La legge religiosa alimentare e l'esercizio spirituale: norme pratiche cristiane (2)



Eccoci alle regole pratiche alimentari per la Quaresima valide ad oggi - Anno del Signore 2018.
E al loro valore spirituale.

Il primo capitolo, per comprendere il contesto, lo trovi cliccando qui

A seguire, con il post di oggi spiegherò: le basi, le motivazioni in senso spirituale cattolico, le norme pratiche - e poi vi linko degli interessanti approfondimenti a partire da domande di fedeli cattolici.



Per cominciare, il principio fondante della disciplina alimentare quaresimale:
la preparazione alla Pasqua, che è da sempre la festa cristiana più importante.

Ad ogni festa importante la fede cattolica ha sempre previsto una preparazione fisica, o meglio: psicofisica e spirituale.
Mente e Corpo per il cattolicesimo sono sempre stati un tutt'uno.

Per tanti secoli (anzi millenni) queste preparazioni - che coinvolgono la persona nella sua interezza psicofisica inscindibile - non hanno riguardato soltanto la Pasqua, ma anche altri "passaggi".
Negli ultimi decenni, nella Chiesa Cattolica per i normali fedeli si è mantenuta praticamente soltanto la preparazione alla Pasqua - e anzi bisogna osservare che molti cattolici non sanno nemmeno che dovrebbero "prepararsi".
Al di là di questa disinformazione generalizzata anche tra i battezzati
[nota: secondo la Chiesa l'ignoranza non costituisce "peccato", a differenza ad esempio del Codice Civile o della Strada: se passi col rosso la multa ti arriva lo stesso, anche se ignoravi che dovevi fermarti] per il cattolico informato e consapevole l'obbligo religioso c'è.

Vediamo quindi nei dettagli qual è la nostra legge alimentare per la Quaresima.

Prima domanda: ci sono delle varianti in base ai luoghi geografici?
Sì. Ogni Conferenza Episcopale (=ogni gruppo di vescovi responsabile per zona geografica, esempio Conferenza Italiana, Conferenza Tedesca, Francese, USA, eccetera) può adottare delle varianti delle norme alimentari con lo scopo di seguire al meglio il Vangelo nella cultura e nella situazione locale.
Ciò che deve essere trasmessa, in ogni luogo della terra, è la stessa spiritualità cristiana.
E per fare questo sono necessarie conoscenze dirette (vissute), competenze, fede, studio attento di Tradizione (maiuscola) e tradizione (minuscola), e umanità evangelica da applicare alla realtà locale: non si può proporre una regola identica in Europa e in Africa. E non si può dire di digiunare a chi già soffre la fame.
[Nota a latere: già queste distinzioni ci differenziano notevolmente da qualsiasi altra fede, religione, culto o tradizione spirituale-filosofica del pianeta terra].

Per essere cattolici, cioè universali, è necessario essere anche genuinamente locali.
Come al solito: realismo. Non teorie astratte.

Terminologia.
Digiuno = la parola si riferisce alle regole sulla quantità di cibo
Astinenza = la parola si riferisce alle regole sulla qualità-tipologia di cibo che si può o non si può mangiare.

Nota importante: il Digiuno cristiano cattolico NON significa MAI che si toglie del tutto il cibo durante la giornata.
Inoltre, NON viene MAI vietato di bere l'acqua.

[Per facilitare la lettura nel post scriverò i termini Digiuno e Astinenza sempre con le maiuscole].

I giorni.
Due giorni all'anno [Mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo] vigono le due leggi insieme: Digiuno + Astinenza.
Mentre tutti i venerdì di Quaresima vige solo la legge dell'Astinenza.
Molto consigliato (ma non obbligatorio) prolungare Digiuno + Astinenza anche il Sabato Santo, fino alla Veglia di Pasqua. 

Inoltre, tutti i venerdì dell'anno è (molto) consigliata ma non strettamente obbligatoria l'Astinenza.

