"Non lo capisco" - disse il grande Samuel David Luzzatto (come commento al Cantico dei Cantici)
Sì, sì, disse proprio così.
[più sotto fornisco la fonte autorevole e la spiegazione del perché il coltissimo esegeta, linguista e traduttore biblico SHaDaL lo disse. Intanto, chi desidera, può farsi un'idea di chi era SHaDaL . La sua fama di umile dotto e di rabbino sapiente ha superato i confini italiani, ed è ancora oggi uno dei maestri di riferimento per tutto il mondo ebraico].
"Non lo capisco", disse Samuel David Luzzatto.
Niente da stupirsi, quindi, se un attore comico italiano non ha capito il Cantico dei Cantici.
[L'attore ha anche riferito di aver chiesto consulenze ad eminenti studiosi e... Che dire? Si vede che non ha capito bene quello che gli hanno detto 'sti eminenti studiosi.
Per chi si chiedesse di cosa sto parlando: mi riferisco ad una serata del popolare Festival canoro di Sanremo, quella di giovedì 6 febbraio 2020 - serata in diretta su Rai1 in cui si è tenuta la molto attesa performance di un noto personaggio televisivo e cinematografico].
Invece, un po' di stupimento (ma oramai anche no) lo suscita il fatto che la tivù nazionale abbia deciso di dare in pasto agli italiani - intendo a tutti gli italiani: ebrei italiani, cristiani italiani, atei a agnostici italiani, eccetera - un tale prodotto di sottocultura. Pagato dagli utenti.
Ma bando alle polemiche.
Questo post è una specie di mio modestissimo rimborso culturale agli aventi diritto... anche se io non ho la platea del Benigni su Rai1-Sanremo, e pochi saranno i rimborsati. Ché poi, per chiedere un rimborso, si dovrebbe eventualmente sapere di essere stati derubati di qualcosa.
Domanda provocatoria dell'anticattolico di passaggio: oè, cattolica bigotta sessuofoba! Ma che forse sei contraria al pluripremiato Benigni che parla di poesia a luci rosse in televisione?
Risposta di aggiornamento online sulla società italiana degli anni Duemila: non mi pare che sia difficile rendersi conto (con qualche clic o con qualche conversazione da bar) che gli italiani non manifestano particolari bisogni di poesiole in stile dico-non-dico oppure in stile punterei-al-kamasutra-ma-mi-tocca-la-bibbia.
Gli italiani non manifestano questi strani bisogni per un semplicissimo motivo: tali recite pruriginose soft risultano - per gli spettatori eventualmente interessati al tema - abbastanza tiepide rispetto alla roba hot che facilmente hanno a disposizione in ogni dove. Nel territorio italiano e nell'internet italiano, i giovani e gli adulti (e perfino gli adolescenti) italiani, non è che stessero attendendo Benigni per essere edotti in certe materie e/o per trovare canali ed occasioni in cui esercitare fisicamente le materie stesse. Ma anche all'interno dello stesso Festival (di quest'anno o degli scorsi anni) Benigni non rappresenta certo una novità né una rivoluzione di costumi: insegnare i valori cristiani di base e seguire il Catechismo della Chiesa Cattolica non rientra tra i compiti di un concorso / spettacolo laico di canzonette - aperto a tutti e rivolto a tutti, credenti di ogni religione e non credenti. (Anzi, negli ultimi decenni la maggioranza sanremese - artisti e fans - sembra essere non credente perciò il business punta a loro, non a noi).
Chiarimento: il mio post non parlerà di morale sessuale cattolica. Quella è nostra, di noi cattolici, e ce la vediamo noi. Se poi il Benigni - non è certo la prima volta che fraintende l'argomento - ci giudica "così piuttosto che cosà" sono fatti suoi.
La cultura però è di tutti.
[e a dire il vero, non ricordo come negativa l'operazione culturale dello stesso personaggio sui Dieci Comandamenti. A parte le banali e scontate deviazioni che l'attore operò sul Sesto, in generale non lo trovai così scadente e fuorviante come ho trovato questi Cantici sanremesi. Anzi l'altra volta, sui Comandamenti, fu abbastanza apprezzabile - se si esclude la suddetta tiritera sui temi sessuali].
Dicevo, la cultura è di tutti.
Se alla Bibbia non si crede come Parola ispirata, come Parola di Dio, rimane comunque - aperto a tutti - un livello di lettura che è di tipo culturale. Questo livello necessita di una minima conoscenza, come accade per qualsiasi altro testo di letteratura.
L'operazione distruttiva di Benigni è avvenuta soprattutto su questo livello. Ha portato e incoraggiato l'ignoranza. Non sulla morale sessuale - che pur egli devia e deforma gravemente se il confronto vuole essere con la morale biblica, cioè con la morale ebraica - cristiana (ed è effettivamente a quella che l'attore toscano vorrebbe riferirsi, compresi tutti i pregiudizi che ha tirato addosso ad ebrei e cristiani... Anche se poi, poco prima di iniziare la lettura, si verrà a sapere che Benigni non declamerà il Cantico biblico, bensì un fantomatico testo precedente! 😶).
