Ancora su San Giuseppe. La scala di Santa Fe. Miracolo o leggenda? ...O altro?



Data: 1872
Luogo: Santa Fe, New Mexico, USA
Stati confinanti: Arizona, Utah, Colorado, Oklahoma, Texas, Messico.

Fatto originario: costruzione di una chiesetta-cappella particolare, proposta da un gruppo di suore nel Nuovo Messico.
Durata costruzione: 5 anni. Circa dal 1873 al 1878

Problema: al termine dei lavori ci si rende conto che non era stato progettato uno spazio per la costruzione di una scala (assolutamente necessaria). Nel frattempo il progettista era defunto e anche se non fosse stato defunto il problema da risolvere era uguale.
L'unico modo di sistemare la faccenda sarebbe stato quello di costruire una normalissima scala a gradini classica ma così si sarebbero invasi e stravolti gli spazi (già piccoli) della chiesa - rendendo l'ambiente poco pratico, inutilizzabile (e non solo esteticamente brutto). Cioè rovinando l'intero lavoro.

Tentativi di soluzione: vengono contattati diversi progettisti, ingegneri, carpentieri, ma la costruzione si rivela impossibile.

Quindi? Quindi le suore sfruttano l'ultima risorsa: pregare perché si trovi una soluzione. Pregano San Giuseppe. Lui è il patrono della cappella. La preghiera è una Novena cioè 9 giorni.

Dopo la preghiera: il nono giorno si presenta un uomo al convento dove risiedono le suore. Dice di essere un falegname e di aver sentito in giro che avevano un problema da risolvere nella chiesetta appena costruita. L'uomo si presenta con un asinello e con i suoi attrezzi da falegnameria. (Siamo a fine Ottocento ed è abbastanza normale girare così, con animali e attrezzi da lavoro).
Il falegname studia l'ambiente e dice che il lavoro si può fare. Le suore accettano.

Durata del lavoro: alcuni mesi, all'incirca 3 - 6.  Alla fine, nella chiesetta è stata costruita una scala di legno, a chiocciola.
La potete vedere nella foto. Altre foto da altre prospettive potete visionarle nei link che metterò.

Dove starebbe la cosa strana in questa storia?
Secondo le cronache - passate e presenti - ci sarebbero diverse cose strane. Ne cito alcune. Le altre potete leggerle nei link.

Scrivo al condizionale:

>> secondo un gran numero di progettisti, ingegneri ed esperti la scala andrebbe contro le leggi dell'ingegneria. Eppure sta in piedi. Non è crollata. Soprattutto durante il lungo periodo di utilizzo.

>> non si riesce, neanche oggi, a stabilire il legno che sarebbe stato utilizzato. Non si capisce che legno è. E quindi non si capisce neanche da dove viene. Gli esperti non lo comprendono, anche se ad oggi si sono fatte alcune ipotesi (contrastanti).
Fatto sta che la questione del tipo di legno (solitamente molto facile da individuare) risulta difficile. Ad oggi, non è stata risolta.

>> il falegname o il piccolo artigiano locale che ha fatto la scaletta, a quanto pare avrebbe costruito una delle migliori opere di ingegneria e allo stesso tempo una delle più belle opere d'arte di quel tipo (in legno) che si possano ammirare.

Altri dettagli che possono interessare:

• il corrimano-ringhiera è stato costruito qualche anno dopo, per sicurezza di utilizzo. Non faceva parte dell'opera originale del primo falegname. (quando non c'era la ringhiera le suore, per evitare di scivolare, si "aggrappavano" ai gradini con mani e ginocchia).

• la storia (o leggenda) sembra terminare col fatto che l'uomo appena conclusi i lavori sparisce inspiegabilmente. Le suore lo cercano ovunque per pagarlo, ma non riescono a trovarlo.
(anche da questo fatto si sviluppano le voci leggendarie che forse si trattava di San Giuseppe in persona).

Ok. A grandi linee i fatti sono questi. Adesso vediamo le varie versioni con altri dettagli.
Vediamo anche le contestazioni del CICAP e quelle di un altro sito che ne parla in modo fortemente contrario.
Alla fine poi scriverò ciò che penso io di tutta la storia.

