Theotòkos, Madre di Dio. Cosa significa?

Un mini-percorso di base per comprendere il dogma.
Per farlo, partiamo da una fonte popolare, non ecclesiastica: vediamo cosa dice la Treccani - fonte enciclopedica molto laica e molto semplice.

Theotòkos (greco Θεοτόκος) 
Titolo, «Madre di Dio», rivendicato per la Vergine nel Concilio di Efeso (431 d.C.) contro Nestorio, che asseriva Maria madre solo dell’umanità di Gesù.

Detta così... Il lettore comune (e anche quello meno comune) non capirà bene perché Nestorio dovrebbe avere tutto 'sto torto...
Anzi, consultando il Catechismo della Chiesa Cattolica si troveranno delle affermazioni apparentemente simili a quella attribuita (dalla Treccani) a Nestorio.

Per vedere dove sta l'intoppo è necessario approfondire almeno un po'.

Gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, dalle fonti classiche:

Dal Compendio del Catechismo
Paragrafo 95
Perché Maria è veramente la Madre di Dio?
Risposta: Maria è veramente Madre di Dio perché è la madre di Gesù (Gv 2,1; 19,25). In effetti, colui che è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio, è il Figlio eterno di Dio Padre. È Dio egli stesso.

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Mettiamola ancora più semplice.
In pratica: non è che una donna possa di per sè generare o "produrre" Dio, (cioè la creatura umana non può certo creare il Creatore! E infatti Maria non ha generato la Santissima Trinità), 
ma qui si tratta di fare la semplice constatazione che Maria ha effettivamente portato in grembo per 9 mesi e poi ha partorito Colui che è Figlio di Dio, seconda Persona della Santissima Trinità - cioè Dio. 
In altre parole: il focus del discorso riguarda Gesù, chi è Gesù. Se Lui è Persona divina, la donna che l'ha partorito ha - nei fatti - partorito la Persona divina. 
È un fatto concreto che Maria abbia partorito la Persona divina. 
Ed è altrettanto concreto che lei sia stata in regolare gravidanza portando nella pancia un figlio "tutto intero", nel senso che è cresciuto ed è stato nutrito dalle sue viscere, non come una specie di ospite alieno che cresce "per i fatti suoi". Infine, è un fatto concreto che, dopo averlo partorito, lei lo ha cresciuto come si cresce un figlio perché era proprio suo figlio in tutti i sensi. 
(Nota bene: Maria non è una "madre putativa" come invece è il caso di San Giuseppe che viene definito "padre putativo" - che significa all'incirca "adottivo". San Giuseppe ha svolto un ruolo fondamentale nella Storia della Salvezza, ha sempre agito come il migliore dei padri su questa terra, e in tema di santità - e di intercessioni - è considerato secondo solo a Maria. Tuttavia la sua relazione biologica con Gesù è radicalmente diversa da quella di Maria: in Giuseppe non c'è stata una relazione biologica).
Quindi abbiamo 2 fatti reali da mettere insieme: 
- Maria è madre di Gesù in tutto e per tutto; 
- Gesù è una Persona divina.
Risultato: Maria è Madre di Dio. 

"Gesù è Figlio del Padre celeste secondo la natura divina e Figlio di Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in lui una sola Persona, quella divina" (Compendio Catechismo).

"vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale e di corpo, consustanziale al Padre per la divinità, consustanziale a noi per l'umanità, "simile in tutto a noi, fuorché nel peccato" (Eb 4,15), generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità e, in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l'umanità" (Concilio di Calcedonia, 451).

Il Compendio del Catechismo rimanda anche ai paragrafi 495 e 509 del Catechismo "principale". Eccoli:

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica
paragrafo 495 
Maria, chiamata nei Vangeli « la Madre di Gesù » (Gv 2,1; 19,25), prima della nascita del Figlio suo è acclamata, sotto la mozione dello Spirito, « la Madre del mio Signore » (Lc 1,43). Infatti, colui che Maria ha concepito come uomo per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio secondo la carne, è il Figlio eterno del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. La Chiesa confessa che Maria è veramente Madre di Dio (Theotòkos).

