Cenere e polvere nella tradizione biblica
Una premessa linguistica per capire meglio la Sacra Scrittura.
Esempio:
Il termine cenere, al contrario del termine polvere, in italiano è più univoco: senza dubbio è il materiale proveniente dall'incenerimento (di qualsiasi cosa) ottenuto di solito col fuoco. Per estensione: "le ceneri" stanno a significare anche i residui che rimangono dopo la decomposizione naturale di un defunto. In ogni caso: non si riferisce a materiale terroso.
Ebraico אפר (pr. efer)
Greco κόνις (pr. konis) = letteralmente "polvere" (però nel senso della polvere che rimane dopo aver bruciato qualcosa)
(È impossibile elencarli tutti qui. Ne riporto alcuni di particolarmente importanti)
Leggendoli con calma e magari, per meditare meglio, confrontandoli anche con altre traduzioni, è possibile vedere il significato profondo che nella Chiesa Cattolica si dà al rito del Mercoledì delle Ceneri. La radice religiosa è assolutamente ebraica, la pratica anche. Ed è anche, in parte, il contributo di un'ampia e variegata eredità antropologica pre-ebraica (vedi il famoso mito della fenice oppure alcune antiche manifestazioni di lutto), ma soltanto con l'ebraismo tutto "l'universo delle ceneri" si delinea in una precisa tradizione penitenziale che poi passa tale e quale nel cristianesimo. In realtà, si tratta di una tradizione penitenziale-benedicente nel senso che è il punto di partenza della conversione e della redenzione.
Infine, se ci pensi, sia per i credenti che per i non credenti... l'espressione "cospargersi il capo di cenere" nella nostra cultura ha un preciso significato - che si trova nell'alveo ebraico-cristiano. Non si trova nella mitica fenice e neanche nella disperazione senza fine di alcune antiche manifestazioni di lutto, individuali o collettive, che prevedevano il rotolarsi nella cenere piangendo il defunto e urlando.
L'ambito infatti è quello della preghiera penitenziale, del simbolo e del rito comunitario che orienta alla spiritualità della Quaresima. Se vuoi conoscere la differenza tra Sacramento e pratica devozionale che fa uso di un sacramentale clicca QUI ]
La Chiesa propone, tra le tante attività "in sostituzione", la lettura e/o studio della Bibbia per chi non partecipa alle funzioni o alle Messe a causa della pandemia.
1) perché per i bambini più piccoli, anche per i più seri, le Ceneri costituiscono un'occasione più di divertimento che "penitenziale"... Per quanto si cerchi di mantenere una certa solennità, se si fa il rito coi ragazzini è sempre un rito che tende all'allegria (e questo non è del tutto fuori luogo nella visione cristiana cattolica delle Ceneri. Inoltre, per i bambini che non hanno ancora ricevuto il Sacramento della Confessione, imporre un atteggiamento penitenziale non ha alcun senso perché non corrisponde alla loro realtà);
2) per evidenziare che soltanto una persona adulta (almeno post-adolescente) può avere una piena consapevolezza del rito che sta compiendo e della serietà che dovrebbe accompagnarlo, ma è comunque buona cosa far conoscere la liturgia anche ai bambini, spiegandola con parole semplici.
E per spiegarla (anche) ai bambini... è necessario che l'adulto ne sappia qualcosa 😇
Ecco i passi biblici dai quali puoi iniziare.
Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere...
(Genesi 18,27)
Dal Libro di Giuditta
Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore. Ricoprirono di sacco anche l'altare e alzarono il loro grido al Dio di Israele tutt'insieme senza interruzione, supplicando che i loro figli non venissero abbandonati allo sterminio, le loro mogli alla schiavitù, le città di loro eredità alla distruzione, il santuario alla profanazione e al ludibrio in mano alle genti. Il Signore porse l'orecchio al loro grido e volse lo sguardo alla loro tribolazione, mentre il popolo digiunava da molti giorni in tutta la Giudea e in Gerusalemme davanti al santuario del Signore onnipotente.