La prima versione dalla blogger Karin che riprende l'articolo di Matteo Salvatti:
https://filiaecclesiae.wordpress.com/2012/04/20/la-scala-santa-di-santa-fe/

La versione del sito (laico) FarWest, con altri buoni approfondimenti
http://www.farwest.it/?p=11802

La contestazione del CICAP
https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=275616

La contestazione molto aspra del sito Query
https://www.queryonline.it/2013/08/05/la-misteriosa-scala-di-santa-fe/

Ho voluto linkare anche quest'ultimo articolo di Query, il quale, pur di negare il fatto da ogni punto di vista, aggiunge delle ipotesi con elementi che appaiono abbastanza fantasiosi rispetto alle informazioni storiche effettivamente disponibili. (Consultate  a questo proposito anche il sito FarWest che vi ho messo sopra).

Ad esempio Query dice tranquillamente che certe scalette erano "tutt'altro che rare".
Ma dove? E quali scale? Rispetto a tutto il mondo, risulta storicamente che le scale a chiocciola (quelle normali con pilastro centrale) fossero una tecnica conosciuta in Francia e in Inghilterra.
(Ma quanto conosciuta e quanto diffusa era invece la tecnica artigianale senza pilastro, ben più complicata e problematica?).

A quanto pare però NON era diffusa né conosciuta (nessun tipo di scala a chiocciola! con pilastro o senza) nell'Ottocento negli STATI UNITI - 
altrimenti il CICAP e Query ce l'avrebbero detto chiaramente.

Inoltre, senza nessuna prova né documento a supporto, Query afferma semplicemente che si tratta di legno di abete, ed ignorando la studiosa citata dal CICAP decide in modo arbitrario che si tratta di un abete americano (!), quindi di un qualche albero nei dintorni di Santa Fe.
Beh, se era così facile, ... gli esperti ce l'avrebbero detto subito che era abete americano, e non stavano ancora oggi a chiederselo.
Ma preferisco appunto linkare quei siti "a confutazione" così ogni lettore può farsi la propria opinione con le ipotesi pro e contro.

Bene. I link sono quattro: due pro e due contro. Con un corredo di belle foto.

Adesso procedo con la mia analisi.

A mio parere, uno dei (tanti) problemi della versione del Cicap è quando afferma:
"Quanto al legno della scala, forse abete, la storica Mary Jean Straw Cook, che ha studiato in maniera approfondita la storia della chiesa, ha potuto determinare che quasi certamente proveniva dalla Francia, dove probabilmente la scala fu addirittura costruita e poi spedita in America via nave per essere montata sul posto".

A parte quel "forse" che con la scienza e la tecnologia odierna non dovrebbe proprio esserci, e anzi dovrebbe risultare abbastanza facile individuare la tipologia del legname (un legname di fine Ottocento, non è mica un legname strano del Medioevo!),
il sito del CICAP risulta grossolano perché trascura il fatto che in pochi mesi sarebbe stato troppo difficile progettare, commissionare, costruire e poi far arrivare la scala negli USA (in nave!, non c'erano gli aerei).
Senza contare che sarebbero state necessarie delle foto accurate della cappella (che all'epoca non c'erano) e misurazioni particolari per poter ottenere una scala perfettamente su misura rispetto alla difficilissima logistica da rispettare. Inoltre, le cronache dell'epoca avrebbero sicuramente registrato un trasporto così speciale attraverso gli Stati Uniti, fino al New  Mexico.
Domanda: come cavolo l'avrebbero trasportata fino ad un qualsiasi porto, e poi via terra fino a Santa Fe senza che nessuno l'avesse notata?
Inoltre lo stesso giornale citato dal CICAP, col necrologio del presunto falegname, dice che l'artigiano costruì la scala. Non dice che la ordinò oltreoceano (tipo ordine online all'Ikea). Altrimenti che merito avrebbe avuto? Cioè: l'avrebbero scritto sul giornale (nel necrologio) per il fatto che aveva ordinato una scala già pronta e poi l'aveva solo montata?
Non mi sembra plausibile.