Eccezioni ed "incroci" con altre festività:
- i due giorni annuali di Digiuno+Astinenza prevalgono su tutto (su qualsiasi altra festività, religiosa o civile che coincidesse) senza eccezioni
- nei giorni di sola Astinenza, se c'è una coincidenza con una solennità (=festività religiosa importante) l'astinenza è proibita - nel senso che si deve poter festeggiare liberamente, senza restrizioni alimentari.
Allo stesso modo non si digiuna e non ci si astiene mai (nemmeno durante la Quaresima) nel giorno di Domenica perché è giorno di giubilo per eccellenza: la festa per la Resurrezione del Signore.




Varianti normative nelle diverse epoche storiche:
in passato vigevano delle regole diverse.
Domanda: Perché erano diverse? Per un cristiano, cambiano forse gli obblighi verso Dio o verso il proprio popolo nella Fede?
Risposta: la Chiesa mantiene intatti i valori cristiani adattandoli ai tempi storici e ai luoghi in cui si vive. Uno stesso messaggio o principio di vita cristiana può richiedere delle modifiche per poter essere veramente utile alla spiritualità, personale e collettiva.
Le "varianti" ovviamente non si applicano ai Comandamenti.
Ma, con le regole alimentari di cui stiamo parlando, ci troviamo in un ambito diverso rispetto ai Dieci Comandamenti.
Di seguito fornisco un link in cui puoi apprendere la differenza tra Legge Divina e Legge Ecclesiastica.
[e anche questo ci differenzia parecchio, anzi in modo talvolta abissale, dalle altre religioni/fedi/spiritualità]



LA LEGGE CATTOLICA IN PRATICA.
Italia.

Le attuali norme sono quelle stabilite nel 1994 dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Età in cui vige l'obbligo di Digiuno e Astinenza: dai 18 ai 60 anni.

Età in cui vige solo l'obbligo dell'Astinenza: dai 14 anni fino al compimento dei 18 anni.

Sono esclusi dagli obblighi:
- gli ammalati e chi si trova in condizioni fisiche (o psichiche) particolari per le quali il medico sconsigli delle limitazioni alimentari
- chi, nei giorni interessati, stia facendo dei lavori impegnativi/pesanti (per la propria professione oppure perché quel giorno ci si trova a farli) che non consentono nessuna limitazione di cibo
- altre situazioni particolari: il cattolicesimo guarda innanzitutto alla persona, quindi anche tutte le leggi alimentari in certe condizioni (o incapacità personale per vari motivi) possono essere sospese e sostituite da altre pratiche. In particolare, i direttori spirituali possono consigliare delle opere di carità al posto di Digiuno e Astinenza.

Digiuno e Astinenza volontari: anche chi non è obbligato, se è in buona salute, può farli come importante momento di preparazione fisica e spirituale. Dobbiamo ricordarci infatti che la pratica cattolica è così sana (dal punto di vista alimentare, psicologico, spirituale) che si rivela utile primariamente per la persona che li compie.

A partire da ottobre 1994, chi fa parte del popolo cattolico e abita in Italia si regola così:

# Legge del Digiuno: consiste nel fare un unico pasto durante la giornata, ma (in base alle proprie autovalutazioni) non è proibito prendere - in aggiunta - un pò di cibo al mattino e un po' alla sera, attenendosi, per la quantità e la qualità, alle consuetudini locali approvate. Solitamente, in termini pratici, si può calcolare di dividere un secondo pasto in due porzioni, una per la mattina e una per la sera - oltre a quello principale completo.
(Riferimento: Paenitemini, III; EV 2/647).
Non sono previste merendine, stuzzichini, caramelle o cioccolatini durante il resto della giornata.
Si può bere acqua. Eventualmente se c'è bisogno: succhi di frutta fresca, o di verdura, brodi vegetali, tè, tisane.
In pratica: il digiuno prevede 1 solo pasto completo in 24 ore, calcolate a partire dal mattino del giorno di digiuno.
Se non si è grado: si aggiungono due piccole porzioni al mattino e alla sera del giorno di digiuno.
Se non si è in grado nemmeno così: si può aggiungere qualche succo di frutta o brodo.
Obbligatorio sicuramente in tutti i casi: fuori dai pasti, eliminare caramelle, cioccolatini, patatine, dolcetti, caffè, merende, snack, eccetera.