(Giuditta 4,11-13)
Allora Giuditta cadde con la faccia a terra e sparse cenere sul capo e mise allo scoperto il sacco di cui sotto era rivestita e, nell'ora in cui veniva offerto nel tempio di Dio in Gerusalemme l'incenso della sera, Giuditta supplicò a gran voce il Signore
(Giuditta 9,1)
Dal Libro di Ester
Quando Mardocheo seppe quanto era stato fatto, si stracciò le vesti, si coprì di sacco e di cenere e uscì in mezzo alla città, mandando alte e amare grida; venne fin davanti alla porta del re, ma a nessuno che fosse coperto di sacco era permesso di entrare per la porta del re. In ogni provincia, dovunque giungevano l'ordine del re e il suo editto, ci fu gran desolazione fra i Giudei: digiuno, pianto, lutto e a molti servirono di letto il sacco e la cenere. Le ancelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a riferire la cosa e la regina ne fu molto angosciata; mandò vesti a Mardocheo, perché se le mettesse e si togliesse di dosso il sacco, ma egli non le accettò. Allora Ester chiamò Atàch, uno degli eunuchi che il re aveva messo al suo servizio, e lo incaricò di andare da Mardocheo per domandare che cosa era avvenuto e perché si comportava così.
(Ester 4,1-5)
Dal Primo Libro dei Maccabei
Si radunarono dunque e vennero in Masfa di fronte a Gerusalemme, perché nei tempi antichi Masfa era stato luogo di preghiera in Israele. In quel giorno digiunarono e si vestirono di sacco, si sparsero la cenere sul capo e si stracciarono le vesti. Aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dei. Portarono le vesti sacerdotali, le primizie e le decime e fecero venire avanti i Nazirei, che avevano compiuto i giorni del loro voto, e alzarono la voce al cielo gridando: «Che faremo di costoro e dove li condurremo, mentre il tuo santuario è conculcato e profanato e i tuoi sacerdoti sono in lutto e desolazione? Ecco i pagani si sono alleati contro di noi per distruggerci; tu sai quello che vanno macchinando contro di noi. Come potremo resistere di fronte a loro, se tu non ci aiuterai?».
(1 Maccabei 3,46-53)
Giuda intanto e i suoi fratelli dissero: «Ecco sono stati sconfitti i nostri nemici: andiamo a purificare il santuario e a riconsacrarlo». Così si radunò tutto l'esercito e salirono al monte Sion. Trovarono il santuario desolato, l'altare profanato, le porte arse e cresciute le erbe nei cortili come in un luogo selvatico o montuoso, e gli appartamenti sacri in rovina. Allora si stracciarono le vesti, fecero grande pianto, si cosparsero di cenere, si prostrarono con la faccia a terra, fecero dare i segnali con le trombe e alzarono grida al Cielo. Giuda ordinò ai suoi uomini di tenere impegnati quelli dell'Acra, finché non avesse purificato il santuario.
(1 Maccabei 4,36-41)
Giònata a sua volta e il suo esercito si erano accampati presso il lago di Gennesaret e raggiunsero di buon mattino la pianura di Casòr. Ed ecco l'esercito degli stranieri avanzare contro di lui nella pianura, dopo aver disposto appostamenti contro di lui sui monti. Essi avanzavano di fronte quando gli appostati sbucarono dalle loro posizioni e attaccarono battaglia. Tutti gli uomini di Giònata fuggirono, nessuno di loro rimase se non Mattatia figlio di Assalonne e Giuda figlio di Calfi, comandanti di contingenti dell'esercito. Allora Giònata si stracciò le vesti, si cosparse il capo di polvere e si prostrò a pregare. Poi ritornò a combattere contro di loro, li sconfisse e li costrinse alla fuga.
(1 Maccabei 11,67-72)
Dal Secondo Libro dei Maccabei
Timòteo, che prima aveva perduto di fronte ai Giudei, assoldando ora forze straniere in gran numero e radunando la cavalleria dell'Asia, che non era meno numerosa, avanzò con l'intenzione di soggiogare la Giudea con le armi. Gli uomini del Maccabeo al suo avvicinarsi, si cosparsero il capo di polvere per la preghiera a Dio e, cintisi i fianchi di sacco, si prostrarono sul rialzo davanti all'altare e lo supplicarono che si mostrasse loro propizio e fosse nemico dei loro nemici e avversario dei loro avversari, secondo l'espressione della legge. Terminata la preghiera, presero le armi e uscirono dalla città per un bel tratto.
(2 Maccabei 10,24-27)
Dal Libro di Neemia
Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere. Quelli che appartenevano alla stirpe d'Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i loro peccati e le iniquità dei loro padri. Poi si alzarono in piedi nel posto dove si trovavano e fu fatta la lettura del libro della legge del Signore loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi fecero la confessione dei peccati e si prostrarono davanti al Signore loro Dio.
(Neemia 9,1-3)
Dal Libro di Giobbe
Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere.
(...)
Nel frattempo tre amici di Giobbe erano venuti a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz il Temanita, Bildad il Suchita e Zofar il Naamatita, e si accordarono per andare a condolersi con lui e a consolarlo. Alzarono gli occhi da lontano ma non lo riconobbero e, dando in grida, si misero a piangere. Ognuno si stracciò le vesti e si cosparse il capo di polvere. Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti, e nessuno gli rivolse una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore.