L'ipotesi del CICAP risulta inoltre abbastanza debole quando dice (come Query) che in Inghilterra e in Francia erano già state costruite delle scale a chiocciola con quella speciale struttura, non usuale per le scale a chiocciola (che - ricordo di nuovo - solitamente per reggersi richiedono il pilastro centrale).
Ok, c'erano sicuramente già dei casi in Europa
(e comunque mi piacerebbe avere più prove storiche documentate di quanti artigiani in Francia e in Inghilterra erano in grado di costruirle senza sostegno centrale), ma rimane il fatto che non ce n'erano negli Stati Uniti. Questo è il punto.
E infatti gli esperti non riuscivano a trovare una soluzione per costruire quella benedetta scaletta per le suore.

Ricordiamoci anche che all'epoca non c'erano telefoni (stavano inventando il telefono proprio in quegli anni) né internet. Non potevano mettersi a fare telefonate in Europa, discutere per ore di falegnameria, imparare la tecnica al telefono, e poi puff! costruire la scaletta in America;
ma anche se ci fosse stato il telefono (che non c'era) la cosa è impossibile.

Mi risulta inoltre un po' strano che solo a fine degli anni '90 (nel 1990) sia stato trovato il necrologio del presunto costruttore, ma ok: la prenderò come ipotesi valida.
Mi piace l'idea.
Cioè prendo come valido che si trattasse effettivamente di un falegname immigrato francese e ipotizzo pure che da qualche parte in Francia lui avesse già visto una scala a chiocciola costruita in quel modo, senza pilastro di sostegno - quando il pilastro centrale era la scelta più facile e più ovvia per qualsiasi artigiano dell'epoca che sapesse costruire "a chiocciola".

Per me questa è una cosa possibile. Coincidenza molto particolare, davvero molto fortunata, ma possibile.

La mia opinione.

La cronaca originaria potrebbe essere certamente romanzata in qualche dettaglio, come è normale in certi racconti...
[anche se, da quanto sappiamo, le suore non avevano motivi particolari per spacciare in giro bufale. Ad esempio, dicendo in giro che non trovavano di quale falegnameria o laboratorio facesse parte il falegname gentiluomo, magari avrebbe potuto presentarsi in convento, prima o poi, un truffatore a riscuotere i soldi dicendo di essere il suo capo].

Comunque, per le mie analisi ho cercato di rendere la vicenda più asciutta possibile, senza badare ai particolari "romantici", e perciò ho voluto consultare tutti gli anticattolici e gli anti-miracolisti.

Al netto di tutto, resta il fatto che: 

1) le suore hanno pregato intensamente una Novena di San Giuseppe.
Lo hanno fatto per chiedere "al Cielo" una soluzione che sembrava impossibile secondo tutti gli esperti del New Mexico dell'epoca. L'alternativa era rovinare e vanificare l'intera bella chiesetta costruita in 5 anni con tanta fatica.

2) si trattava di un'epoca e di un continente in cui le scale a chiocciola di quel tipo erano sconosciute
[e gli aerei per un tale trasporto non c'erano quindi la scala non può essere stata "spedita" in tempi brevi dalla Francia. Inoltre, per ovvi motivi, era assolutamente necessaria una progettazione sul posto].

3) dopo la Novena delle suore, il nono giorno si presenta alla porta un falegname, probabilmente del luogo, e probabilmente (forse) si tratta dell'immigrato francese di cui parla il CICAP.
[anche se le informazioni a nostra disposizione sono davvero troppo scarse ma va bene, le accettiamo. 
Ci sarebbe comunque un piccolo problemino di date... ma ok il periodo era all'incirca quello: il francese lasciò la Francia nel 1880. La chiesa era terminata, secondo le cronache, nell'aprile 1878]

Comunque.
Può essere, ragionevolmente, quell'immigrato francese?
Sì, può essere.

Può essere che un falegname francese immigrato negli USA, immigrato nel New Mexico, vicino a Santa Fe, avesse visto in precedenza una di quelle rare scalette costruite in Francia?
Sì, è possibile.

Ed è possibile che, oltre ad averle viste in Francia, un bravo maestro falegname esperto gli avesse insegnato pazientemente la difficile ed innovativa tecnica costruttiva (rispetto a quella facile e tradizionale col pilastro) ?
Sì, è possibile.

Ed è possibile che poi l'immigrato francese l'abbia costruita tutta da solo in quel modo perfetto nella cappella di Santa Fe?
Sì, è incredibile che l'abbia fatta da solo, ma è possibile.
(questo sarebbe effettivamente un altro problema tecnico costruttivo: cioè la posa in opera di quella particolare struttura fatta da un solo uomo... ma ok, una volta erano bravissimi ad arrangiarsi, e avrà trovato il modo).

