Getsemani

Salita al Monte degli Ulivi, in direzione da ovest verso est
©foto DISF.org 

©foto sito Papaboys

©foto nonsoloturisti.it


©foto sito Santuario Getsemani
- dei frati francescani di Terra Santa

Dipinto di Carl Heinrich Bloch 
Gesù nel Getsemani
confortato dall'angelo
(Luca cap. 22)


Il termine Getsemani proviene dall'aramaico e ha i suoi corrispondenti, abbastanza simili, in ebraico e siriaco. Ovviamente nei vangeli troviamo la traslitterazione greca. Significa: frantoio (lo strumento/luogo per fare l'olio). Ed è quindi legato all'attività che si faceva in quell'orto/giardino.

Le seguenti informazioni provengono dalla Custodia di Terra Santa 
(che è una "sezione" - in termini tecnici: provincia - dell'ordine dei frati francescani).
Link

Getsemani è il termine usato dagli evangelisti Marco e Matteo per indicare il luogo in cui Gesù si recò dopo l’Ultima Cena. 
La parola proviene dall’aramaico gat semãnê, tradizionalmente tradotta con “pressoio per l’olio”. [frantoio]
San Girolamo, interpretando il nome biblico di Getsemani come “vallis pinguendinum”, ossia valle dell’abbondanza, pose l’accento sulla fertilità del luogo, che doveva essere caratterizzato non solo dai numerosi uliveti ma anche da vigneti.
Oggi, con il termine di Getsemani si indicano tre luoghi, custoditi dai francescani, che commemorano l’agonia e l’arresto di Gesù nella notte in cui fu tradito: la Grotta del Getsemani, l’orto degli Ulivi e la Basilica delle Nazioni.

Molti altri dettagli al link
https://www.custodia.org/it/santuari/getsemani
(vedi soprattutto alle voci: il luogo storia)

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