# Legge dell'Astinenza: nei giorni di Astinenza è proibito l’uso delle carni (bianche e rosse), come anche dei cibi e delle bevande che, a un prudente giudizio, sono da considerarsi come particolarmente ricercati e costosi.
Il pesce infatti è cibo consentito ma, se per fare un pasto col pesce si spende più di un pasto di carne, la regola è praticamente trasgredita, o quasi.
Perché "quasi"? Perché il divieto della carne non è solo di tipo economico ma anche tipologico. Quindi il pesce va bene comunque ma se è troppo costoso (oppure con preparazioni di alta cucina, sofisticate) infrange un po' il senso della legge nel suo insieme.



Vedi qui di seguito l'esposizione del precetto sul sito Amici Domenicani, in risposta alla domanda di un cattolico
https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=902

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Importanti approfondimenti sul senso del digiuno cristiano nella Chiesa Cattolica.

Padre Bellon OP, che potete leggere integralmente cliccando qui spiega:

"Mangiare solo pane e acqua non è mai precettato dalla Chiesa.
Per alcuni può essere eccessivo e contro ogni forma di buon senso e di prudenza.
Lo lascia alla discrezione dei singoli, ma raccomandando di farsi illuminare e guidare dalle indicazioni del confessore o della propria guida spirituale".

"Il digiuno non è il fine della vita cristiana.
Ma è nell’ordine dei mezzi per raggiungere il fine.
Il fine della vita cristiana è la carità, che consiste nell’amare Dio e il prossimo con il cuore stesso di Dio.
Il digiuno rientra tra i mezzi che servono per conservare e ravvivare la carità.
Il digiuno è intimamente legato alla carità.
Il motivo è questo: la carità consiste essenzialmente nell’amare e cioè nel donare.
Allora il digiuno non viene fatto per ammassare, ma per aiutarci a distaccarci da noi stessi e per vivere facendo di noi stessi un dono continuo.
Si comprende subito allora che il digiuno cristiano è permeato di gioia perché, pur essendo in se stesso una privazione, è un atto di amore, un dono"




La differenza tra LEGGE DIVINA e LEGGE ECCLESIASTICA nella risposta di Padre Angelo ad un cattolico che chiede se sia "peccato grave" mangiare carne i venerdì di Quaresima:
clicca qui per leggere Padre Angelo

Un piccolo estratto della risposta:
"È necessario fare una distinzione tre le leggi divine e le leggi ecclesiastiche.
Le leggi di Dio non mutano. Per questo i comandamenti sono validi eternamente.
Le leggi della Chiesa invece sono determinate dall’Autorità ecclesiastica, la quale come ha il potere di introdurle, ha anche il potere di cambiarle e di determinare anche la gravità dell’obbligo.
Gesù Cristo ha conferito alla Chiesa questo potere quando ha detto a Pietro: “A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19).
Ugualmente ha detto a tutti gli apostoli: “In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo” (Mt 18,18).".

Sempre sul significato di digiuno e astinenza che NON sono MAI fini a sè stessi nella vita cristiana, ecco una risposta molto bella ed approfondita alla domanda di un ragazzino quattordicenne che chiede se (in Quaresima) può andare di venerdì a prendere il gelato con la mamma:
clicca qui Amici Domenicani


Il testo ufficiale della Chiesa con tutte le disposizioni normative della Conferenza Episcopale Italiana, 1994, documento "Il senso cristiano del digiuno e dell'astinenza" - lo potete trovate al seguente link, con le spiegazioni di un frate francescano:
http://www.cantualeantonianum.com/2009/02/cosa-significa-per-la-chiesa-digiuno-e.html?m=1