Quindi procediamo.

4) qualche mese dopo (alcuni dicono 3, altri dicono 6, comunque in tutto passarono pochi mesi) la chiesetta di Santa Fe si ritrova con una meravigliosa opera di ingegneria e di artigianato artistico.
Un vero gioiello.

5) escludendo di definirlo "miracolo" [che tanto a nessuno interessa provare perché i miracoli non costituiscono la Fede cattolica] è semplicemente accaduto che ... qualche tempo dopo la costruzione della chiesa... le suore giuste al momento giusto hanno incontrato il falegname giusto. 
Giusto per fare cosa?
Per fare una scaletta, un'opera d'arte di 33 scalini, in una cappella il cui patrono è San Giuseppe.

Avevano un problema pratico.
Hanno pregato San Giuseppe.
E adesso là noi possiamo vedere una meravigliosa opera in legno, che "sale verso il Cielo" e che affascina molte persone.

Anche se il costruttore era un normalissimo falegname (messicano?, americano?, oppure immigrato francese: non importa),
e anche se il legno era un normalissimo legno che in futuro riusciranno a dirci quale sia,
e ammettiamo pure che sia normalissimo che quella scaletta con quella struttura abbia retto per tutti quegli anni,

rimangono i fatti fondamentali:

1) c'era un problema architettonico - ingegneristico, e c'era un lavoro di carpenteria-falegnameria da fare
2) hanno pregato San Giuseppe
3) adesso abbiamo un'opera d'arte di rara bellezza e genialità, sia ingegneristica che artistica

Poteva accadere anche lo stesso?
Cioè senza il punto 2.
Certo.
Solo che noi - se vogliamo essere davvero "scientifici" - dobbiamo registrare i fatti nel modo più rigoroso possibile.

In questo caso non ci interessa andare a scomodare né grandi scienziati né fini teologi.
La storia e la tradizione della Chiesa Cattolica ci raccontano da sempre che San Giuseppe è il santo che silenziosamente, senza perdere tempo, senza inutili chiacchiere, risolve le situazioni. San Giuseppe nella cristianità è da sempre il protettore e il "supervisore".
Yosef. Ascolta. Valuta. Comprende e agisce. Con una presenza discreta, sotto le righe.

Presupponendo che il falegname sia stato quel signore francese immigrato,
nella storia di Santa Fe sembra ravvisarsi lo Schema-San-Giuseppe:
A) problema grosso
B) preghiera per l'intercessione del papà terreno del Figlio di Dio
C) soluzione senza tanti clamori.

Come sempre: c'è abbastanza luce per credere e abbastanza ombra per non credere.

Stile San Giuseppe.
Ovverosia: certi episodi non sono dei miracoli contro le leggi di natura.
(Solo questi, infatti, si possono definire "miracoli" per la Chiesa Cattolica).

Questi episodi sono soltanto delle bellissime coincidenze che accadono sotto i nostri occhi meravigliati.
E per chi vuole: sono dolci segni della Grazia, ... è il Cielo che ci narra delle storie... come fanno i buoni padri coi figli.


Commenti

Analisi tecniche sulla scala di Santa Fè.
Questa scala non è altro che una coclea in posizione verticale. senza il cilindro centrale di unione o di sostentamento. Ha uno sviluppo di due giri, per cui il primo gradino risulta essere la proiezione in verticale dell'ultimo. il gradino di arrivo risulta essere vicino e perpendicolare al muro di sinistra, per cui la scala non poteva che essere oraria,(sinistrorsa), in salita. lo spazio sottostante è tutto libero, per cui non c'erano limiti alla sua larghezza. unica misura da rispettare era la larghezza del gradino.(quello di arrivo). Vista dall'alto, il soppalco avrebbe nascosto alla vista, metà della scala. L'altezza del soppaldo diviso 33 avrebbe dato la misura dell'alzata del gradimo, mentre diviso 2 avrebbe dato la lunghezza del passo. Quindi non c'erano tanti progetti e studi da fare, ma semplicemente misurare l'altezza totale e stabilire la larghezza del gradino. Una coclea di due passi esatti, ha un unico baricentro, valido per tutte le posizioni nello spazio, così ogni linea che unisce due punti equidistanti dal centro, appartenenti ai due gradini estremi, passa per lo stesso baricentro. Posizionata in verticale e sostenuta solo dai due gradini estremi, è quindi perfettamente in equilibrio, per il suo peso. Se abbastanza robusta per supportare anche delle persone, non cadrà mai. Sulla sua fattibilità, anche a mano, non ci possono essere dubbi, sono convinto comunque che deve essere stata costruita in un laboratorio, con tutte le attrezzature del caso e del momento, sopratutto in orrizzontale. Grazie a chi mi legge. Ferraroni perito industriale Marco.
Francesca ha detto…
Buongiorno Marco, grazie per il contributo. Faccio comunque alcune osservazioni.
Non credo che nessuno oggi abbia dubbi sul fatto che la scala sta in piedi per motivi fisici e non "spirituali".
Il mio articolino verteva su punti un po' diversi.