Ma, appunto, sulla morale sessuale corrente in riferimento al grande pubblico televisivo italiano (che non pratica la fede ebraica o cristiana) è solo lui a fare la figura del laico imbesuito.
["imbesuito": termine usato da Vittorio Robiati Bendaud. Lo linkerò più avanti perché ha scritto il miglior articolo della rete, rilasciando un'intervista a Tempi].
C'è da chiedersi se Benigni viva fuori dal mondo... immerso nelle proprie ideologie. Fatico a trovare il senso del rivolgersi ad un (presunto) pubblico che, nella testa e fantasia dell'attore, sarebbe stato in attesa di una sorta di liberazione sessuale... Liberazione da attuarsi per mezzo di un (presunto) testo "originale" di un vecchio poema erotico.
[Perché, lo ripeto: tale testo non si trova nel canone biblico ebraico e cristiano.
Domanda: ma allora Rabbi Akiva - che Benigni ha nominato a supporto del discorso... - a quale testo farebbe riferimento definendolo "sacro" e "santo dei santi"? Forse ad un testo apocrifo rifiutato dagli ebrei?
Direi proprio di no.
A proposito, nel materiale che fornisco di seguito, da fonte autorevole si potrà anche apprendere in che senso Rabbi Akiva usò l'espressione "santo dei santi"].
Comunque...
Tale liberazione dagli immaginari tabù sessuali per mezzo di un'antica poesiola si verificherebbe - secondo Benigni - in barba alla Chiesa e/o in barba ai rabbini (che il comico ha nominato più volte).
Sorvolando sulle offese ad ebrei e cristiani, e tralasciando lo snaturamento delle Sacre Scritture per motivi "artistici" (?):
io non ho capito chi oggi in Italia possa trovarsi in attesa di essere "liberato" dalla cattivissima Associazione Chiesa&Rabbini allo scopo poter esercitare attività fisiche di sua scelta e/o per leggere una Bibbia... O meglio, per poter leggere un testo adulterato, pseudo biblico, fatto passare come precedente rispetto al testo originale ebraico (!), e del quale Benigni non ha manco fornito una fonte, un'indicazione...
(insomma, dico, casomai i presunti "prigionieri" si volessero liberare dalla tirannia sessuofoba alla quale l'attore fa continuo riferimento, esplicito ed implicito. Ma uno straccio di fonte, la poteva citare, no? Ché altrimenti 'sti poveretti si debbono sorbire la Bibbia CEI o il Tanàkh della Giuntina, e purtroppo Sanremo&Benigni ci hanno testè informato che i testi ebraici e cristiani, mica sono gli originali!, ma al contrario: sono poco affidabili, modificati, corretti e censurati da preti e da rabbini, in complotto mondiale plurimillenario.
... Eccetto - ovviamente! - quando cristiani ed ebrei erano occupati a scambiarsi "scomuniche" bimillenarie, botte da orbi e quant'altro... Ma questa è un'altra storia che non era funzionale al monologo della serata. Sarà per un'altra volta. Per il momento Benigni ci fa sapere che preti&rabbini ci hanno consegnato un testo censurato concordato. Ehm... Se lo dice lui).
Ok.
Ecco qualche link in favore della cultura (biblica e generale).
Oh, però! Chi ci dice che i tuoi link ci diranno la verità sul Cantico?
Mah... Secondo me è sufficiente valutare con la propria testa.
Ed eventualmente impegnarsi in minimo studio personale.
Suggerisco una Rassegna Web con critiche sul Cantico di Benigni, e altri spunti informativi che trattano solo il Cantico biblico - per farsi un'idea di che cos'è e di che cosa non è.
(In particolare segnalo un video).
🌟Il miglior articolo della rete IMHO:
«Benigni ha ridotto il Cantico a un poemetto erotico».
Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia, racconta a Tempi.it la sua reazione alla performance di Roberto Benigni. Per leggere clicca QUI
📨"Benigni, il furbetto che sfrutta l’ignoranza della gente".
Don Ignazio La China, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Diocesi di Noto, scrive una lettera in risposta a Vittorio Robiati Bendaud. Per leggere clicca QUI
📨"Ascolti tv, Sanremo 2020: ricco compenso a Benigni per storpiare la Bibbia". Articolo non firmato, ma bello e appassionato, su un sito generico. Per leggere clicca QUI
Nonostante i fastidi tecnici per tutti i banner pubblicitari che disturbano un po' la lettura, consiglio di avere pazienza perché quel breve articolino non firmato è veramente ben fatto.