Dalla Sintesi del Catechismo
paragrafo 509
Maria è veramente « Madre di Dio », perché è la Madre del Figlio eterno di Dio fatto uomo, Dio lui stesso.

Per capire meglio...
Di seguito, ecco alcuni testi validissimi, perfetti dal punto di vista teologico-dottrinale (visto da dove provengono), eppure semplicissimi nell'esposizione.

Benedetto XVI, nel 2008 spiega:

Theotokos, è il titolo attribuito ufficialmente a Maria nel V secolo, esattamente nel Concilio di Efeso del 431, ma affermatosi nella devozione del popolo cristiano già a partire dal III secolo, nel contesto delle accese discussioni di quel periodo sulla persona di Cristo. Si sottolineava, con quel titolo, che Cristo è Dio ed è realmente nato come uomo da Maria: veniva così preservata la sua unità di vero Dio e di vero uomo. In verità, quantunque il dibattito sembrasse vertere su Maria, esso riguardava essenzialmente il Figlio. Volendo salvaguardare la piena umanità di Gesù, alcuni Padri suggerivano un termine più attenuato: invece del titolo di Theotokos, proponevano quello di Christotokos, “Madre di Cristo”; giustamente però ciò venne visto come una minaccia alla dottrina della piena unità della divinità con l’umanità di Cristo. Perciò, dopo ampia discussione, nel Concilio di Efeso del 431, come ho detto, venne solennemente confermata, da una parte, l’unità delle due nature, quella divina e quella umana, nella persona del Figlio di Dio (cfr DS, n. 250) e, dall’altra, la legittimità dell’attribuzione alla Vergine del titolo di Theotokos, Madre di Dio (ibid., n. 251).

Dopo questo Concilio si registrò una vera esplosione di devozione mariana e furono costruite numerose chiese dedicate alla Madre di Dio. Tra queste primeggia la Basilica di Santa Maria Maggiore, qui a Roma. La dottrina concernente Maria, Madre di Dio, trovò inoltre nuova conferma nel Concilio di Calcedonia (451) in cui Cristo fu dichiarato “vero Dio e vero uomo (…) nato per noi e per la nostra salvezza da Maria, Vergine e Madre di Dio, nella sua umanità” (DS, n. 301). Com’è noto, il Concilio Vaticano II ha raccolto in un capitolo della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, l’ottavo, la dottrina su Maria, ribadendone la divina maternità. Il capitolo s’intitola: “La Beata Maria Vergine, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa”.
Fonte:

Al seguente link (di cui non copioincollo il testo per non appesantire troppo il post) trovate, in modo ordinato e ben leggibile, le catechesi di Giovanni Paolo II - del 16 marzo 1988 e 23 marzo 1988. Suggerisco di leggerle integralmente per inquadrare l'intero tema della divina maternità di Maria. L'esposizione è molto chiara, alla portata di tutti.

Ok. Dopo aver compreso le premesse, siamo in grado di capire anche la "sfumatura" (se così si può dire) che distingue le affermazioni della Chiesa da quelle di Nestorio. 
A qualcuno potrà sembrare che si tratti di sfumature, appunto. Però non lo sono.
Sono, piuttosto, dei grandi fossi 😁 che determinano conseguenze "a cascata".
A questo punto, dopo aver letto i testi sopra, ritornando sul Compendio del Catechismo si potrà ampliare l'orizzonte rileggendo in ordine le semplici formulazioni a domanda-risposta. 

Paragrafi dal nr.85 al nr.100.

(Copioincollo)

85. Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo?
Il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, per noi uomini e per la nostra salvezza, ossia: per riconciliare noi peccatori con Dio; per farci conoscere il suo amore infinito; per essere il nostro modello di santità; per farci «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4).

