Domanda: quante volte al giorno pregano i cristiani?

La risposta giusta in base alla teologia cattolica è: noi cristiani preghiamo sempre, 24 ore su 24, anche mentre dormiamo.
Nelle altre fedi o filosofie l'uomo si mette in relazione con Dio (o col divino in generale) cioè prega secondo un ideale numero di volte prestabilito dalla sua religione/culto, oppure prega in modo occasionale quando gli sembra opportuno farlo.
Si tratta di un tempo comunque limitato e delimitato, in quanto permane una separazione tra attività umana e attività divina: la preghiera è un "semplice" dialogo tra uomo e Dio.

Anche il cristiano può pregare un numero precisato di volte al giorno secondo canoni prestabiliti (ad esempio secondo la Liturgia delle Ore che è la preghiera ufficiale della Chiesa Cattolica) oppure liberamente in qualsiasi momento e secondo varie modalità, singolarmente o in gruppo.
La preghiera - recitata a voce alta o "a mente" interiormente - fa parte della vita del cristiano.

Ma anche quando non preghiamo esplicitamente con le parole, noi cristiani stiamo costantemente e realmente pregando.
Siamo in relazione costante con Dio.
La nostra vita è preghiera.
Preghiamo per noi stessi, per gli altri, per rendere lode all'Altissimo, per contemplarLo.
24 ore al giorno.
Come accade tutto questo?

Lo scrivo per tutti i cattolici che non lo sanno, e per i non cattolici.

Se volete sapere perché l'esistenza stessa di un cristiano è realmente una preghiera ininterrotta, leggete il link qui di seguito degli Amici Domenicani che parla del sigillo o carattere battesimale.

Il Battesimo, in pratica, sigilla due fatti concreti:
1) l'appartenenza al popolo di Dio
(= chi siamo)
2) l'incarico sacerdotale di ogni singolo cristiano
(= cosa facciamo)

Per chiarire il concetto ecco la breve spiegazione di Padre Angelo Bellon:
https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4126

Se non hai tempo di leggere il link, copio-incollo l'estrema sintesi:
"Oltre che come segno indelebile di appartenenza, il carattere viene dato per un incarico.
Quest’incarico è un incarico sacerdotale.
È in forza di esso che tutti i cristiani sono resi partecipi del sacerdozio di Cristo e sono incaricati di pregare e di offrire il loro sacrifici spirituali (le azioni concrete della loro vita) a Dio per se stessi, per tutta la Chiesa, anzi per tutto il mondo.
Mediante il carattere tutta la vita diventa in qualche modo preghiera perché viene trasformata come in una lode perenne e in un sacrificio spirituale gradito a Dio.
Se i musulmani pregano cinque volte al giorno, i cristiani pregano sempre, anche quando riposano nel sonno. E qualche volta pregano in maniera più intensa, come quando si mettono esplicitamente a pregare".

Ringraziando come sempre gli Amici Domenicani per il loro servizio di divulgazione della dottrina cattolica, completo qui di seguito il discorso con un paio di temi collegati.

Il post di oggi è la continuazione di quello che puoi leggere cliccando qui  nel quale avevo parlato, tra le altre cose, dell'anima cristiana - un'anima che non tutti hanno su questa terra.
È accessibile a tutti, ma, nei fatti, non tutti ce l'hanno. 
Nota Bene: non ho scritto che a qualche essere umano manca l'anima (!). Ho scritto che non tutti oggi su questa terra hanno l'anima cristiana. Ma se vogliono possono averla.
(per capire il perché vai a leggere quel mio post che ti ho appena linkato).

Chiarimenti in forma di brevi domande-risposte:

Domanda: si tratta quindi di un privilegio?
Risposta: sì.

Domanda: di che tipo di privilegio si tratta?
Risposta: è un privilegio che dà accesso ad un potere.

Domanda: a cosa serve questo potere?
Risposta: a mettersi al servizio di Dio e quindi del prossimo. Tale potere non può venir usato in altro modo che per il servizio. È un potere molto forte, efficace, soprannaturale: divino. Quindi l'unica finalità è il Bene per tutta l'umanità.