[C'è anche la possibilità di ingrandire caratteri, in alto a destra vedi a- / A+]
📨"SANREMO 2020/ Benigni ha tradito il “Cantico”, ma ancor peggio è il silenzio generale".
Laura Cioni denuncia il silenzio dei critici (soprattutto delle voci cattoliche) di fronte allo scellerato stravolgimento del Cantico nella lettera e nel senso generale.
Per leggere clicca QUI
📨Di Luigino Bruni: "Cantico dei Cantici. Il corpo delle donne (intimità della Bibbia)"
Per leggere clicca QUI
Intervento dell'11 febbraio (solo due giorni fa) su Avvenire, che sembra molto attentamente meditato. È una rara voce critica dissenziente rispetto ai suoi colleghi. L'autore affronta l'argomento da un suo particolare punto di vista - dopo che lo stesso quotidiano nei giorni precedenti era stato abbastanza positivo vedi qui 7 febbraio con solo una lieve critica (a quella che viene definita "un'operazione perfetta" 😶).
Ma può essere che sia io a non aver capito il senso del discorso di Avvenire: il link di quella recensione del 7 febbraio lo riporterò di nuovo più sotto e lo contestualizzerò meglio.
📨Rachele Jesurum su Joimag, un nuovo magazine ebraico/laico italiano, in un articolo di due anni fa (2018) ci offre un ulteriore punto di vista, mentre ci ricorda una cosa fondamentale che non ho ancora visto citata da nessuno: i due innamorati del Cantico biblico non s'incontrano mai. Si cercano e sperano di incontrarsi, ma non s'incontrano. Pochi lo dicono ma il Cantico è soprattutto il racconto di un'assenza
(o perlomeno questa è una delle molteplici interpretazioni che va tenuta in gran conto. Se valutiamo il Cantico come un percorso lineare e come testo unico che va da A a Z: si deve concludere che alla fine i due non s'incontrano. Prendi la Bibbia e leggilo da te). L'autrice sceglie di coinvolgere nel discorso anche il suo schieramento politico (che mi sembra quello di Joimag), ma al di là di quello le riflessioni sul Cantico valgono per tutti.
"Cantico dei Cantici: il trucco c'è, ma non si vede"
Per leggere clicca QUI
📨"Amore e responsabilità".
Articolo del 2018 su Moked, portale dell'ebraismo italiano. Il rotolo del Cantico come una tappa del percorso biblico dei 5 rotoli (meghillòt).
Di Sara Valentina Di Palma
Per leggere clicca QUI
📨La Giornata 2020 del Dialogo Cattolico-Ebraico (appuntamento interfede di gennaio, da poco celebrato) proponeva proprio il testo del Cantico dei Cantici. Ricordando che la Giornata di gennaio fornisce gli spunti per altri eventuali incontri e iniziative che si volessero organizzare durante l'anno (fino al prossimo appuntamento 2021), eccoti il link con l'opuscolo gratis in pdf . Contiene la lezione di uno studioso ebreo e di uno cattolico: QUI
🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟🌟
Per concludere in bellezza (e per chi preferisce ascoltare anziché leggere) ecco una provvidenziale conferenza sul Cantico, tenuta circa due anni fa dal Rav Riccardo Di Segni (rabbino capo di Roma). È lui che ci parla anche di Samuel David Luzzatto e di Rabbi Akiva.
In meno di un'ora avrai un tale rimborso di cultura che... sarai a posto per i prossimi dieci anni di Sanremo.
Una mia osservazione sulla relativa scarsità di reazioni da parte di intellettuali, giornalisti, biblisti, rabbini, preti, vescovi, semplici blogger o altri autori, credenti e non credenti.
(Secondo me il motivo principale rimane comunque il semplice disinteresse generale verso il tema proposto. In pratica: se uno era interessato alla cultura avrà cambiato canale quasi subito; se uno era interessato alla fede ebraica/cristiana, pure; se uno era interessato ai temi sconci e depravati, anche. Queste tre categorie di spettatori hanno altri canali ai quali rivolgersi. E quelli che sono rimasti su Rai1 un po' più a lungo è perché ormai erano lì e volevano vedere come andava a finire lo spettacolo, ma non per interesse particolare alla recita del Cantico modificato e falsato - né alle tesi del comico. Ci sono inoltre altre attività che noi italiani facciamo mentre aspettiamo che in tivù finisca qualcosa di noioso: andiamo a farci il caffè o il tè; andiamo in bagno; andiamo a lavarci i capelli; rispondiano alle email in sospeso; eccetera. Le "percentuali degli ascolti" non rivelano se gli italiani stavano davvero ascoltando né se stessero apprezzando o 'schifando').
Sono effettivamente poche le reazioni/recensioni, e sono ancora meno gli autori di articoli che dimostrano di aver ascoltato integralmente l'esibizione di Benigni.
