"Perché stanotte mi battezzo". Testimonianze quasi in diretta di coloro che tra poche ore diventeranno cristiani a tutti gli effetti
Ecco alcune testimonianze di giovani e adulti che stanno per ricevere il Battesimo in questa notte di Pasqua 2018.
Grazie a don Andrea Lonardo che ogni anno raccoglie e ci riporta i loro racconti, in questo caso siamo nella diocesi di Roma:
http://www.gliscritti.it/blog/entry/4453
Sarebbe una bella idea se ogni diocesi facesse come don Lonardo... Anche dalle mie parti ci sono storie molto belle, non pubblicizzate (e devo dire che, d'altra parte, mi piace questa discrezione che c'è intorno a loro per non "stressarli". Lo stesso don Andrea non pubblica i nomi completi per evitare troppi clamori e disturbi intorno a queste persone, già abbastanza impegnate nelle loro meditazioni interiori. Dopo che avranno percorso un po' di strada con noi, e se sentiranno di avere una certa vocazione alla predicazione più "esplicita" del Vangelo, sarà eventualmente una loro decisione mettersi più in luce).
Benvenuti nel popolo cristiano, benvenuti a casa 💒💒💒
Le informazioni sul percorso per diventare cristiani vanno richieste ad una parrocchia (al sacerdote) che metterà in contatto la persona con la diocesi di riferimento.
Non si entra nella Chiesa Cattolica via internet e neppure partecipando alla Messa come "turisti" o a qualche riunione di preghiera. La Chiesa Cattolica richiede (ed offre) percorsi precisi ed ufficiali.
Il "turismo" - nell'epoca attuale - potrebbe anche costituire una fase di interesse iniziale, ma per diventare cattolico il richiedente dovrà seguire una necessaria formazione teorica-pratica con tutti gli insegnamenti per comprendere la scelta che sta facendo, la vita cristiana concreta, la Bibbia, i Sacramenti, eccetera.
La tempistica di questa preparazione varia anche in base all'età (bambini di età scolare oppure adulti) e alla situazione socio-culturale del paese considerato. Ogni Conferenza Episcopale (cioè praticamente ogni zona geografica del mondo / ogni territorio nazionale) stabilisce quale sia il percorso migliore, sia a livello generale sia a quello della situazione personale.
Generalmente si va da circa 1 anno a circa 3 anni, sia in base ai corsi prestabiliti dalla Conferenza Episcopale sia in base alle esigenze o ai tempi personali di riflessione.
In Italia attualmente la durata è all'incirca di 1 anno / 1 anno e mezzo, se non erro. Scrivo "se non erro" perché appunto non si trovano facilmente informazioni in internet [ed ecco un'altra "piccola" differenza rispetto a tutte le altre religioni - se non altro per il fatto che il cattolicesimo non è propriamente una religione].
Questo degli adulti nuovi battezzati non è un tema di cui mi occupo di solito, quindi le mie conoscenze provengono soltanto principalmente dai casi con cui sono venuta in diretto contatto in Veneto.
Comunque: nella Chiesa Cattolica non è mai esistita una formazione "per corrispondenza". Di libri cattolici, di blog e di siti internet da leggere ne abbiamo tanti a disposizione certo, ma la decisione personale di diventare cristiani deve essere valutata con calma, con la possibilità di fare domande dirette, faccia a faccia, ai nostri pastori e ai nostri esperti. È possibile ed è consigliabile avere un direttore spirituale di riferimento. [a scanso di equivoci: è gratis].
Fin dall'inizio il "candidato" valuterà da sè l'ambiente cattolico, la famiglia in cui sta per entrare: la famiglia istituita da Cristo - chiamata Chiesa.
Nota: appena rientrerò dalla Veglia di Pasqua invierò dallo smartphone il post con l'Exultet, l'antichissimo annuncio pasquale cristiano che "apre le luci" nella notte (anche materialmente in chiesa nel rito cattolico) nella più importante Messa dell'anno.
Grazie a don Andrea Lonardo che ogni anno raccoglie e ci riporta i loro racconti, in questo caso siamo nella diocesi di Roma:
http://www.gliscritti.it/blog/entry/4453
Sarebbe una bella idea se ogni diocesi facesse come don Lonardo... Anche dalle mie parti ci sono storie molto belle, non pubblicizzate (e devo dire che, d'altra parte, mi piace questa discrezione che c'è intorno a loro per non "stressarli". Lo stesso don Andrea non pubblica i nomi completi per evitare troppi clamori e disturbi intorno a queste persone, già abbastanza impegnate nelle loro meditazioni interiori. Dopo che avranno percorso un po' di strada con noi, e se sentiranno di avere una certa vocazione alla predicazione più "esplicita" del Vangelo, sarà eventualmente una loro decisione mettersi più in luce).