Domanda: questo potere mette realmente il (buon) cristiano in una posizione di superiorità rispetto agli altri esseri umani della terra?
Risposta: sì. Ma solo ed esclusivamente per fare un servizio. In nessun modo si deve intendere come un senso o un atteggiamento di superiorità (disprezzante) rispetto a tutti gli altri esseri umani. Se intervenisse tale senso o tale disprezzo, quel potere decadrebbe all'istante. Cioè quel (cattivo) cristiano ne verrebbe deprivato.
Il (buon) cristiano può quindi avere una sorta di umile consapevolezza, un sano umile orgoglio. Mai un orgoglio altezzoso - che è anche un vizio capitale (orgoglio/superbia), quindi peccato gravissimo.

È certamente una grande gioia possedere in sè il privilegio e il potere dell'incarico datoci dal Signore. Ma si tratta sempre di una gioia da condividere con tutti e che invita gli altri ad accedere allo stesso privilegio. Per il cristiano tutto ciò diventa un obbligo verso il prossimo. Non una mera opzione di buonismo. Il servizio, la condivisione, la moltiplicazione dei beni ricevuti, sono veri e propri doveri, altrimenti ogni potere viene tolto.

Dal Vangelo secondo Luca, cap. 19

16Si presentò il primo e disse: «Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci». 17Gli disse: «Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città». 18Poi si presentò il secondo e disse: «Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque». 19Anche a questo disse: «Tu pure sarai a capo di cinque città». 20Venne poi anche un altro e disse: «Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato». 22Gli rispose: «Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi». 24Disse poi ai presenti: «Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci». 25Gli risposero: «Signore, ne ha già dieci!». 26«Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».


Dal Vangelo secondo Giovanni, cap. 15

5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 
[...]
7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto.
[...]
9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.


Dal Vangelo secondo Matteo, cap. 23

11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.


Dalla Lettera di San Paolo ai Romani, cap. 12
1Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
[...]
3Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. 6Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; 7chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all'insegnamento; 8chi esorta si dedichi all'esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
[...]
14Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. 16Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi.
17Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. 18Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.



Dal Vangelo secondo Giovanni, cap. 14

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. 13E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Domanda: in base a cosa questo potere esiste?
Risposta: esiste solo ed esclusivamente per il Sacrificio di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Il cristiano è innestato in Lui, e così eredita (col Battesimo) la possibilità di unire i propri sacrifici (e preghiere e azioni e vita intera) all'unico sacrificio valido che è quello di Cristo.
È l'unico sacrificio valido perché è Dio stesso ad offrirlo.
(Va da Dio a Dio. In favore dell'Uomo. Non è un sacrificio umano. Non va da Uomo a Dio: nessun sacrificio umano, di per sè, può essere degno di Dio. Solo l'unione a Cristo lo può rendere degno).

Domanda: perché si parla di "sacrifici"?
Risposta: la vita ti sembra forse una passeggiata al parco giochi?

Domanda: e allora, Dio non poteva fare in modo che la vita fosse una passeggiata al parco giochi?
Risposta: e infatti l'aveva fatta così. Anzi meglio: era proprio un Paradiso. L'Uomo, con la libertà fornitagli, ha deciso di farsi un'altra vita di sana pianta, indipendente da Dio.
(per la precisione si trattò di insana pianta. Non era infatti sana per l'Uomo. Nota: la pianta o albero è una metafora della Bibbia per spiegare la condizione dell'uomo rispetto a Dio).

Domanda: quindi adesso, col Sacrificio di Cristo e con tutti i sacrifici dei cristiani in Lui innestati, riconquisteremo il Paradiso perduto, quello "vecchio"?
Risposta: no. Stiamo lavorando a qualcosa di meglio. Il Regno di Dio è qualcosa di molto meglio. È un Paradiso nuovo. Siamo tutti in cammino verso quello.
Non è soltanto la ricostruzione di un mondo "guastato" dalla condotta umana (espresso nel concetto ebraico di tikkun olàm).
È anche - e soprattutto - la costruzione di quello nuovo, quello portato e inaugurato dal Figlio di Dio, il quale potrebbe e può farlo da solo (Dio, la Santa TriUnità, non ha bisogno di noi) ma ci invita a fare questa opera con Lui. Se vogliamo.
La fede cristiana (cattolica) non corre dietro al mondo. Non guarda indietro nel tentativo di ricostruire mondi o di "riparare" (con azioni umane) i danni del passato. Nessuna azione umana è in grado di riparare veramente alcun danno provocato dagli uomini nel passato. Al massimo possiamo imparare dagli errori per non ripeterli.

