Uno sguardo ebraico sul dogma dell'Assunzione

Dal sito del vicariato di San Giacomo per i cattolici di lingua ebraica in Israele (Patriarcato Latino di Gerusalemme), si può leggere una bella omelia/meditazione di padre David Neuhaus.
Lo sguardo è ebraico non solo perché il vicariato di San Giacomo si trova in Terra Santa, ma anche e soprattutto perché padre Neuhaus è un sacerdote cattolico proveniente da famiglia ebraica.
Dopo molti anni nei quali ha ricoperto il ruolo di responsabile del vicariato di San Giacomo, oggi padre Neuhaus è il Superiore della Comunità dei Gesuiti di Terra Santa.

Il testo è visionabile
QUI in originale, tradotto in italiano.
Copio-incollo:

Il brano del Vangelo di questo giorno propone il cantico di Maria, il Magnificat, che lei ha cantato durante la visita alla sua cugina Elisabetta, madre di Giovanni Battista, in uno dei villaggi sulle colline della Giudea (secondo la tradizione si tratta di Ein Karem) (cfr Lc 1,39-56). 
Mi colpisce oggi il carattere rivoluzionario del Cantico e mi riferisco in modo particolare ai seguenti versetti:

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia ...

Maria, una semplice ragazza di un villaggio sperduto, quasi illitterata, che porta nel suo grembo Gesù, il Messia di Israele, vede cose che io faccio fatica a vedere. Quando leggo il giornale del mattino, ho la sensazione che i potenti diventino sempre più potenti, i ricchi sempre più ricchi, gli umili sempre più umiliati e gli affamati sempre più bisognosi di un pezzo di pane. Dico spesso a me stesso che la forza brutale, solo questa forza, determina i fatti nel nostro mondo... E riassumo la situazione con le parole del saggio Qoelet: “Non c’e’ niente di nuovo sotto il sole” – ...non solo non c’e’ niente di nuovo, ma non ci può essere alcuna possibilità di qualcosa di nuovo sotto il sole ... il mondo rimarrà sempre lo stesso.

Maria riesce a vedere la realtà al di là dei fatti. Naturalmente, è necessario sottolineare che lei non è la prima a fare questo in quanto Maria rieccheggia la visione dei profeti di Israele. Uno degli elementi essenziali della visione profetica è la capacità di vedere il nuovo, quello che sorprende e che cambia il mondo. “Ecco infatti io creo nuovi cieli e nuova terra”, scrive il profeta Isaia (Isaia 65,17). 
Solo Dio può creare qualcosa di nuovo perché Dio non sta sotto il sole. E Dio farà qualcosa di nuovo perché Lui è sempre fedele a coloro che lo amano. In questo Maria è un profeta. Non è una coincidenza che lei porti il nome di “Maria”, il nome della sorella di Mosè, la profetessa. Non è un caso che il suo cantico riprenda quello di Mosè... Dio ha infatti ha gettato in mare cavallo e cavaliere. Dio sarà vittorioso sulle forze del male nel mondo. Questa è la fede dei profeti e questa è anche la fede di Maria.

Va sottolineato che questa fede non è campata per aria. Dio ha già agito nel passato e il ricordare le azioni di Dio rafforza la fede e la certezza che Dio agirà anche in futuro. 
Quando Dio ha portato il suo popolo fuori dall’Egitto, Dio ha vinto il potente e il ricco, ha innalzato gli umili e gli affamati. Nel suo cantico, Maria, come i profeti di Israele, collega il passato - nel quale Dio si è rivelato attraverso le sue azioni - con il futuro, nel quale le promesse di Dio saranno realizzate.

E per quanto riguarda la celebrazione di oggi? Alcuni si sono chiesti perché il Papa abbia proclamato la festa di Maria Assunta in Cielo come elemento fondamentale della fede soltanto nel 1950. Forse a causa del contesto. Cinque anni dopo che i potenti del mondo avevano bruciato i corpi delle loro vittime nei forni dei campi di sterminio, la Chiesa Cattolica ha cercato di ricordare al mondo che Maria, figlia di Israele, è stata assunta in Cielo non solo nello spirito ma anche nel corpo. Che il corpo è il tempio dello spirito, e quindi costituisce un luogo santo per l’incontro tra Dio e la persona umana. Forse in questo, la Chiesa ha compiuto un ruolo profetico, sulle orme di Maria, opponendosi ad una società che distrugge il corpo e di conseguenza la vita, sviluppando una grande attività nel fare questo.
In questo giorno di festa, preghiamo affinché la comunità dei fedeli possa sempre svolgere il suo ruolo profetico, come fecero Maria e i profeti prima di lei.
Padre David Neuhaus



Commenti