86. Che cosa significa la parola «Incarnazione »?
La Chiesa chiama «Incarnazione» il Mistero dell'ammirabile unione della natura divina e della natura umana nell'unica Persona divina del Verbo. Per realizzare la nostra salvezza, il Figlio di Dio si è fatto «carne» (Gv 1,14) diventando veramente uomo. La fede nell'Incarnazione è segno distintivo della fede cristiana.

87. In che modo Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo?
Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo, nell'unità della sua Persona divina. Egli, il Figlio di Dio, che è «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre», si è fatto vero uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare di essere Dio, nostro Signore.

88. Che cosa insegna a questo riguardo il Concilio di Calcedonia (anno 451)?
Il Concilio di Calcedonia insegna a confessare «un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale e di corpo, consustanziale al Padre per la divinità, consustanziale a noi per l'umanità, "simile in tutto a noi, fuorché nel peccato" (Eb 4,15), generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità e, in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l'umanità».

89. Come la Chiesa esprime il Mistero dell'Incarnazione?
Lo esprime affermando che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, con due nature, la divina e l'umana, non confuse, ma unite nella Persona del Verbo. Pertanto, nell'umanità di Gesù, tutto - miracoli, sofferenza, morte - dev'essere attribuito alla sua Persona divina che agisce attraverso la natura umana assunta.

«O Figlio Unigenito e Verbo di Dio, 
tu che sei immortale, 
per la nostra salvezza ti sei degnato d'incarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria (...). 
Tu che sei Uno della Santa Trinità, glorificato con il Padre e lo Spirito Santo, salvaci!» 
(Liturgia Bizantina di san Giovanni Crisostomo).
 
90. Il Figlio di Dio fatto uomo aveva un'anima con una conoscenza umana?
Il Figlio di Dio ha assunto un corpo animato da un'anima razionale umana. Con la sua intelligenza umana Gesù ha appreso molte cose attraverso l'esperienza. Ma anche come uomo il Figlio di Dio aveva una conoscenza intima e immediata di Dio suo Padre. Penetrava ugualmente i pensieri segreti degli uomini e conosceva pienamente i disegni eterni che egli era venuto a rivelare.

91. Come si accordano le due volontà del Verbo incarnato?
Gesù ha una volontà divina e una volontà umana. Nella sua vita terrena, il Figlio di Dio ha umanamente voluto ciò che ha divinamente deciso con il Padre e lo Spirito Santo per la nostra salvezza. La volontà umana di Cristo segue, senza opposizione o riluttanza, la volontà divina, o, meglio, è ad essa sottoposta.
 
92. Cristo aveva un vero corpo umano?
Cristo ha assunto un vero corpo umano attraverso il quale Dio invisibile si è reso visibile. Per questa ragione Cristo può essere rappresentato e venerato nelle sante immagini.

93. Che cosa rappresenta il Cuore di Gesù?
Gesù ci ha conosciuti e amati con un cuore umano. Il suo Cuore trafitto per la nostra salvezza è il simbolo di quell'infinito amore, col quale egli ama il Padre e ciascuno degli uomini.

94. «Concepito per opera dello Spirito Santo... »: che cosa significa quest'espressione?
Significa che la Vergine Maria ha concepito il Figlio eterno nel suo grembo per opera dello Spirito Santo e senza la collaborazione di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), le ha detto l'Angelo nell' Annunciazione.
 
95. «...Nato dalla Vergine Maria »: perché Maria è veramente la Madre di Dio?
Maria è veramente Madre di Dio perché è la madre di Gesù (Gv 2,1; 19,25). In effetti, colui che è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio, è il Figlio eterno di Dio Padre. È Dio egli stesso.
 
96. Che cosa significa «Immacolata Concezione»?
Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta l'eternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento.
 
97. Come collabora Maria al disegno divino della salvezza?
Per la grazia di Dio Maria è rimasta immune da ogni peccato personale durante l'intera sua esistenza. È la «piena di grazia» (Lc 1 ,28), la «Tutta Santa». Quando l'Angelo le annuncia che avrebbe dato alla luce «il Figlio dell' Altissimo» (Lc 1,32), ella dà liberamente il proprio assenso con «l'obbedienza della fede» (Rm 1,5). Maria si offre totalmente alla Persona e all'opera del suo Figlio Gesù, abbracciando con tutta l'anima la volontà divina di salvezza.
 