La fede cristiana guarda al qui e ora, e guarda al futuro, ricevendo e integrando tutte le ricchezze, le cose buone tramandate dal passato.
Tuttavia il cristiano è orientato sempre in avanti, al futuro e al miglioramento.
[Tra parentesi, questo atteggiamento ha consentito anche i progressi materiali, scientifici, economici e sociali dei paesi cristiani. Sempre nuovamente e di certo ancora perfettibili, specialmente se è accaduto che quei paesi lungo la storia hanno abbandonato i veri princìpi cristiani o se sono stati invasi da modelli non cristiani]

Domanda: cioè, in pratica, noi, come razza umana, ci comportiamo abbastanza male... e Dio ci "premia" con qualcosa di meglio...? addirittura migliore del paradiso iniziale?
Risposta: sì. Se lo vogliamo, sì. Questo è l'Amore di Dio per l'Uomo.

Noi cristiani preghiamo perché quanta più gente possibile vi acceda.
Preghiamo anche quando dormiamo.

Giovanni 3,16
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.


Domanda: e gli altri (i non-cristiani) non collaborano a questo progetto? Non possono collaborare? E se possono collaborare, lo fanno in maniera "piena" tanto quanto un cristiano?
Risposta: oltre ad invitarti a porre la stessa domanda anche alle fedi non-cristiane, la risposta è: sì, certo.
Se Dio lo vuole e lo concede, per Sua Grazia, e se sono "puri di cuore" (= osservano la legge di Dio inscritta nei loro cuori), tutti possono collaborare pienamente anche se non conoscono il cristianesimo e anche se non sono sacramentalmente battezzati. Il battesimo (per Grazia) lo effettuerà Dio (invisibilmente), secondo quanto Lui decide. Perciò noi non possiamo conoscere il numero e il volto di queste persone.

Domanda: quindi, se tutti possono collaborare, a cosa serve essere cristiani?
Risposta: ad esserne certi. Punto.

Se sei cristiano hai la "garanzia" di poter collaborare. Dio stesso ti dà questa certezza (attraverso il Figlio che ha voluto incontrarci, faccia a faccia).
Per esprimerlo in linguaggio attuale, si può dire che Egli dona "strumenti sicuri ad affidabili" attraverso la Chiesa - voluta da Lui stesso su questa terra.
Se ne fai parte, Egli ti rende inoltre un Suo visibile testimone presso altre persone che vogliono conoscere i progetti di Dio. Pensaci un attimo: ciò che io (Francesca) oggi ho scritto qui proviene da 2000 anni di testimonianza ininterrotta da parte di altri cristiani.
Quindi "l'utilità" di essere cristiani è per sè e per gli altri.

In sintesi. Anche mentre dormi: tu stai pregando e fai parte attivamente dell'opera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Inoltre, la tua stessa esistenza di cristiano può portare a tutti coloro che non lo conoscono questo messaggio certissimo dell'Amore di Dio.

Se poi, oltre a dormire, fai delle altre buone cose: wow 😊 😄

Obiezione: a me questa cosa sembra troppo facile... Siamo sicuri che non c'è niente altro da specificare?
Risposta: sì, c'è. Nel senso che il cristiano in sè è fatto così, nel suo essere, a partire dal momento del Battesimo. Quindi un neonato, di per sè, sta pregando anche mentre dorme. Quando si giunge all'età della ragione (prima o dopo, secondo il caso personale) per diventare cristiani pienamente operativi bisogna restare in Grazia (cioè osservare i Comandamenti).
Con la Grazia (dono gratis di Dio) ai cristiani vengono "infuse" delle virtù - le quali vanno comunque coltivate attivamente.