In ogni caso, rispetto a ciò che lei ha scritto mi chiedo:

1) se era così semplice costruire la scaletta perché le suore ci hanno messo tanto tempo a trovare un professionista in grado di farla?
Di fatto, la chiesetta è rimasta "in sospeso" perché non si riusciva a fare la scala.

2) anche dopo la costruzione, si diffuse facilmente la storia che la scaletta stesse in piedi "per miracolo" proprio per il fatto che non c'era nessuno che facesse la sua giusta obiezione da perito industriale. E non è che all'epoca mancassero ingegneri o architetti negli Stati Uniti. Eppure non abbiamo testimonianze in tal senso.
(il che significa che la tecnica che lei descrive era sconosciuta in quell'epoca in quella zona geografica)

"sono convinto comunque che deve essere stata costruita in un laboratorio, con tutte le attrezzature del caso e del momento, sopratutto in orrizzontale"

Questo fatto mi sembra un po' improbabile per lo stesso motivo che ho già spiegato (nell'articolo) sull'ipotesi che la scala possa essere stata ordinata in Europa e poi trasportata in America.
A quell'epoca le cronache giornalistiche esistevano già... e sicuramente avrebbero registrato un evento - un po' curioso - di una scala che attraversava un paese, o forse più paesi (visto che non sappiamo dove abitava il falegname).
Insomma, le suore non avrebbero mai potuto raccontare alla gente la storia di essersi trovate una "scala misteriosa" nella chiesetta.
Chi le avrebbe credute se gli abitanti vedevano il falegname che andava su e giù (dal laboratorio alla chiesetta) con pezzi di scala o con la scala intera?
Ricordiamo anche che a fine Ottocento la gente viveva abbastanza "in comunità", nelle piazze, nei paesi... e parlava parecchio.
Non è come oggi che è chiusa nelle case a guardare la televisione.

Per il resto, lo ripeto: io non sono esperta di tecniche costruttive, ma oggi a tutti (anche ai cristiani) è chiaro che la scala si regge per normalissime cause fisiche.

