La gioia di Dio

"La gioia, che era la piccola pubblicità esteriore del pagano, è il gigantesco segreto del cristiano. 



E mentre sto per chiudere questo caotico volume apro di nuovo lo strano piccolo libro da cui proviene tutto il Cristianesimo; e di nuovo sono visitato da una specie di conferma. 
La figura immensa che riempie i Vangeli si erge per questo aspetto, come per ogni altro, al di sopra di tutti i pensatori che si credettero grandi.


Il Suo pathos era naturale, quasi casuale. Gli stoici, antichi e moderni, erano orgogliosi di nascondere le proprie lacrime. 
Egli non ha mai nascosto le Sue lacrime: le mostrava palesemente sul Suo viso aperto ad ogni sguardo sul quotidiano, come quando guardò in lontananza la Sua città nativa. 
Eppure Egli ha nascosto qualcosa. 
Solenni superuomini e diplomatici imperiali sono orgogliosi di saper reprimere la propria collera. Egli non ha mai trattenuto la Sua collera. Ha scagliato i banchi del mercato giù per i gradini del Tempio e ha chiesto agli uomini come potevano pensare di sfuggire alla dannazione dell'Inferno.
Eppure Egli ha trattenuto qualcosa. 
Lo dico con riverenza: c'era in quella dirompente personalità un lieve tratto che dovremmo quasi chiamare timidezza. 



C'era qualcosa che Egli teneva nascosto a tutti gli uomini quando saliva su una montagna a pregare. 
C'era qualcosa che Egli copriva costantemente con un brusco silenzio o con un improvviso isolamento. 
C'era qualche cosa di troppo grande perché Dio lo mostrasse esteriormente a noi quando venne a camminare sulla nostra terra; ed io qualche volta ho immaginato che fosse la Sua gioia".

Da Ortodossia, di G. K. Chesterton, 1908
Libera traduzione personale di Francesca Burigotto. Per leggere, confrontare e gustare il testo originale inglese vedi qui di seguito:




"Joy, which was the small publicity of the pagan, is the gigantic secret of the Christian. And as I close this chaotic volume I open again the strange small book from which all Christianity came; and I am again haunted by a kind of confirmation. The tremendous figure which fills the Gospels towers in this respect, as in every other, above all the thinkers who ever thought themselves tall. His pathos was natural, almost casual. The Stoics, ancient and modern, were proud of concealing their tears. He never concealed His tears; He showed them plainly on His open face at any daily sight, such as the far sight of His native city. 
Yet He concealed something. 
Solemn supermen and imperial diplomatists are proud of restraining their anger. He never restrained His anger. He flung furniture down the front steps of the Temple, and asked men how they expected to escape the damnation of Hell. 
Yet He restrained something. 
I say it with reverence; there was in that shattering personality a thread that must be called shyness. There was something that He hid from all men when He went up a mountain to pray. There was something that He covered constantly by abrupt silence or impetuous isolation. There was some one thing that was too great for God to show us when He walked upon our earth; and I have sometimes fancied that it was His mirth."
G. K. Chesterton, 1908


Una bella foto di Chesterton sorridente. D'altra parte... finora non ho ancora visto delle foto in cui Gilbert sia catturato da una qualche tristezza. Di solito: o sorride o è serio, ma triste mai.

L'attore Jim Caviezel che interpreta Gesù nel film The Passion of The Christ di Mel Gibson - la scena di questa foto è ambientata nella casa di Nazareth e nei panni di Gesù come falegname prima del ministero pubblico




Se vuoi vedere la scena del film dalla quale è tratta la foto di Jim Caviezel CLICCA QUI
È una delle poche scene che riesco a guardare di quel film, anche considerando che l'attore sul set cinematografico ha veramente subìto delle terribili sofferenze, alcune a causa di errori "tecnici" che gli hanno lasciato cicatrici sul corpo, altre inflitte appositamente per rendere realistiche le scene.
(Jim Caviezel afferma nelle interviste che, in quanto cattolico praticante, andava a Messa tutte le mattine all'alba, e che sul set ha sopportato molto dolore pensando a Gesù e pregandoLo).

Comunque nell'episodio linkato Mel Gibson immagina una sorta di flashback di Gesù mentre sta per essere crocifisso... Come se il Suo pensiero tornasse ad alcuni ricordi di Nazareth. E con quella scena ci ricolleghiamo all'intuizione narrata da Chesterton...


P.s. Nota.
Attenzione. Non sono una fan del cosiddetto happy Jesus che anzi mi pare una grandissima stupidata. 
(tale versione del buddy - compagnone è principalmente una ...americanata, anche se non ne sono del tutto esenti alcune correnti religiose italiane ed europee, talvolta anche cattoliche).

Spero che la "visione" comunicata da Chesterton - la stessa che in qualche modo è richiamata nello spezzone del film di Gibson - venga recepita nel modo giusto. 
È un aspetto profondo... che apre a meditazioni sull'Incarnazione stessa, sulla Rivelazione di Dio all'umanità, sulla Persona di Gesù, Figlio di Dio
(e queste cose non hanno niente a che fare con un qualche tipo di insulsissimo happy Jesus, figura inesistente da tutti i punti di vista, persino dai più laici e dai più agnostici).





Commenti