Io interpreto così quelli che hanno pubblicato entusiastiche recensioni positive: se avessero spiegato che cosa li ha entusiasmati, quali concetti o quali parole di Benigni..., magari sarei più disposta a credere che abbiano ascoltato dall'inizio alla fine il discorso del comico toscano. Le recensioni troppo generiche che praticamente dicono "che bello, che bello, ha parlato del Cantico!" (senza altre spiegazioni) non sono tanto interessanti. Anche perché Benigni non ha parlato del Cantico. E neppure l'ha letto.
📃📃📃 Una menzione particolare la dedico... agli acrobati della critica.
Ne linko cinque.
E stavolta sono io a dichiarare "non capisco".
Nel senso che non capisco che cosa vogliano comunicare ai lettori.
(Nota. In ogni singolo articolo ci sono diversi punti che non comprendo. Il risultato è che in ognuno di questi non riesco ad individuare un messaggio chiaro. L'unica cosa che capisco è che, secondo gli scriventi, Benigni ha fatto tutto benissimo eccetto qualche piccolo errore) .
Mi dispiace molto perché sono tre testate cattoliche "classiche", molto popolari, delle quali Aleteia sarebbe la proposta editoriale "nuova" dell'èra di internet.
Forse gli autori hanno tentato di non offendere nessuno? Di piacere a tutti? Di stare sul vago? Potrebbe essere... Ma il risultato è una gran confusione (a dir poco).
1) Famiglia Cristiana QUI
2) Ancora Famiglia Cristiana QUI
3) Avvenire QUI
4) Ancora Avvenire QUI
5) Giovanni Marcotullio su Aleteia QUI
Marcotullio parte molto bene, ci fornisce tante preziose informazioni (e lo ringrazio), ma poi ad un certo punto e soprattutto nel finale devo confessare "non capisco". Ma che significa? Magari voleva dire una cosa importantissima che in parte forse intuisco (?) ma mi sfugge.
Buone letture a tutti.
Soprattutto buon ascolto del Rav Riccardo Di Segni (2018) che insieme alla lettura di Vittorio Robiati Bendaud (2020) è quello che consiglio come via preferenziale di prima informazione. L'audio non è al massimo però la conferenza è molto utile; comprende anche l'esegesi di un passo del Cantico.
Per cultura più generale (non specifica sul Cantico) segnalo anche l'articolo divulgativo - molto interessante e documentato! - di una studiosa del Medioevo che espone la concezione del corpo nell'antichità cristiana e come certe concezioni puritane siano entrate nelle nostre società solo tardivamente, come apporto del protestantesimo - a differenza di ciò che pensano Benigni e altri.
Stufe e terme nel Medioevo
P.s. Dal sito Gli Scritti (che è e rimane un ottimo sito cattolico) don Andrea Lonardo scrive un articolo contro entrambe le fazioni Pro & Contro Benigni.
Comprendo ciò che dice e generalmente faccio anch'io discorsi simili (in merito alle fazioni che si scannano)...
Ma all'incipit di don Lonardo
"È assurdo che si debba demonizzare o esaltare Benigni e che non sia possibile una via di mezzo, una critica che sappia apprezzare o un apprezzamento che sia anche critico"
rispondo: no, stavolta la via di mezzo non era possibile.
Chi ha ascoltato attentamente Benigni (su Rai1 o su Youtube) non l'ha apprezzato. Chi invece non l'ha seguito per niente ed era "pro Benigni" per partito preso ha scritto articoli lodandolo a priori. Oppure proiettando nella recensione ciò che avrebbe voluto sentire sul Cantico (ma che l'attore non ha detto).
P.p.s. per chi non ha tempo di leggere i vari link e tantomeno vedere la conferenza che dura circa 1 ora. Metto qui un appunto che si ricollega al titolo "Non lo capisco - disse Samuel David Luzzatto".
Perché un rabbino colto e sapiente come lui può aver pronunciato una frase simile? Certamente era per esprimere in sintesi la complessità, ma - per dettagliare meglio il perché - personalmente ipotizzo due possibilità:
- dopo aver analizzato due millenni di esegesi precedente, e conoscendo a perfezione ogni virgola del testo ebraico, SHaDaL ha concluso che non si poteva dedurre un unico filo conduttore che armonizzasse la complessa polisemìa. Da qui il "non lo capisco".
- l'altra mia ipotesi si basa sulla nota umiltà e grande umanità di questo rabbino. Nonostante i suoi titoli e la sua cultura non mancava di rispondere gentilmente a chiunque gli ponesse una domanda, e allora ipotizzo che si sia trovato a rispondere a diverse persone che non possedevano abbastanza cultura per comprendere il Cantico. Perciò invece di rispondere "se anche cercassi di spiegartelo, è troppo complesso per te e non lo capiresti, non tutti sono in grado di capirlo" potrebbe aver optato per sollevare l'interlocutore rispondendo "mi dispiace, il Cantico io non lo so spiegare, non lo capisco".