Quando lei scrive
"Quindi non c'erano tanti progetti e studi da fare"
mi domando:
se gli abitanti di Santa Fe (e tutti i visitatori o turisti dello stato americano) erano abituati a vedere quelle scalette in qualche altra casa o edificio, perché si meravigliavano tanto che quella scala stesse in piedi?
Gentile Francesca, sono felice che abbia preso seriamente in considerazione le mie opinioni sulla scala di Santa Fè. Lei si fa delle domande molto interessanti, sotto tutti i punti di vista, ma non voglio disquisire su tutto, mi bastano e mi affascinano le considerazioni tecniche. Devo dire che ho commesso un errore, dove dicevo che le linee che uniscono punti corrispondenti dei gradini estremi, passano per lo stesso baricentro. Sarebbe così, solo se i giri fossero es. 2,5 anzichè due, come nel nostro caso, perchè i gradini estremi sarebbero contrapposti. Chiedo venia. Questa scala non va assolutamente contro le leggi dell'ingegneria, anche perchè è reale e non virtuale, e sbagliano clamorosamente coloro che affermano che appoggia completamente, tutto il suo peso, sul primo gradino. Io scommetto che se togliessimo la parte inferiore, ossia un giro, la parte superiore rimarrebbe aggrappata al soppalco e, non può essere che così. Quindi il primo gradino supporta solo metà della scala, metà del suo peso totale. il secondo giro è tenuto in sospensione verticale dal soppalco. E' una bella differenza! La costruzione è sicuramente molto impegnativa, ma il calcolo, le misure e il disegno li considero abbastanza facili. Immaginiamo di appoggiare in orrizzontale, per semplicità ma anche per sicurezza di chi ci lavora, un cilindro, della lunghezza di 32 alzatine o passi, e del diametro esterno della scala. Sul cilindro possiamo disegnare il solenoide di rivoluzione di due giri esatti.(e' anche lo svilutppo del corrimano). Tracciamo ora 31 circonferenze distanti fra loro come il passo( le due estreme ci sono già), l'intersezione di queste con il solenoide, ci da la posizione esatta dell'esterno di ogni gradino. Se all'interno del cilindro ne mettiamo un altro del diametro del nocciolo della scala, la proiezione radiale dei punti esterni, ci dà l'esatta posizione dell'interno del gradino. Aggiunto, sotto al primo gradino, la sua alzatina, abbiamo come lunghezza totale, l'esatto dislivello fra i due pavimenti. Se fosse in acciaio, sarebbe facile realizzarla, perchè si può piegare e calandrare facilmente. tutto diverso il discorso quando si parla di legno. Risulta esserci un tirante,in acciaio, ad una certa altezza, che la tiene ancorata al muro. Questo per limitare le oscillazioni al passaggio della persona, perchè viene spostato il suo baricentro. E' come tenere in guida una molla a compressione, senza guida,essa devia. Nessuno la costruirebbe così, per se, se non in acciaio, perchè comunque oscilla, è alta, impressiona, dà l'idea di una cosa nello spazio e forse, proprio per questo è ammirata ,ricercata ed apprezzata. Sarebbe utile una fotografia, che mostri anche il primo gradino e l'ultimo. Mi sarebbe piaciuto assistere alla costruzione, ma credo che sarei dovuto uscire dalla chiesa, andare in altro luogo. Alla prossima. Mi permetto il saluto con un ciao.
Francesca ha detto…
Grazie della spiegazione, anche se, come già detto, non credo che oggi ci sia qualcuno (cristiano, mussulmano, buddista o ateo) che metta in dubbio le questioni tecniche. Tutti concordano che la scala sta in piedi per motivi tecnici, non soprannaturali.

Il discorso è tutt'altro.
Oltre a quello che ho già evidenziato nel post e nella precedente risposta,faccio notare un ulteriore dettaglio:
siamo negli Stati Uniti, terre in cui i Cattolici sono da sempre una netta minoranza rispetto ai Protestanti.
Orbene, davanti ad un racconto del genere (da parte delle suore) è facile immaginare che un qualsiasi falegname o ingegnere o tecnico delle costruzioni di estrazione Protestante (con l'autorevolezza e la credibilità della maggioranza religiosa) sarebbe ben presto intervenuto a confutare la "leggenda" cattolica. Eppure nelle cronache dell'epoca non risulta.
Questo dato va a rafforzare l'ipotesi che all'epoca chiunque vedesse la scaletta rimaneva molto impressionato davanti al fatto che stava in piedi - e non riusciva a spiegarsi come.

Il fatto che in quella zona, in quel continente, in quell'epoca storica, ci fosse un falegname o un tecnico che, per una qualche coincidenza di fattori, sapeva come costruirla: questo è uno dei fatti che ancora oggi può risultare interessante. Non impossibile. Ma interessante e singolare.
Unknown ha detto…
anche San Tommaso disse se non "vedo" con gli occhi, se non "metto" il dito non credo! Gesù a Tommaso ha dato questa possibilità di vedere e di toccare! Ecco qui si "vede" e si tocca" cosa si vuole di più! Chiunque sia stato, se l'ha fatto da SOLO è da credere che esula dalla "normalità"
Non sto a scervellarmi sui dati tecnici che, ovviamente debbono soddisfare i principi della fisica, per cui credo che San Giuseppe ha voluto ascoltare la preghiera delle suore ed ha permesso che si realizzasse il loro desiderio!
Non è un miracolo? E' una leggenda? Ma se crediamo alla leggenda, perché non credere al miracolo?
Forse sono andato fuori tema! Ma questo è il mio pensiero.