Dal Mercoledì delle Ceneri al Venerdì Santo: il digiuno cristiano (1)

Scriverò due post sull'argomento Digiuno e Astinenza cattolici.
Questo è il primo.
Si tratta di un'introduzione molto semplificata ma precisa.
Per cristiani e per non cristiani in cerca di informazioni.


In questa prima parte fornirò una descrizione in qualche modo più sul versante sociologico e comportamentale.

[Nel secondo post pubblicherò le regole pratiche stabilite dalla Chiesa Cattolica e la relazione tra la Legge e la Vita del cristiano - quindi mi concentrerò maggiormente sull'aspetto personale spirituale]

Intanto inquadriamo le specificità cattoliche e le differenze principali rispetto ad altre fedi, filosofie o religioni.

Perché i cattolici (osservanti praticanti) digiunano durante la Quaresima?
Che cos'è il digiuno nel cattolicesimo? 
In cosa consiste praticamente?
Significa che i cattolici non mangiano proprio niente per una giornata intera e/o soffrono la fame per 40 giorni?





Eccoti le risposte.

Il digiuno cristiano non è propriamente
- né una pratica individuale spirituale-intimistica
- né una pratica religiosa di gruppo con norme identiche per tutti
(anche se alcune regole, veramente minimali!, valgono in generale per ogni cristiano).

Quello che ho scritto può sembrare forse un giochetto intellettualistico (o intellettualoide), ma non lo è.

Digiuno e Astinenza cristiani, se correttamente praticati, sono azioni sì molto personali (e private) che avviano una meditazione soggettiva - tuttavia vanno a congiungersi all'azione di tutto il popolo cristiano, sia nel senso di preghiera comunitaria (spirituale) sia in quello del risparmio (materiale) e redistribuzione delle risorse.

Per questo i digiuni e le astinenze cristiani producono degli effetti concreti, reali, tangibili: sia sulla persona che sull'intera società.

Ho usato il termine "società" perché gli effetti dell'azione cristiana si verificano effettivamente  su tre livelli, coinvolgendo anche tutti i non cristiani.

Digiuno e Astinenza cristiani, infatti, sono efficaci sui piani:

1) personale
2) ecclesiale
(Chiesa come popolo di Dio),
3) sociale
(per il bene di tutti gli uomini della terra, senza distinzione di religione o altro).

Come si ottengono tali effetti?

Soltanto considerando la parte materiale: al digiuno cristiano DEVE necessariamente corrispondere la pratica dell'elemosina e quindi la conseguenza sociale è immediata
(in teoria si tratterebbe del denaro risparmiato mangiando di meno e acquistando cibi molto economici, denaro che poi si destina ai poveri, a chi sta soffrendo la fame, a chi ha bisogno di aiuti urgenti per sopravvivere. 
Questo rapporto diretto digiuno-risparmio-elemosina era evidentissimo in passato quando la maggioranza dei cattolici non era molto abbiente. Attualmente le offerte in denaro sono possibili anche non digiunando appositamente - quindi si è un po' persa la correlazione diretta).




In ogni caso, a fronte di un digiuno del popolo cristiano si verificano almeno due effetti:

- miglioramento spirituale della società (corrispondente al miglioramento personale)
- miglioramento materiale della società

Già da questi brevi accenni di carattere semplicemente "sociologico" si può comprendere come le pratiche fisiche cristiane (come il digiuno) non sono esercizi personali "tanto per soffrire" (masochismo!!), e non sono nemmeno effettuati come un rituale salutistico/igienistico che si esaurisce "in sè"
(se per caso qualcuno lo concepisse in questo modo: siamo fuori di qualsiasi concezione cattolica).

Comparandola ad altre religioni/fedi/filosofie, la pratica cattolica in questo è radicalmente diversa da qualsiasi altro esercizio "ascetico".
Non è una differenza teorica.
È una differenza reale.