[più sotto fornisco la fonte autorevole e la spiegazione del perché il coltissimo esegeta, linguista e traduttore biblico SHaDaL lo disse. Intanto, chi desidera, può farsi un'idea di chi era SHaDaL . La sua fama di umile dotto e di rabbino sapiente ha superato i confini italiani, ed è ancora oggi uno dei maestri di riferimento per tutto il mondo ebraico].
"Non lo capisco", disse Samuel David Luzzatto.
Niente da stupirsi, quindi, se un attore comico italiano non ha capito il Cantico dei Cantici.
[L'attore ha anche riferito di aver chiesto consulenze ad eminenti studiosi e... Che dire? Si vede che non ha capito bene quello che gli hanno detto 'sti eminenti studiosi.
Per chi si chiedesse di cosa sto parlando: mi riferisco ad una serata del popolare Festival canoro di Sanremo, quella di giovedì 6 febbraio 2020 - serata in diretta su Rai1 in cui si è tenuta la molto attesa performance di un noto personaggio televisivo e cinematografico].
Invece, un po' di stupimento (ma oramai anche no) lo suscita il fatto che la tivù nazionale abbia deciso di dare in pasto agli italiani - intendo a tutti gli italiani: ebrei italiani, cristiani italiani, atei a agnostici italiani, eccetera - un tale prodotto di sottocultura. Pagato dagli utenti.
Ma bando alle polemiche.
Questo post è una specie di mio modestissimo rimborso culturale agli aventi diritto... anche se io non ho la platea del Benigni su Rai1-Sanremo, e pochi saranno i rimborsati. Ché poi, per chiedere un rimborso, si dovrebbe eventualmente sapere di essere stati derubati di qualcosa.
Domanda provocatoria dell'anticattolico di passaggio: oè, cattolica bigotta sessuofoba! Ma che forse sei contraria al pluripremiato Benigni che parla di poesia a luci rosse in televisione?
Risposta di aggiornamento online sulla società italiana degli anni Duemila: non mi pare che sia difficile rendersi conto (con qualche clic o con qualche conversazione da bar) che gli italiani non manifestano particolari bisogni di poesiole in stile dico-non-dico oppure in stile punterei-al-kamasutra-ma-mi-tocca-la-bibbia.
Gli italiani non manifestano questi strani bisogni per un semplicissimo motivo: tali recite pruriginose soft risultano - per gli spettatori eventualmente interessati al tema - abbastanza tiepide rispetto alla roba hot che facilmente hanno a disposizione in ogni dove. Nel territorio italiano e nell'internet italiano, i giovani e gli adulti (e perfino gli adolescenti) italiani, non è che stessero attendendo Benigni per essere edotti in certe materie e/o per trovare canali ed occasioni in cui esercitare fisicamente le materie stesse. Ma anche all'interno dello stesso Festival (di quest'anno o degli scorsi anni) Benigni non rappresenta certo una novità né una rivoluzione di costumi: insegnare i valori cristiani di base e seguire il Catechismo della Chiesa Cattolica non rientra tra i compiti di un concorso / spettacolo laico di canzonette - aperto a tutti e rivolto a tutti, credenti di ogni religione e non credenti. (Anzi, negli ultimi decenni la maggioranza sanremese - artisti e fans - sembra essere non credente perciò il business punta a loro, non a noi).
Chiarimento: il mio post non parlerà di morale sessuale cattolica. Quella è nostra, di noi cattolici, e ce la vediamo noi. Se poi il Benigni - non è certo la prima volta che fraintende l'argomento - ci giudica "così piuttosto che cosà" sono fatti suoi.
La cultura però è di tutti.
[e a dire il vero, non ricordo come negativa l'operazione culturale dello stesso personaggio sui Dieci Comandamenti. A parte le banali e scontate deviazioni che l'attore operò sul Sesto, in generale non lo trovai così scadente e fuorviante come ho trovato questi Cantici sanremesi. Anzi l'altra volta, sui Comandamenti, fu abbastanza apprezzabile - se si esclude la suddetta tiritera sui temi sessuali].
Dicevo, la cultura è di tutti.
Se alla Bibbia non si crede come Parola ispirata, come Parola di Dio, rimane comunque - aperto a tutti - un livello di lettura che è di tipo culturale. Questo livello necessita di una minima conoscenza, come accade per qualsiasi altro testo di letteratura.
L'operazione distruttiva di Benigni è avvenuta soprattutto su questo livello. Ha portato e incoraggiato l'ignoranza. Non sulla morale sessuale - che pur egli devia e deforma gravemente se il confronto vuole essere con la morale biblica, cioè con la morale ebraica - cristiana (ed è effettivamente a quella che l'attore toscano vorrebbe riferirsi, compresi tutti i pregiudizi che ha tirato addosso ad ebrei e cristiani... Anche se poi, poco prima di iniziare la lettura, si verrà a sapere che Benigni non declamerà il Cantico biblico, bensì un fantomatico testo precedente! 😶).