98. Che cosa significa la concezione verginale di Gesù?
Significa che Gesù è stato concepito nel grembo della Vergine per la sola potenza dello Spirito Santo, senza intervento dell'uomo. Egli è Figlio del Padre celeste secondo la natura divina e Figlio di Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in lui una sola Persona, quella divina.
 
99. In che senso Maria è «sempre Vergine»?
Nel senso che ella è «rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua» (sant'Agostino). Pertanto, quando i Vangeli parlano di «fratelli e sorelle di Gesù», si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo un'espressione adoperata nella Sacra Scrittura.
 
100. In che modo la maternità spirituale di Maria è universale?
Maria ha un unico Figlio, Gesù, ma in lui la sua maternità spirituale si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare. Obbediente al fianco del nuovo Adamo, Gesù Cristo, la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viventi, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazione nell'ordine della grazia. Vergine e Madre, Maria è la figura della Chiesa, la sua più perfetta realizzazione.
Fine citazioni dal Compendio del Catechismo.
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Traduzione di Theotòkos.
La parola "Theotokos" non significa esattamente "Madre di Dio" ma è un sostantivo della lingua greca antica che significa letteralmente "divinparto" - ad indicare la divina maternità di Maria. 
Ok, il concetto è sempre quello, però è bene conoscere anche i dettagli linguistici.

Un riferimento alla divina maternità si trova anche nel Vangelo di Luca, quando Elisabetta si rivolge a Maria come "Madre del Signore" - inteso come Dio.

Luca 1,43
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Greco traslitterato:
kaì póthen moi toûto hína élthēi hē mḗtēr toû Kyríou mou pròs emé?

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Nestorio. Ma cosa voleva dire?
Della serie: forse c'è stato un fraintendimento terminologico tra Nestorio e i colleghi teologi, o forse Nestorio - successivamente - cambiò un po' idea e rientrò nell'ortodossia cattolica. Non si sa.
Fatto sta che una recente analisi storica sembra indicare che Nestorio (al di là di una terminologia forse poco precisa) fosse effettivamente d'accordo con la dottrina cattolica.
Questa evidenza (o perlomeno una traccia) esce solo nel 1895 quando è stato scoperto un suo scritto (il Libro di Eraclide) che testimonia una posizione diversa, "più cattolica".

Una voce autorevole della nostra teologia - un autore sicuramente molto più esperto di me - ha scritto infatti su Nestorio:

«Per la scarsità degli scritti pervenutici -alcune lettere , omelie, frammenti della controversia, e il tardivo Libro di Eraclide composto all'epoca del Concilio di Calcedonia, e testimone forse di una certa evoluzione del suo pensiero, - c'è molta incertezza nello stabilire quale sia stato effettivamente il suo pensiero. La tendenza degli storici oggi è di considerare la cristologia di Nestorio sostanzialmente conforme con l'ortodossia, nonostante le carenze e le imprecisioni del linguaggio. La ricerca storica contemporanea sconfessa l'attendibilità del "modello convenzionale" della dottrina di Nestorio così come viene presentata dai suoi avversari e soprattutto da Cirillo di Alessandria.»
(Battista Mondin. Storia della teologia, vol. I. Brescia, Edizioni Studio Domenicano, 1996, pag. 259)

In ogni caso, se anche Nestorio si è spiegato male oppure se nel corso degli anni ha cambiato idea, bisogna registrare che storicamente esistevano i nestoriani, i quali sostenevano ciò che nella storia è stato attribuito a Nestorio (anche se lui, povero, magari non l'ha detto nei termini sostenuti dai suoi seguaci. Non sarebbe certo la prima volta che nella storia si verifica un tale incidente).

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Un lettore di Amici Domenicani pone la "scottante" domanda a padre Angelo Bellon, teologo domenicano:

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