[Dal Catechismo della Chiesa Cattolica, par. 1803
La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. Essa consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé]

Le virtù teologali sono: Fede, Speranza, Carità.
La maggiore di tutte è la Carità (tradotta in italiano corrente: Amore).
In altre parole: il carattere o sigillo battesimale rimane sempre nel battezzato. Ma per farlo scorrere vitalmente è necessaria la Grazia santificante +  Virtù teologali.
In termini più semplici: con l'aiuto di Dio (Grazia) osservare i Comandamenti e vivere con Fede-Speranza-Carità.
Inoltre, per procedere nel cammino di Fede-Speranza-Carità i cristiani originari (cattolici) dispongono, oltre al battesimo, degli altri Sacramenti: sono doni concreti, disponibili su questa terra, su cui contare. I Sacramenti fanno parte della certezza (tangibile) di cui parlavo poc'anzi. Il Sacramento più importante (da cui "sgorgano" tutti gli altri, compreso il battesimo) è Gesù-Eucaristia.

In questo modo: sia dormendo che da svegli, i cristiani contribuiscono al meglio all'opera di Dio nel mondo, attuale e futuro, naturale e soprannaturale. Si tratta di una partecipazione effettiva all'attività divina. Questa è l'ampiezza della preghiera cristiana.

"Il carattere rimane nel battezzato anche qualora si perdesse la grazia santificante.
Questo permette di precisare che il carattere configura a Cristo a livello di essere e non ancora a livello vitale.
Per essere vitalmente uniti a Cristo e compiere opere meritorie sotto il profilo soprannaturale è necessario che la vita di Cristo irrori la nostra vita mediante la grazia santificante e mediante il dinamismo delle virtù teologali (fede, speranza e carità).
Possiamo dire allora che il carattere conformi a Cristo “ontologicanente” e non ancora vitalmente, operativamente.
Tuttavia il carattere anche se rimane in qualche modo inattivo per la mancanza della grazia, non è inutile perché conserva una relazione con essa, ne è come un permanente richiamo."
(Padre Angelo Bellon OP, dal link già indicato sopra).

Invitando tutti i cristiani ad "attivarsi" durante il periodo quaresimale, lascio un altro link sul tema. Per chi volesse andare sul "difficile" e iniziare a spaccare capelli in quattro:

https://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4892





"Considera quanta felicità ti è largita, quanta gloria ti è concessa nell’orazione: parlare familiarmente con Dio, conversare da amico con Cristo, scegliere quello che vuoi, domandare ciò che desideri"
San Giovanni Crisostomo

[Giovanni Crisostomo, o Giovanni d'Antiochia. Nato ad Antiochia, 344/354 – morto a Comana Pontica, 407. È stato un arcivescovo e teologo bizantino. Fu il secondo Patriarca di Costantinopoli. È commemorato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa e venerato dalla Chiesa copta; è uno dei 36 Dottori della Chiesa. "Crisostomo" significa "bocca d'oro" per la sua capacità di espressione]

Commenti

Munir ha detto…
La domanda era semplice. La risposta è retorica.
In nessuna religioni si prega ad oltranza.
E' implicito che un fedele è PERMANENTEMENTE connesso. che il suo pensiero, la parola e l'azione si dovrebbero svolgere in funzione di Dio.

LA domanda è come dire quante messe ci sono al giorno?
Francesca ha detto…
Capisco benissimo che possa sembrare retorica.
Però non lo è.

Provo a spiegare meglio:

Noi cattolici parliamo proprio di una radicale connessione.
È una connessione in radice tra Dio e Uomo.

Le nostre azioni umane (in quanto cristiani cattolici, a partire dal momento del Battesimo) sono veramente trasformate in azione di Dio nel mondo.
Non in senso retorico.
Secondo il cattolicesimo è in senso reale.

Lo stesso dicono le chiese ortodosse orientali (le quali, come la Chiesa cattolica, sono fondate direttamente sugli Apostoli - perciò abbiamo la stessa teologia).

Invece, è proprio come dici tu per la teologia cristiana PROTESTANTE (da Lutero in poi, circa 1500 d.C.) .

Per i cristiani protestanti, per i musulmani, per gli induisti e per tanti altri, è vero che c'è "soltanto" la permanente connessione del fedele col divino.

La differenza.
Una cosa è "essere connessi col divino", fare tutto "in funzione di Dio", essere sempre rivolti all'Onnipotente: una specie di connessione di pensiero, di testa o di cuore.