Ma, appunto, sulla morale sessuale corrente in riferimento al grande pubblico televisivo italiano (che non pratica la fede ebraica o cristiana) è solo lui a fare la figura del laico imbesuito.
["imbesuito": termine usato da Vittorio Robiati Bendaud. Lo linkerò più avanti perché ha scritto il miglior articolo della rete, rilasciando un'intervista a Tempi].
C'è da chiedersi se Benigni viva fuori dal mondo... immerso nelle proprie ideologie. Fatico a trovare il senso del rivolgersi ad un (presunto) pubblico che, nella testa e fantasia dell'attore, sarebbe stato in attesa di una sorta di liberazione sessuale... Liberazione da attuarsi per mezzo di un (presunto) testo "originale" di un vecchio poema erotico.
[Perché, lo ripeto: tale testo non si trova nel canone biblico ebraico e cristiano.
Domanda: ma allora Rabbi Akiva - che Benigni ha nominato a supporto del discorso... - a quale testo farebbe riferimento definendolo "sacro" e "santo dei santi"? Forse ad un testo apocrifo rifiutato dagli ebrei?
Direi proprio di no.
A proposito, nel materiale che fornisco di seguito, da fonte autorevole si potrà anche apprendere in che senso Rabbi Akiva usò l'espressione "santo dei santi"].
Comunque...
Tale liberazione dagli immaginari tabù sessuali per mezzo di un'antica poesiola si verificherebbe - secondo Benigni - in barba alla Chiesa e/o in barba ai rabbini (che il comico ha nominato più volte).
Sorvolando sulle offese ad ebrei e cristiani, e tralasciando lo snaturamento delle Sacre Scritture per motivi "artistici" (?):
io non ho capito chi oggi in Italia possa trovarsi in attesa di essere "liberato" dalla cattivissima Associazione Chiesa&Rabbini allo scopo poter esercitare attività fisiche di sua scelta e/o per leggere una Bibbia... O meglio, per poter leggere un testo adulterato, pseudo biblico, fatto passare come precedente rispetto al testo originale ebraico (!), e del quale Benigni non ha manco fornito una fonte, un'indicazione...
(insomma, dico, casomai i presunti "prigionieri" si volessero liberare dalla tirannia sessuofoba alla quale l'attore fa continuo riferimento, esplicito ed implicito. Ma uno straccio di fonte, la poteva citare, no? Ché altrimenti 'sti poveretti si debbono sorbire la Bibbia CEI o il Tanàkh della Giuntina, e purtroppo Sanremo&Benigni ci hanno testè informato che i testi ebraici e cristiani, mica sono gli originali!, ma al contrario: sono poco affidabili, modificati, corretti e censurati da preti e da rabbini, in complotto mondiale plurimillenario.
... Eccetto - ovviamente! - quando cristiani ed ebrei erano occupati a scambiarsi "scomuniche" bimillenarie, botte da orbi e quant'altro... Ma questa è un'altra storia che non era funzionale al monologo della serata. Sarà per un'altra volta. Per il momento Benigni ci fa sapere che preti&rabbini ci hanno consegnato un testo censurato concordato. Ehm... Se lo dice lui).
Ok.
Ecco qualche link in favore della cultura (biblica e generale).
Oh, però! Chi ci dice che i tuoi link ci diranno la verità sul Cantico?
Mah... Secondo me è sufficiente valutare con la propria testa.
Ed eventualmente impegnarsi in minimo studio personale.
Suggerisco una Rassegna Web con critiche sul Cantico di Benigni, e altri spunti informativi che trattano solo il Cantico biblico - per farsi un'idea di che cos'è e di che cosa non è.
(In particolare segnalo un video).
🌟Il miglior articolo della rete IMHO:
«Benigni ha ridotto il Cantico a un poemetto erotico».
Vittorio Robiati Bendaud, coordinatore del Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia, racconta a Tempi.it la sua reazione alla performance di Roberto Benigni. Per leggere clicca QUI
📨"Benigni, il furbetto che sfrutta l’ignoranza della gente".
Don Ignazio La China, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Diocesi di Noto, scrive una lettera in risposta a Vittorio Robiati Bendaud. Per leggere clicca QUI
📨"Ascolti tv, Sanremo 2020: ricco compenso a Benigni per storpiare la Bibbia". Articolo non firmato, ma bello e appassionato, su un sito generico. Per leggere clicca QUI
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[C'è anche la possibilità di ingrandire caratteri, in alto a destra vedi a- / A+]
📨"SANREMO 2020/ Benigni ha tradito il “Cantico”, ma ancor peggio è il silenzio generale".