Benvenuti nel popolo cristiano, benvenuti a casa 💒💒💒
Le informazioni sul percorso per diventare cristiani vanno richieste ad una parrocchia (al sacerdote) che metterà in contatto la persona con la diocesi di riferimento.
Non si entra nella Chiesa Cattolica via internet e neppure partecipando alla Messa come "turisti" o a qualche riunione di preghiera. La Chiesa Cattolica richiede (ed offre) percorsi precisi ed ufficiali.
Il "turismo" - nell'epoca attuale - potrebbe anche costituire una fase di interesse iniziale, ma per diventare cattolico il richiedente dovrà seguire una necessaria formazione teorica-pratica con tutti gli insegnamenti per comprendere la scelta che sta facendo, la vita cristiana concreta, la Bibbia, i Sacramenti, eccetera.
La tempistica di questa preparazione varia anche in base all'età (bambini di età scolare oppure adulti) e alla situazione socio-culturale del paese considerato. Ogni Conferenza Episcopale (cioè praticamente ogni zona geografica del mondo / ogni territorio nazionale) stabilisce quale sia il percorso migliore, sia a livello generale sia a quello della situazione personale.
Generalmente si va da circa 1 anno a circa 3 anni, sia in base ai corsi prestabiliti dalla Conferenza Episcopale sia in base alle esigenze o ai tempi personali di riflessione.
In Italia attualmente la durata è all'incirca di 1 anno / 1 anno e mezzo, se non erro. Scrivo "se non erro" perché appunto non si trovano facilmente informazioni in internet [ed ecco un'altra "piccola" differenza rispetto a tutte le altre religioni - se non altro per il fatto che il cattolicesimo non è propriamente una religione].
Questo degli adulti nuovi battezzati non è un tema di cui mi occupo di solito, quindi le mie conoscenze provengono soltanto principalmente dai casi con cui sono venuta in diretto contatto in Veneto.
Comunque: nella Chiesa Cattolica non è mai esistita una formazione "per corrispondenza". Di libri cattolici, di blog e di siti internet da leggere ne abbiamo tanti a disposizione certo, ma la decisione personale di diventare cristiani deve essere valutata con calma, con la possibilità di fare domande dirette, faccia a faccia, ai nostri pastori e ai nostri esperti. È possibile ed è consigliabile avere un direttore spirituale di riferimento. [a scanso di equivoci: è gratis].
Fin dall'inizio il "candidato" valuterà da sè l'ambiente cattolico, la famiglia in cui sta per entrare: la famiglia istituita da Cristo - chiamata Chiesa.
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Nota: appena rientrerò dalla Veglia di Pasqua invierò dallo smartphone il post con l'Exultet, l'antichissimo annuncio pasquale cristiano che "apre le luci" nella notte (anche materialmente in chiesa nel rito cattolico) nella più importante Messa dell'anno.
Commenti
E noi crediamo o meglio ci illudiamo, che nel mondo attuale, di cui conosciamo bene le dinamiche, una persona possa definirsi cattolica soltanto perché è stata battezzata a 3 mesi e ha poi seguito l'iter catechetico a 8/9 anni per poi magari sparire da ogni frequentazione, come accade nel 90% dei casi?
E' evidente che l'attuale situazione del cattolicesimo, già di per sé drammatica, potrà soltanto peggiorare.
Sarebbe interessante capire anche il perché la maggioranza di queste "conversioni" - come si evince dal sito - riguardi persone provenienti da culture del tutto diverse dalla nostra.
A questo proposito mi viene in mente Vittorio Messori, quando riferendosi alle tanto decantate vocazioni sacerdotali in Africa, disse che si stava ripetendo ciò che accadeva in Italia negli anni della miseria e dell’analfabetismo. Quando nelle famiglie non si riusciva a dar da mangiare ai figli li si inviava in seminario per garantir loro un piatto caldo e un avvenire sicuro.
(un nick non sarebbe male, però fai come preferisci).
"E noi crediamo o meglio ci illudiamo, che nel mondo attuale, (...) una persona possa definirsi cattolica soltanto perché (...) ?"
Certo che no. Non lo crediamo né ci illudiamo. Il tema è troppo complesso da trattare via blog, comunque attualmente la Chiesa NON ritiene che tale iter sia sufficiente. È dal Concilio che si parla di Nuova Evangelizzazione - in parte attuata, e in gran parte ancora no.
Considerando che le situazioni differiscono abbastanza tra diocesi, parrocchie e zone geografiche, il catechismo dei già-battezzati [che può iniziare a 6/7 anni - a 8/9 è più raro], si considera giusto un piccolo seme. In base alla famiglia, una certa formazione può iniziare anche dalla scuola materna cattolica. In ogni caso concordo con te che la situazione attuale è insufficiente: no, non basta il battesimo con una spolveratina di catechesi per dirsi cattolici. Molti lo sanno e infatti non si limitano a quello.