MA ALTRA COSA è incarnare le azioni divine nel mondo: ESSERE INCORPORATI DIRETTAMENTE nelle azioni divine, anche materiali.
Esattamente questo intendiamo noi cattolici.
Lo diciamo nel senso che Dio ci concede di fare questo.
Anzi, per immensa misericordia ha VOLUTO fare questo in virtù di Gesù Cristo. Egli ci invita a fare questo.
(non siamo noi che pretendiamo di fare Dio al posto Suo).

Quindi la preghiera cattolica diventa ANCHE fisica / materia / carne.
E finché sei su questa terra sei corporeo 24 ore su 24. Innestato permanentemente (col Battesimo) nel Figlio di Dio fatto Uomo (= Gesù).

In pratica, rispetto a qualsiasi altra fede o religione o filosofia: il cristianesimo originario (cioè cattolico) aggiunge qualcosa IN PIÙ al concetto di preghiera / connessione.

Poi, nel quotidiano, è vero che ci comportiamo come tutti gli altri, ed è vero che abbiamo orari tradizionali di preghiera specifica (detta a voce con parole precise liturgiche).
Francesca ha detto…
Attenzione.
Quando ti ho scritto
"Le nostre azioni umane (in quanto cristiani cattolici, a partire dal momento del Battesimo) sono trasformate in azione di Dio nel mondo",
questo discorso andrebbe compreso leggendo l'altro mio post
"chi fa parte della chiesa cattolica?" - link
http://credolachiesauna.blogspot.com/2017/08/chi-fa-parte-della-chiesa-cattolica.html
nel quale scopri che non solo i cattolici fanno parte della chiesa cattolica.
Anche qui magari ti potrà sembrare retorica... Ma non lo è.
Per noi è verità, realtà.

In pratica, per pura Grazia di Dio, sempre in virtù di Gesù Cristo, anche fedeli di altre religioni - se puri di cuore e di comportamento - sono ammessi a partecipare all'opera di Dio con ogni loro azione, 24 ore su 24. È come se avessero un "battesimo invisibile". Nei fatti, sono cattolici.
Anche se non lo sanno. Soltanto Dio lo sa perché Lui ha deciso così.

Questa è la teologia cattolica che puoi controllare anche sul Catechismo e nei nostri documenti ufficiali.
Francesca ha detto…
Forse non ho capito bene... anche perché non so da quale religione tu parti.

Volevi sapere DAVVERO quante messe al giorno ci sono per i cattolici ?


Risposta:
Solitamente in una parrocchia normale (se il parroco non deve seguire diverse chiese) c'è una Messa al giorno. 

Per i fedeli cattolici è obbligatoria la Messa della Domenica e tutte le Feste di precetto stabilite dalla Chiesa. 
Gli altri giorni della settimana sono facoltativi, ma consigliati se vuoi migliorare. 

Inoltre, se un fedele vuole essere un "cattolico vero" deve pregare (a casa o in chiesa) ogni giorno: 
abbiamo una preghiera ufficiale che si chiama Liturgia delle Ore e prevede 7 orari di preghiera. Dovresti farne almeno 2 al giorno, mattina e sera. 
Se sei bravissimo (e se il tuo lavoro lo permette) ti fermi a pregare 7 volte, o 5, o 3. 

Se un fedele cattolico non conosce bene la Liturgia delle Ore potrà recitare altre preghiere. Ne abbiamo tante. Si può scegliere.
Le preghiere principali sono rivolte al Padre Nostro, alla Santa Trinità, a Gesù Cristo, allo Spirito Santo. (che è sempre Dio)

Molto consigliato dalla Chiesa è il Rosario (quella specie di collana con circa 55 - 60 perle/preghiere in cui chiediamo alla Vergine Maria di pregare per noi, perché lei si trova "vicina" a Dio) o altre corone simili di formule cattoliche che comprendono almeno 50 preghiere. Si dicono tutti i giorni, anche più volte al giorno, oppure qualche giorno alla settimana.

Un altro modo di pregare cattolico è leggere la Bibbia e meditare su alcuni passi. 
Può essere una o più volte al giorno. Può essere da soli o in gruppo.