Laura Cioni denuncia il silenzio dei critici (soprattutto delle voci cattoliche) di fronte allo scellerato stravolgimento del Cantico nella lettera e nel senso generale.
Per leggere clicca QUI
📨Di Luigino Bruni: "Cantico dei Cantici. Il corpo delle donne (intimità della Bibbia)"
Per leggere clicca QUI
Intervento dell'11 febbraio (solo due giorni fa) su Avvenire, che sembra molto attentamente meditato. È una rara voce critica dissenziente rispetto ai suoi colleghi. L'autore affronta l'argomento da un suo particolare punto di vista - dopo che lo stesso quotidiano nei giorni precedenti era stato abbastanza positivo vedi qui 7 febbraio con solo una lieve critica (a quella che viene definita "un'operazione perfetta" 😶).
Ma può essere che sia io a non aver capito il senso del discorso di Avvenire: il link di quella recensione del 7 febbraio lo riporterò di nuovo più sotto e lo contestualizzerò meglio.
📨Rachele Jesurum su Joimag, un nuovo magazine ebraico/laico italiano, in un articolo di due anni fa (2018) ci offre un ulteriore punto di vista, mentre ci ricorda una cosa fondamentale che non ho ancora visto citata da nessuno: i due innamorati del Cantico biblico non s'incontrano mai. Si cercano e sperano di incontrarsi, ma non s'incontrano. Pochi lo dicono ma il Cantico è soprattutto il racconto di un'assenza
(o perlomeno questa è una delle molteplici interpretazioni che va tenuta in gran conto. Se valutiamo il Cantico come un percorso lineare e come testo unico che va da A a Z: si deve concludere che alla fine i due non s'incontrano. Prendi la Bibbia e leggilo da te). L'autrice sceglie di coinvolgere nel discorso anche il suo schieramento politico (che mi sembra quello di Joimag), ma al di là di quello le riflessioni sul Cantico valgono per tutti.
"Cantico dei Cantici: il trucco c'è, ma non si vede"
Per leggere clicca QUI
📨"Amore e responsabilità".
Articolo del 2018 su Moked, portale dell'ebraismo italiano. Il rotolo del Cantico come una tappa del percorso biblico dei 5 rotoli (meghillòt).
Di Sara Valentina Di Palma
Per leggere clicca QUI
📨La Giornata 2020 del Dialogo Cattolico-Ebraico (appuntamento interfede di gennaio, da poco celebrato) proponeva proprio il testo del Cantico dei Cantici. Ricordando che la Giornata di gennaio fornisce gli spunti per altri eventuali incontri e iniziative che si volessero organizzare durante l'anno (fino al prossimo appuntamento 2021), eccoti il link con l'opuscolo gratis in pdf . Contiene la lezione di uno studioso ebreo e di uno cattolico: QUI
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Per concludere in bellezza (e per chi preferisce ascoltare anziché leggere) ecco una provvidenziale conferenza sul Cantico, tenuta circa due anni fa dal Rav Riccardo Di Segni (rabbino capo di Roma). È lui che ci parla anche di Samuel David Luzzatto e di Rabbi Akiva.
In meno di un'ora avrai un tale rimborso di cultura che... sarai a posto per i prossimi dieci anni di Sanremo.
Una mia osservazione sulla relativa scarsità di reazioni da parte di intellettuali, giornalisti, biblisti, rabbini, preti, vescovi, semplici blogger o altri autori, credenti e non credenti.
(Secondo me il motivo principale rimane comunque il semplice disinteresse generale verso il tema proposto. In pratica: se uno era interessato alla cultura avrà cambiato canale quasi subito; se uno era interessato alla fede ebraica/cristiana, pure; se uno era interessato ai temi sconci e depravati, anche. Queste tre categorie di spettatori hanno altri canali ai quali rivolgersi. E quelli che sono rimasti su Rai1 un po' più a lungo è perché ormai erano lì e volevano vedere come andava a finire lo spettacolo, ma non per interesse particolare alla recita del Cantico modificato e falsato - né alle tesi del comico. Ci sono inoltre altre attività che noi italiani facciamo mentre aspettiamo che in tivù finisca qualcosa di noioso: andiamo a farci il caffè o il tè; andiamo in bagno; andiamo a lavarci i capelli; rispondiano alle email in sospeso; eccetera. Le "percentuali degli ascolti" non rivelano se gli italiani stavano davvero ascoltando né se stessero apprezzando o 'schifando').
Sono effettivamente poche le reazioni/recensioni, e sono ancora meno gli autori di articoli che dimostrano di aver ascoltato integralmente l'esibizione di Benigni.