(Giobbe 2,8.11-13)
Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
Perciò mi ricredo
e ne provo pentimento sopra polvere e cenere.
(Giobbe 42,5-6)
Dal Libro dei Salmi
Sono simile al pellicano del deserto,
sono come un gufo tra le rovine.
Veglio e gemo
come uccello solitario sopra un tetto.
Tutto il giorno mi insultano i miei nemici,
furenti imprecano contro il mio nome.
Di cenere mi nutro come di pane,
alla mia bevanda mescolo il pianto,
davanti alla tua collera e al tuo sdegno,
perché mi sollevi e mi scagli lontano.
I miei giorni sono come ombra che declina,
e io come erba inaridisco.
Ma tu, Signore, rimani in eterno,
il tuo ricordo per ogni generazione.
Tu sorgerai, avrai pietà di Sion,
perché è tempo di usarle misericordia:
l'ora è giunta.
(Salmo 102,7-14)
Dal Libro del Siracide
Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi;
non far nulla in preda all'ira.
Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia.
L'impero passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
(Siracide 10,6-9)
Dal Libro del Profeta Isaia
«Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
E' forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato,
nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
(Isaia 58,3-10)
Lo spirito del Signore Dio è su di me
perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione;
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri,
a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,
a proclamare la libertà degli schiavi,
la scarcerazione dei prigionieri,
a promulgare l'anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio,
per consolare tutti gli afflitti,
per allietare gli afflitti di Sion,
per dare loro una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell'abito da lutto,
canto di lode invece di un cuore mesto.
Essi si chiameranno querce di giustizia,
piantagione del Signore per manifestare la sua gloria.
Ricostruiranno le vecchie rovine,
rialzeranno gli antichi ruderi,
restaureranno le città desolate,
devastate da più generazioni.
(Isaia 61,1-4)
Dal Libro delle Lamentazioni
Siedono a terra in silenzio
gli anziani della figlia di Sion,
han cosparso di cenere il capo,
si sono cinti di sacco;
curvano a terra il capo
le vergini di Gerusalemme.
Si son consunti per le lacrime i miei occhi,
le mie viscere sono sconvolte;
si riversa per terra la mia bile
per la rovina della figlia del mio popolo;
mentre vien meno il bambino e il lattante
nelle piazze della città.
(Lamentazioni 2,10-11)
Dal Libro del Profeta Ezechiele
Faranno sentire il lamento su di te e grideranno amaramente,
si getteranno sulla testa la polvere,
si rotoleranno nella cenere;
si raderanno i capelli per te
e vestiranno di sacco;
per te piangeranno nell'amarezza dell'anima
con amaro cordoglio.
Nel loro pianto intoneranno su di te un lamento,
su di te comporranno elegie:
Chi era come Tiro, ora distrutta in mezzo al mare?
(Ezechiele 27,30-32)
Dal Libro di Daniele
Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio
(Daniele 9,3-4)
Dal Libro di Giona
I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.
(Giona 3,5-6)
Dal Vangelo secondo Matteo
Allora [Gesù] si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere.
(Matteo 11,20-21)
Dalla Lettera agli Ebrei
Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalla opere morte, per servire il Dio vivente?
(Lettera agli Ebrei 9,11-14)
Dal Libro della Sapienza
Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita
(Sapienza 11,22-26)
Dal Libro di Qoelet
Tutti sono diretti verso la medesima dimora:
tutto è venuto dalla polvere
e tutto ritorna nella polvere.
(Qoelet 3,20)
Dal Libro dei Salmi
Sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell'alto
e si china a guardare
nei cieli e sulla terra?
Solleva l'indigente dalla polvere,
dall'immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i principi,
tra i principi del suo popolo.
(Salmo 113,2-8)
Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare
e non conserva per sempre il suo sdegno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono;
come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli,
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.
Perché egli sa di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo,
come il fiore del campo, così egli fiorisce.
Lo investe il vento e più non esiste
e il suo posto non lo riconosce.
Ma la grazia del Signore è da sempre,
dura in eterno per quanti lo temono;
la sua giustizia per i figli dei figli,
per quanti custodiscono la sua alleanza
e ricordano di osservare i suoi precetti.
Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono
e il suo regno abbraccia l'universo.
Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti alla voce della sua parola.
Benedite il Signore, voi tutte, sue schiere,
suoi ministri, che fate il suo volere.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in ogni luogo del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia.
(Salmo 103,8-22)
Dal Libro della Genesi
Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
(Genesi 2,7)
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