...il tuo discorso richiederebbe un trattato. Grazie per averlo richiamato.
"E' evidente che l'attuale situazione del cattolicesimo, già di per sé drammatica, potrà soltanto peggiorare".
Perché così pessimista?
Se ti riferisci alla situazione italiana o europea: può essere. Se ti riferisci al cattolicesimo sul globo: no. Non è la prima volta in 2000 anni (e non sarà l'ultima) che attraversiamo "crisi" o riorganizzazioni.
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Riguardo le conversioni.
Ci sono casi e casi. Alcuni sì, provengono da paesi poveri, altri invece da estrema ricchezza, altri ancora dal protestantesimo.
In generale la "novità" del cristianesimo oggi è percepita meglio da culture che non conoscevano il Dio-Amore cristiano. Per loro la Fede risulta molto chiaramente un cambiamento di vita dalla radice: in senso reale, e non solo per la realtà del piatto caldo. (tantopiù che da decenni i nostri missionari si occupano più di assistenza umanitaria interreligiosa, che di evangelizzazione in senso stretto).
Da non sottovalutare nemmeno i giovani o gli adulti provenienti da famiglie atee o di ex sessantottini che oggi si rendono conto della vuotezza dei valori nei quali erano cresciuti... Per non parlare di un fenomeno "in sordina" al quale oggi stiamo assistendo in Italia in diverse parrocchie (come catechiste o in altri ruoli vicini alle famiglie).
Non abbiamo ancora compreso bene come avvenga ma ci sono dei bimbi o delle bimbe molto piccoli/e (scuola materna, o al massimo prima elementare) che senza aver seguito alcuna formazione cristiana cominciano ad insistere per andare a Messa la domenica, per partecipare a riti cattolici, e/o per andare al catechismo - mentre magari sbuffano per andare a scuola. Se questi bambini/e io non li avessi visti/e coi miei occhi non ci crederei, e se le loro mamme (credenti "generiche", e assolutamente non praticanti) non mi avessero narrato i fatti, probabilmente avrei pensato ad una esagerazione di qualche cattolico appassionato di propaganda. Praticamente accade che questi bambini, con dolcezza infinita, stiano portando a Messa i loro genitori... L'ultimo caso l'ho saputo giusto ieri sera: una giovane mamma che mai aveva partecipato ai riti della Settimana Santa e alla Veglia pasquale: per la prima volta nella sua vita l'ha fatto, e ne era felicissima - un riavvicinamento entusiastico alla Chiesa. Tutto "a causa" della figlia di 6 anni, che insisteva per entrare nelle chiese da quando ne aveva 2.
E a 6 anni si era già "informata" che era bene seguire la Settimana Santa, la Messa in Coena Domini, eccetera.
Sinceramente: sempre di più mi rendo conto della vitalità intrinseca del cattolicesimo.
Ricorda la massima di Chesterton:
«Il cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché è fondato sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro».
Ciao :)
Mi rendo conto che l'argomento richiederebbe un trattato, tuttavia può bastare soffermarsi soltanto su alcuni punti.
“Perché così pessimista?”.
Non si tratta di pessimismo: osservo la realtà per come è e non per come mi piacerebbe che fosse. Il mio quesito nasce da semplici osservazioni, che credo chiunque possa rilevare. Quasi tutti, me compresa, siamo stati sottoposti all’iter istituzionale del Battesimo – Comunione – Cresima per poi ritrovarci da adulti e in buona compagnia lontani anni luce dal coltivare una fede o a non tenerne conto.
La mia impressione è che oggi la fede in generale sia vissuta in modo individualistico. Un “fai da te” che esula da qualsiasi Magistero, figlio della propria visione del mondo.
Forse il percorso giusto è rappresentato proprio da chi in età adulta manifesta l’esigenza di abbracciare una fede per poi viverla con convinzione e non perché si è ritrovato a sua insaputa immerso in uno scenario che non ha scelto e in cui scopre che sono pochissimi coloro che mettono in pratica gli insegnamenti.
È vero che la Chiesa ha attraversato molte crisi, tuttavia le accelerazioni dell’oggi non sono paragonabili a quelle del passato. Ciò che si osserva oggi in Occidente rispetto al resto del mondo, dove come dici, sembra che le cose vadano bene per il cattolicesimo, non è altro che l’evoluzione di una condizione di arretratezza appartenuta al passato, ma tuttora ben presente in Africa, in Sudamerica e in altre parti del mondo.
Con la differenza che il nostro progredire ha usufruito di tempi lunghi che hanno addolcito i traumi del cambiamento. Oggi, chi vive o proviene da quei luoghi, subisce un trauma devastante nello scoprire o nel ritrovarsi immerso in un ambiente di cui non comprende quasi nulla e gli effetti sono sotto i nostri occhi. Proprio per questo non concordo con la massima di Chesterton.
