Assisi... un prete, un vescovo, un ciclista e un "nazista"
Dopo la festa di San Francesco, ieri 4 ottobre, oggi restiamo ancora un pò ad Assisi per scoprire una storia.
Fonte:
Joseph Raischl - André Cirino, Three Heroes of Assisi in World War II: Bishop Giuseppe Nicolini, Colonel Valentin Müller, Don Aldo Brunacci (Minerva Editrice, Assisi)
Don Aldo Brunacci è iscritto allo Yad Vashem (Israele) tra i Giusti delle Nazioni per la sua opera a favore degli ebrei durante la Shoah.
Nota: chi è iscritto allo Yad Vashem non lo è per "sentito dire" ma solamente dopo accurate ed incontrovertibili prove storiche delle azioni compiute.
Ad Assisi, con padre Rufino Niccacci, don Aldo collabora con il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, il quale si trova a fronteggiare l'emergenza al momento dell'occupazione tedesca. Ad Assisi si affollano i profughi, tra i quali oltre 300 ebrei.
Travestiti da frati e da suore, nascosti nei sotterranei, mimetizzati tra gli sfollati, provvisti di documenti falsi, gli ebrei sono protetti da una vasta rete cattolica di solidarietà che si estende anche ad altre zone dell'Umbria ed ha contatti, anche attraverso il celebre ciclista Gino Bartali, con le centrali di resistenza e finanziamento della DELASEM in Liguria e Toscana.
Tra i rifugiati ci sono donne, bambini, vecchi, ammalati, che necessitano di cura e assistenza quotidiana.
Don Brunacci organizza anche una scuola dove i bambini ebrei possano ricevere istruzione religiosa ebraica. Grazie anche alla complicità dell'ufficiale tedesco Valentin Müller, che dichiarerà Assisi una zona franca ospedaliera, nessun ebreo sarà deportato da Assisi.
[Nota storica per capire meglio:
convinto e devoto cattolico, il colonnello Müller fu un medico che dopo l'ascesa di Hitler aveva continuato a visitare i pazienti ebrei a casa. Quando si trovò nella città di San Francesco deplorò e contestò la distruzione nazista dei luoghi sacri. Per il suo operato Müller godette di molta stima sia da parte dei tedeschi che degli italiani. Ad Assisi si diceva: "Abbiamo tre protettori: Dio, San Francesco e il colonnello Müller".
I partigiani dettero l'ordine che “nessuno doveva torcere un capello” al colonnello.
Nel 1950 venne invitato ad Assisi insieme alla sua famiglia e tutta la città lo accolse come un eroe.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Valentin_M%C3%BCller ]
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Per chi volesse saperne di più sulla DELASEM e sulle relazioni con la Chiesa Cattolica, alcune informazioni di base le potete trovare su wiki:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/DELASEM
Fonte:
Joseph Raischl - André Cirino, Three Heroes of Assisi in World War II: Bishop Giuseppe Nicolini, Colonel Valentin Müller, Don Aldo Brunacci (Minerva Editrice, Assisi)
Don Aldo Brunacci è iscritto allo Yad Vashem (Israele) tra i Giusti delle Nazioni per la sua opera a favore degli ebrei durante la Shoah.
Nota: chi è iscritto allo Yad Vashem non lo è per "sentito dire" ma solamente dopo accurate ed incontrovertibili prove storiche delle azioni compiute.
Ad Assisi, con padre Rufino Niccacci, don Aldo collabora con il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, il quale si trova a fronteggiare l'emergenza al momento dell'occupazione tedesca. Ad Assisi si affollano i profughi, tra i quali oltre 300 ebrei.
Travestiti da frati e da suore, nascosti nei sotterranei, mimetizzati tra gli sfollati, provvisti di documenti falsi, gli ebrei sono protetti da una vasta rete cattolica di solidarietà che si estende anche ad altre zone dell'Umbria ed ha contatti, anche attraverso il celebre ciclista Gino Bartali, con le centrali di resistenza e finanziamento della DELASEM in Liguria e Toscana.
Tra i rifugiati ci sono donne, bambini, vecchi, ammalati, che necessitano di cura e assistenza quotidiana.
Don Brunacci organizza anche una scuola dove i bambini ebrei possano ricevere istruzione religiosa ebraica. Grazie anche alla complicità dell'ufficiale tedesco Valentin Müller, che dichiarerà Assisi una zona franca ospedaliera, nessun ebreo sarà deportato da Assisi.
[Nota storica per capire meglio:
convinto e devoto cattolico, il colonnello Müller fu un medico che dopo l'ascesa di Hitler aveva continuato a visitare i pazienti ebrei a casa. Quando si trovò nella città di San Francesco deplorò e contestò la distruzione nazista dei luoghi sacri. Per il suo operato Müller godette di molta stima sia da parte dei tedeschi che degli italiani. Ad Assisi si diceva: "Abbiamo tre protettori: Dio, San Francesco e il colonnello Müller".
I partigiani dettero l'ordine che “nessuno doveva torcere un capello” al colonnello.
Nel 1950 venne invitato ad Assisi insieme alla sua famiglia e tutta la città lo accolse come un eroe.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Valentin_M%C3%BCller ]
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Per chi volesse saperne di più sulla DELASEM e sulle relazioni con la Chiesa Cattolica, alcune informazioni di base le potete trovare su wiki:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/DELASEM
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