Digiuno e astinenza secondo diversi riti e tradizioni.
Le conferenze episcopali, come ho già accennato, possono decidere le norme e/o le dispense locali.
Ricordiamoci infatti che la culla della cristianità è l'Europa (l'Italia in particolare con Roma) e quindi le norme nascono innanzitutto come "europee", a partire dal nucleo giudeo-cristiano originario che, pur partendo da Oriente, si trova in ogni caso nell'impero romano e in una interculturalità tutta mediterranea.
Dopodiché, con la diffusione del cristianesimo in altre aree, con spirito cristiano si è proceduto agli adattamenti locali.

Una nota sugli sviluppi storici delle norme cristiane: può accadere che, procedendo nei secoli, le norme vengano rese più facili, più leggere, in favore di altre usanze e sensibilità, ma può accadere anche il contrario - se i vescovi locali (mai disgiunti da Madre Chiesa) valutano che è spiritualmente utile al popolo cristiano ritornare ad una certa disciplina.
Ad esempio: i vescovi inglesi a partire dal settembre 2011 hanno ripristinato, per i fedeli cattolici inglesi, l'obbligo dell'astinenza (dalle carni) per TUTTI i venerdì dell'anno, e non soltanto per i venerdì di Quaresima.

In un articolo di Padre Edward McNamara, un po' di storia (e di geografia) della normativa cristiana in giro per il mondo, anche di chiese orientali non cattoliche:
clicca qui Padre McNamara



Per concludere, un'omelia sul digiuno, febbraio 2018, di Papa Francesco:
http://www.vaticannews.va/it/papa-francesco/messa-santa-marta/2018-02/papa-francesco-messa-a-santa-marta-su-digiuno.html

Un'ultima domanda:
è possibile attuare il Digiuno e l'Astinenza anche al di fuori del periodo quaresimale? È consigliato? È utile?
Risposta: sì, queste pratiche sono sempre utili, in ogni momento, ma non deve mai essere trascurato il principio della "triade" quaresimale di Preghiera - Digiuno - Carità (che avevo spiegato nel primo post LEGGI QUI )
ossia non si deve dimenticare il fine che è quello di fare del bene a sè stessi e agli altri tramite la preghiera e le azioni pratiche - facendo in modo che il Digiuno si inserisca in quest'ottica. Il digiuno fine a sè stesso non è un'abitudine cristiana.
Seguendo quella regola virtuosa si può scegliere, anche da normali fedeli laici, in qualunque giorno non festivo, una qualunque pratica tra le molte provenienti dal monachesimo oppure come azione comunitaria in qualche gruppo cattolico.
Si può anche fare perché magari in Quaresima, per varie ragioni, non si era riusciti a farlo, e quindi si attua una sorta di "recupero" di precedenti obblighi religiosi.

Certamente il valore maggiore del Digiuno e dell'Astinenza si ritrova nella preparazione alla Pasqua, nei 40 giorni in cui tutto il nostro popolo si riunisce nella "salita" verso la festa più grande.
[farlo tutti insieme nello stesso periodo risulta anche, banalmente, un fatto pratico: ad esempio se si esce a pranzo o a cena per mangiare insieme di venerdì]

Inoltre, nelle pratiche personali, va sempre ricordato che la Domenica e durante le festività cristiane non si devono fare pratiche penitenziali o restrittive.
La nostra spiritualità, in qualità e in quantità, non è principalmente penitenziale. È principalmente gioiosa. Come avrete ormai capito, anche il Digiuno nella cristianità è strutturato in modo da non provocare "urti di tristezza", bensì è nell'ordine della gioia.
Perfino i Padri, i santi, i monaci (orientali e occidentali) che adottarono delle pratiche estreme, anche per lunghi periodi o per tutta la vita, sono celebri perché erano veramente molto lieti ed "energetici": sprizzavano felicità e donavano profonda serenità a tutti quelli che li incontravano.

"E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà".
(Matteo, cap. 6)



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