Io interpreto così quelli che hanno pubblicato entusiastiche recensioni positive: se avessero spiegato che cosa li ha entusiasmati, quali concetti o quali parole di Benigni..., magari sarei più disposta a credere che abbiano ascoltato dall'inizio alla fine il discorso del comico toscano. Le recensioni troppo generiche che praticamente dicono "che bello, che bello, ha parlato del Cantico!" (senza altre spiegazioni) non sono tanto interessanti. Anche perché Benigni non ha parlato del Cantico. E neppure l'ha letto.
📃📃📃 Una menzione particolare la dedico... agli acrobati della critica.
Ne linko cinque.
E stavolta sono io a dichiarare "non capisco".
Nel senso che non capisco che cosa vogliano comunicare ai lettori.
(Nota. In ogni singolo articolo ci sono diversi punti che non comprendo. Il risultato è che in ognuno di questi non riesco ad individuare un messaggio chiaro. L'unica cosa che capisco è che, secondo gli scriventi, Benigni ha fatto tutto benissimo eccetto qualche piccolo errore) .
Mi dispiace molto perché sono tre testate cattoliche "classiche", molto popolari, delle quali Aleteia sarebbe la proposta editoriale "nuova" dell'èra di internet.
Forse gli autori hanno tentato di non offendere nessuno? Di piacere a tutti? Di stare sul vago? Potrebbe essere... Ma il risultato è una gran confusione (a dir poco).
1) Famiglia Cristiana QUI
2) Ancora Famiglia Cristiana QUI
3) Avvenire QUI
4) Ancora Avvenire QUI
5) Giovanni Marcotullio su Aleteia QUI
Marcotullio parte molto bene, ci fornisce tante preziose informazioni (e lo ringrazio), ma poi ad un certo punto e soprattutto nel finale devo confessare "non capisco". Ma che significa? Magari voleva dire una cosa importantissima che in parte forse intuisco (?) ma mi sfugge.
Buone letture a tutti.
Soprattutto buon ascolto del Rav Riccardo Di Segni (2018) che insieme alla lettura di Vittorio Robiati Bendaud (2020) è quello che consiglio come via preferenziale di prima informazione. L'audio non è al massimo però la conferenza è molto utile; comprende anche l'esegesi di un passo del Cantico.
Per cultura più generale (non specifica sul Cantico) segnalo anche l'articolo divulgativo - molto interessante e documentato! - di una studiosa del Medioevo che espone la concezione del corpo nell'antichità cristiana e come certe concezioni puritane siano entrate nelle nostre società solo tardivamente, come apporto del protestantesimo - a differenza di ciò che pensano Benigni e altri.
Stufe e terme nel Medioevo
P.s. Dal sito Gli Scritti (che è e rimane un ottimo sito cattolico) don Andrea Lonardo scrive un articolo contro entrambe le fazioni Pro & Contro Benigni.
Comprendo ciò che dice e generalmente faccio anch'io discorsi simili (in merito alle fazioni che si scannano)...
Ma all'incipit di don Lonardo
"È assurdo che si debba demonizzare o esaltare Benigni e che non sia possibile una via di mezzo, una critica che sappia apprezzare o un apprezzamento che sia anche critico"
rispondo: no, stavolta la via di mezzo non era possibile.
Chi ha ascoltato attentamente Benigni (su Rai1 o su Youtube) non l'ha apprezzato. Chi invece non l'ha seguito per niente ed era "pro Benigni" per partito preso ha scritto articoli lodandolo a priori. Oppure proiettando nella recensione ciò che avrebbe voluto sentire sul Cantico (ma che l'attore non ha detto).
P.p.s. per chi non ha tempo di leggere i vari link e tantomeno vedere la conferenza che dura circa 1 ora. Metto qui un appunto che si ricollega al titolo "Non lo capisco - disse Samuel David Luzzatto".
Perché un rabbino colto e sapiente come lui può aver pronunciato una frase simile? Certamente era per esprimere in sintesi la complessità, ma - per dettagliare meglio il perché - personalmente ipotizzo due possibilità:
- dopo aver analizzato due millenni di esegesi precedente, e conoscendo a perfezione ogni virgola del testo ebraico, SHaDaL ha concluso che non si poteva dedurre un unico filo conduttore che armonizzasse la complessa polisemìa. Da qui il "non lo capisco".
- l'altra mia ipotesi si basa sulla nota umiltà e grande umanità di questo rabbino. Nonostante i suoi titoli e la sua cultura non mancava di rispondere gentilmente a chiunque gli ponesse una domanda, e allora ipotizzo che si sia trovato a rispondere a diverse persone che non possedevano abbastanza cultura per comprendere il Cantico. Perciò invece di rispondere "se anche cercassi di spiegartelo, è troppo complesso per te e non lo capiresti, non tutti sono in grado di capirlo" potrebbe aver optato per sollevare l'interlocutore rispondendo "mi dispiace, il Cantico io non lo so spiegare, non lo capisco".
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