Ciao :)
"Proprio per questo non concordo con la massima di Chesterton"
Se integriamo Chesterton con la cosiddetta profezia di Benedetto, concordi?
Alla fine di un ciclo di conferenze alla radio tedesca, nel 1969 il giovane teologo Joseph Ratzinger diceva:
[traduzione a spanne dal tedesco]:
"Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi.
Non abiterà più molti degli edifici che aveva costruito nella prosperità, il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche gran parte dei privilegi sociali...
Ma nonostante tutti questi cambiamenti, la Chiesa troverà di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio Uno e Trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine.
Ripartirà da piccoli gruppi e da una minoranza che rimetterà la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e sperimenterà di nuovo i sacramenti
(...) Il processo della chiarificazione la renderà povera, la farà diventare una Chiesa dei piccoli, il processo sarà lungo e faticoso…
Ma dopo la prova uscirà una Chiesa interioriorizzata e semplificata di una grande forza.
Gli uomini che vivranno in un mondo totalmente programmato vivranno una solitudine indicibile...
Perdendo completamente il senso di Dio, sentiranno tutto l’orrore della loro povertà.
Ed essi scopriranno allora quella piccola comunità di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto…
(...)
io sono certissimo di ciò che rimarrà alla fine: non la Chiesa del culto politico… ma la Chiesa della fede. Certo essa non sarà più la forza sociale dominante nella misura in cui lo era fino a poco tempo fa. Ma la Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà come la casa dell’uomo”.
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"Quasi tutti, me compresa, siamo stati sottoposti all’iter istituzionale del Battesimo – Comunione – Cresima per poi ritrovarci da adulti e in buona compagnia lontani anni luce dal coltivare una fede o a non tenerne conto. "
Questo è un dato di fatto, italiano ed europeo - negli anni dopo il Concilio.
"La mia impressione è che oggi la fede in generale sia vissuta in modo individualistico."
Non è certo una tua impressione. È stata per decenni l'unica realtà del cattolicesimo italiano per l' 80-90% dei fedeli. Una fede intimistica, peraltro supportata dalla società laicista che mira a isolare l'individuo nel suo privato... relegando la fede a trascurabili convinzioni personali, anche un po' ridicole o superstiziose.
"Forse il percorso giusto è rappresentato proprio da chi in età adulta manifesta l’esigenza di abbracciare una fede per poi viverla con convinzione e non perché si è ritrovato..."
Allo stato attuale è più che altro un percorso obbligato per molti adulti che volessero scoprire o riscoprire una fede mai sperimentata concretamente.
Riguardo le nuove generazioni ci sono però qua e là dei fermenti nuovi. Non è riproponibile lo squallore di una Chiesa che distribuisce Sacramenti anche a chi non vuole sapere cosa sono. E mi chiedo anche a quanti oggi possa interessare più una cosa del genere...
C'è da ripartire dall'inizio. E per "inizio" intendo (giusto come esempio) che anche coi bambini frequentanti le parrocchie si deve partire, come già fanno alcuni progetti-pilota, dalla viva discussione dei temi della fede. Ad esempio, il classico: "Dio esiste? E come si può saperlo?" --- Fin da bambini si deve poter essere messi in grado di usare la propria testa, di discutere... Anche perché oggi diversi forze nella società pretendono di inculcare le loro idee ai giovanissimi. Quindi il cattolicesimo deve riprendere la sua Tradizione che è quella di usare la Ragione, di essere un luogo di cultura, oltre che ambiente di Fede. Questa è una soluzione che noi occidentali possiamo offrire anche agli "spaesati" di altri continenti. Poi, dove e come avverrà il nuovo sviluppo, ancora non lo sappiamo... Però secondo me è già partito.
Ciao :)
P.s. posso chiedere da che parte di Italia stai scrivendo?
la discussione si fa interessante. Posso risponderti sulla mail che compare nei contatti?
Buona domenica :)
Quando ho scritto:
"Questo è un dato di fatto, italiano ed europeo - negli anni dopo il Concilio"
intendevo soltanto definire un momento temporale - storico.
NON intendevo attribuire responsabilità al Concilio Vaticano II che anzi è stato una grande benedizione per la Chiesa.
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Riguardo la cosiddetta profezia di Benedetto, specifico che viene chiamata così per intendere all'incirca "la previsione azzeccatissima di Benedetto".
Non ha niente a che fare con le magie o con la palla di vetro.
Si dice "profezia" perché viene riconosciuta al nostro carissimo Padre Benedetto la straordinaria lungimirante capacità di esprimersi sugli "andamenti" della Chiesa con vaste competenze e con una fede profondamente cattolica.