Quella meraviglia di ... sbattere la testa su un palo di legno in giardino: l'apertura delle porte mentali

«La notte nera si era intrufolata in casa mia e nel mio giardino con panneggi dapprima d’ardesia e poi d’ebano; e io ero affaccendato nella mia stanza, nel vivo cerchio di luce della lampada vicino alla finestra quando credetti di vedere spuntare qualcosa di insolito lì fuori, e uscii a guardare. Nel far ciò sbattei la testa contro un palo e vidi le stelle; le stelle del settimo cielo, le stelle del firmamento più recondito e profondo. E mi sembrò davvero, non appena il dolore si alleviò ma prima che passasse completamente, di aver visto scritto in un alfabeto astrale sul fondo dell’oscurità qualcosa che prima di quel momento non avevo compreso così chiaramente: una verità sui misteri e sui mistici conosciuti solo a metà nel corso della mia vita. Non sarò capace di esprimere bene quell’idea mettendola per iscritto su questa pagina, perché questi bizzarri momenti di vivide intuizioni sono sempre fuggitivi: ma ci proverò. 
Il palo è ancora lì; ma le stelle nel cervello stanno dissolvendosi.

[…] 

Da giovane scrissi molte brevi poesie, dedicate soprattutto alla bellezza e alla necessità della Meraviglia; ed era un sentimento genuino in me, e lo è ancora. La capacità di vedere le cose che ci sono e i paesaggi alla viva luce della sorpresa; la capacità di sobbalzare alla vista di un uccellino, quasi fosse un proiettile alato; la capacità di rimanere immobilizzati di fronte a un albero quasi la sua forma fosse il gesto di una mano gigantesca; in breve, la capacità di sbattere poeticamente la testa contro un palo varia di persona in persona, ma posso dire senza presunzione che appartiene alla mia natura umana. […].

“Sogna! Perché non c’è altra verità - dice il signor Yeats - di quella che è nel tuo cuore”. Il mistico moderno cerca il palo, non fuori in giardino, ma dentro di sé, nello specchio della sua mente. 

Ma a me gli specchi non sono mai interessati. A me interessano i pali di legno, che mi lasciano di stucco come i miracoli. Mi interessa il paletto che sta ad aspettarmi fuori dalla porta, per colpirmi in testa, come la mazza del gigante nelle favole. Tutte le mie porte mentali sono aperte su un mondo che non ho fatto io. La mia ultima porta, che è la libertà, si apre su un mondo abitato dal sole e da cose robuste, un mondo di avventure oggettive. Il paletto in giardino è una cosa che io non potrei né creare né aspettarmi: è la solida e chiara luce del giorno che si riflette su un legno rigido e dritto; è l’opera di Dio ed è meravigliosa ai nostri occhi.

Ecco, non ho spiegato proprio bene ciò che intendevo: ma se voi ammetterete che la mia testa e il palo sono ugualmente meravigliosi, acconsentirò a lasciarvi dire che sono entrambi di legno».


G. K. Chesterton, "La meraviglia e il palo di legno" (da The Coloured Lands)

Fonte http://www.gliscritti.it/blog/entry/1593


Per chi non lo conoscesse... Per chi se lo stesse chiedendo... Per chi fosse particolarmente ispirato dalle citazioni chestertoniane... 
Sì: da qualche anno si parla della possibile causa di beatificazione di Gilbert Keith Chesterton.

Alcune delle ultime notizie:

Da Marco Sermarini, presidente della Società Chestertoniana Italiana

Dalla Catholic News Agency del 30 maggio 2018


“Confesso qui liberamente tutte le stupide velleità della fine del secolo XIX. 
Come tutti i ragazzi che si rispettano, ho voluto essere in anticipo sulla mia età. Come loro, ho voluto essere qualche decina di minuti in anticipo sulla verità. La conclusione è stata che mi sono trovato in ritardo di diciotto secoli.
[…]
Sono io che ho scoperto con inaudito coraggio quel che era stato scoperto prima. 
[…] 
Quando faticavo per stare in piedi da solo, mi trovavo in questa ridicola posizione: che mi appoggiavo, senza saperlo, a tutto il Cristianesimo. 
Ho tentato di fondare una eresia; e quando stavo per darle gli ultimi tocchi, ho capito che non era altro che l’ortodossia”.

G. K. Chesterton, 1908, dall'introduzione a Ortodossia


© Illustration Lyda Estrada




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