Queste sono le preghiere principali. 
La più importante in assoluto è la Messa - che è MOLTO PIÙ di una preghiera
Quello è il modo in cui noi cattolici entriamo in una forte comunione con Dio, attraverso Gesù Cristo. 
In pratica: il Battesimo è l'inizio, ma poi il cristiano rimane un buon cristiano se va alla Messa, se fa buone azioni e se prega esplicitamente. Queste cose le deve fare in modo sincero, non per apparenza. Solo così sarà un vero cattolico che piace a Dio.

Lo so che può sembrare complicato. .. Ho risposto alla tua domanda? 
Unknown ha detto…
Bellissima e semplice descrizione della nostra religione e/o vita religiosa, direi accessibile a qualsiasi formazione di pensiero. Brava!!!...brava ovviamente per dirti grazie!!!
Francesca ha detto…
Grazie a te per l'apprezzamento :)
Manuel ha detto…
Sono rimasto un po’ perplesso sul racconto dal Vangelo di Luca CAP 19, “a chi ha sarà dato, e a chi non ha sarà tolto quello che ha”. Posso dire che non ho capito? Mi sembra un ragionamento al quanto ingiunto, ma so che lo avrò certamente inteso male io. Gradirei dei chiarimenti sul significato di questa frase. Grazie 😁
Francesca ha detto…
Buongiorno.
Bella domanda. Grazie.

Esplicito un po' meglio il collegamento col post chilometrico. Ma il discorso vale anche per il passo evangelico considerato a sé stante.

In questo caso non serve neanche scomodare la Tradizione alla ricerca di interpretazioni.
In generale è sufficiente guardare nella Scrittura ai contesti in cui Gesù ripete quella stessa frase. Almeno in 3 casi espliciti nel Vangelo: Luca 8,18 - Luca 19,26 - Matteo 25,29.
Nello stesso Luca, al capitolo 8, abbiamo anche un indizio in più: "a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere".

In breve: il contesto più evidente è quello dei talenti (e simbologia similare) e perciò si riferisce alla FEDE, alla vita di fede, al far fruttare la fede ricevuta da Dio, quella vera, sincera, autentica.
C'è chi la fa fruttare e chi no.
Infatti, qualcuno porta avanti solo le apparenze esteriori, credendo di avere qualcosa di buono. E invece non ce l'ha: è questo che sta dicendo Gesù.
In pratica, il Signore mette in evidenza (anche) il punto di vista della persona "che crede di avere" o "pretende di avere". Quella persona si accorgerà che in realtà non ha niente. Quindi è come se le fosse tolto quel "qualcosa" (perché credeva di avere qualcosa!).

Ora, è importante notare che tale giudizio spetta solo a Dio.
In parole povere: eccetto Gesù Cristo (che nella fede cristiana è Dio-Figlio di Dio, Persona divina) gli esseri umani non possono permettersi di giudicare con certezza chi ha la fede vera e chi ha la fede ipocrita con valore Zero.
(Ci sono tanti casi "dubbi"...difficili da valutare umanamente).

Il dato importante indicato da Gesù con quella frase è:
ognuno "analizzi" la propria vita di credente, "verifichi" sé stesso e si assicuri di avere almeno un minimo di fede autentica - da sviluppare, da coltivare in sé, da far crescere... E poi anche da mettere al servizio del prossimo, una fede da diffondere intorno a sé (attraverso il proprio esempio, in modo genuino, portando anche verso l'esterno, senza artificiosità, ciò che si vive in sostanza. E con umiltà).
È quella la fede che conta.
Perché: "a chi ha sarà dato"
(sottinteso: sarà dato anche ciò che gli manca, anche di più di ciò che si aspetta. È la "misura grande e traboccante" di Luca 6,38. È la Misericordia.
Perché Dio guarda al cuore e non all'apparenza. Vedi anche 1Samuele 16,7 dove Dio parla a Samuele di ciò che Egli guarda e ciò che invece Egli scarta: "Io l'ho scartato [Eliab], perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore").

Nota Bene: la mia risposta è MOLTO GENERALE.
Cercando qualche teologo online e/o qualche esperto della tua diocesi potrai avere approfondimenti migliori - e diversi altri significati da meditare.