'io. Così popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a consultare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore».
Dice il Signore degli eserciti: «In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi».

Salmo 67,2-8
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
fra tutte le genti la tua salvezza.
Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Esultino le genti e si rallegrino,
perché giudichi i popoli con giustizia,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, Dio,
ti lodino i popoli tutti.
La terra ha dato il suo frutto.
Ci benedica Dio, il nostro Dio,
ci benedica Dio
e lo temano tutti i confini della terra.

Ritorniamo infine, di nuovo, al Vangelo di Giovanni (12,20-28):

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 

Gesù rispose: «È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà. Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».


Domani 28 marzo 2021: Le Palme (che nel Vangelo di Giovanni sono citate nel brano precedente a questo).
Trovandoci adesso nell'anno liturgico B le "palme" e la Passione di Gesù saranno narrate dal Vangelo di Marco.



🌿💙 חג כשר ושמח
(פסח  5781 - 2021)



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