Non si offre una sofferenza (peraltro inutile) a Dio - ma si offre un sacrificio psicofisico fattivo e fattuale che vada a migliorare le condizioni di tutti.
Quelle proprie e quelle altrui.
Sia in senso spirituale sia in senso materiale.
È un sacrificio che va verso la gioia. Non verso la tristezza.
È un sacrificio che rende attivi.
Non statici o rassegnati.



La pratica cattolica NON prevede (mai) che un digiunante cada svenuto o che debba interrompere le normali attività quotidiane per mancanza di forza fisica nel tentativo autolesionista di rispettare la regoletta religiosa.
Al contrario, il digiuno e/o l'astinenza vanno calibrati sempre sulla capacità reale di resistenza fisica personale - anche in osservanza di un preciso dettame evangelico:

Matteo cap. 6
"E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà."

In ultima analisi, digiuno&astinenza cattolici sono dei digiuni da tutto il superfluo, dall'inutile, dal lusso e dalla spazzatura truccata.

Sono uno spogliarsi di ciò che non serve alla vita vera.
Sono un ritorno "alle proprie ossa".
Un ritorno all'essenziale.
Quindi un ritorno a Dio.

In senso spirituale sono delle azioni che seguono e imitano il Sacrificio di Cristo.
Una sofferenza a favore di altri, oltre che per ritrovare il profondo di sè stessi, indissolubilmente legato a Cristo.

Sono azioni che costituiscono una preghiera - realizzata con l'anima e col corpo che per il cattolicesimo sono un tutt'uno.
Preghiera che chiede a Dio di sostenere la propria vita e quella di tutti gli esseri umani.

Riavvicinandoci e ritornando a Dio con tutte le nostre forze, accade che tutta l'umanità, tutta la terra, tutti gli esseri umani ne ricevono i benefici.



Domanda: le pratiche di digiuno-astinenza cattoliche, correttamente eseguite, hanno anche buoni effetti sulla salute?
Sì, ma questo è solo un effetto secondario, una conseguenza.
Non è l'obiettivo primario.

Da notare inoltre che la pratica cattolica NON vieta MAI di bere l'acqua, né le tisane, il brodo vegetale, frullati leggeri di frutta o verdura
(che - se sono utili per mantenersi in forze  - si possono assumere oltre al pasto unico principale del giorno di digiuno. Ricordo infatti che il digiuno cattolico non è "totale". Lo spiegherò nel prossimo post).

Ai fini della spiritualità cattolica, se una persona volesse sperimentare la sete che affligge tanti esseri umani sul pianeta, e quindi volesse astenersi dal bere acqua per una giornata, potrebbe anche farlo (sotto controllo medico!) - MA questa NON è una regola religiosa della nostra Fede.
E non è nemmeno un consiglio proveniente dalla Chiesa Cattolica.
Alcune regole di digiuno più severe sono state applicate all'interno degli ordini religiosi (ad esempio nel monachesimo) perché si trattava e si tratta anche oggi di scelte di vita particolari, oltre che profondamente consapevoli.
Anche alcuni santi hanno offerto a Dio dei sacrifici particolari, molto duri, molto difficili da praticare. Dettati da percorsi e da livelli spirituali/ascetici molto alti - in profonda unione con l'Amore di Gesù Cristo.

Ma bisogna osservare che tali pratiche di sofferenza "estrema" non vengono mai imposte come regola generalizzata - in quanto una regola puramente esteriore non ha alcun senso nel cattolicesimo.



Le parole che di solito noi cattolici usiamo per riassumere la nostra normale pratica quaresimale sono:
"preghiera, digiuno, carità".

In queste tre paroline si evidenzia, senza tanti intellettualismi, l'azione:

- spirituale (preghiera)
- fisica (digiuno)
- sociale (carità = amore verso Dio e verso il prossimo)

Una domanda che una volta mi pose una bambina del catechismo:
"ma queste cose si fanno solo in Quaresima? Se sono importanti non dovremmo farle sempre? Perché dici che le facciamo adesso in Quaresima? E poi?"

Risposta (per adulti): certamente si tratta di azioni che il cattolico ha sempre presenti come buone pratiche di vita applicabili in qualsiasi momento come attenzione alla dimensione spirituale, fisica e sociale.
Ma la Quaresima costituisce un cosiddetto tempo forte, un periodo in cui meditiamo in modo specifico e profondo su tali dimensioni. E quindi le pratichiamo più rigorosamente ed intensamente, per così dire.
Con alcuni giorni "obbliganti" sul calendario: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo; più l'astensione dalle carni tutti i venerdì di Quaresima. Consigliato (non obbligato) il Sabato Santo.




Il cibo costituisce solo un punto di partenza minimale per iniziare una riflessione più profonda su altri digiuni o astensioni che sarebbero salutari per la nostra vita spirituale e che sono fortemente incoraggiati nel periodo quaresimale: ad esempio l'astensione da vari vizi, deviazioni, esagerazioni, intossicazioni fisiche o mentali (fumo, alcool, tivù, internet, spese inutili, chiacchiere inutili, pettegolezzi, e molto altro che distoglie dalla Verità).

È un vero cambiamento di vita che ci viene proposto dalla Chiesa, e quindi da Gesù Cristo, come  possibilità di sperimentazione "full immersion".

Come se... ogni anno frequentassimo un corso intensivo di 40 giorni che ci prepara alla vita cristiana.
Ogni anno impariamo nuove cose.
Ogni anno ci concentriamo in modo speciale nella lettura della Bibbia, nella preghiera, negli incontri con gli altri cattolici, nella disposizione fisica al sacrificio (non dannoso ma allenante), nell'attenzione e nell'aiuto al prossimo.
Facciamo questo corso intensivo speciale in Quaresima
(il corso propedeutico si era svolto con l'Avvento, il Natale e l'Epifania).

E poi partiamo.






Rassegna veloce dei digiuni in altre teologie.

Per un raffronto col digiuno ebraico e il diverso approccio sia filosofico che pratico, ecco di seguito un link molto ben approfondito sulla Festa di Purim che si celebra proprio oggi giovedì 1° marzo.
Purim, detto popolarmente il "carnevale ebraico", è solo una festa minore dell'ebraismo, di carattere allegro e "mangereccio", preceduta da un brevissimo digiuno.
Ma già dal digiuno+elemosina di Purim si possono cogliere bene le differenze tra ebraismo e cristianesimo
http://www.mosaico-cem.it/vita-ebraica/parole-di-torah/le-regole-purim

Il digiuno più importante nell'ebraismo è invece quello di Yom Kippur - Giorno dell'Espiazione. Vedi info principali dalle comunità di Roma e di Bologna:

http://www.romaebraica.it/yom-kippur/

http://www.comunitaebraicabologna.it/it/?option=com_content&view=article&id=194

Altro digiuno ebraico è quello di Tisha Beav:

http://www.comunitaebraicabologna.it/it/?option=com_content&view=article&id=175

Discorso ancora diverso si deve fare per il Ramadan islamico (celebrante il ricordo della consegna del Corano a Maometto) e per le filosofie induiste/buddiste che potrete approfondire secondo i vostri interessi.

Il post si allungherebbe troppo se anche solo vi accennassi.

In tutti i casi sopraddetti gli approcci, le origini, gli impianti filosofici/spirituali e le finalità del digiuno sono abbastanza diversi da quello cristiano.
Se dovessi indicare un punto interfede in comune direi che, in generale, per le tre fedi monoteiste - cristianesimo, ebraismo, islam - è il Ritorno a Dio.
Mentre per le filosofie orientali (in generale non teiste/monoteiste) abbiamo un range di funzioni e di significati marcatamente diversi dal cristianesimo. Il punto in comune con noi cristiani potrebbe essere individuato nella "purificazione" psicofisica.

Arrivederci al prossimo post sulle leggi cattoliche del digiuno e dell'astinenza.
Lo trovi cliccando qui

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