Perché mi piace Agostino
Mi piacciono anche molti altri Padri della Chiesa meno conosciuti di lui, ma in questo post scrivo perché "vado matta" per Agostino.
[casomai mi leggesse qualche specialista in materie filosofiche, metto una nota en passant: io non amo per niente le contrapposizioni tra agostinismo e tomismo. Al contrario, apprezzo moltissimo pensatori di entrambe le "correnti", e soprattutto chi coglie la sintesi tra le due, e le differenti prospettive che ci offrono].
Leggendo Agostino si trovano certe gemme, certe risposte anche a domande di oggi, che qualcuno magari non s'immagina esistessero già nel quarto/quinto secolo nella Chiesa... e/o nella spiritualità e "psicologia" dell'epoca. Va bene che le attuali traduzioni in lingua corrente aiutano la comprensione immediata dei testi, ma se non fosse che abbiamo le prove provate del materiale autentico di Agostino... beh, la mia ignoranza non daterebbe quegli scritti a milleseicento anni fa!
Sembra che le sue parole siano state scritte solo l'altro ieri e spedite via mail oggi.
Oltre a ciò mi piace Agostino:
- perché entra in dettagli di vita quotidiana e ci comunica benissimo, a molti secoli di distanza, che il suo studio, il suo scrivere è impastato di vita pratica, di cristiani che vanno su è giù, di problemi concreti da risolvere, di gente che scalpita, che discute, che mangia, che chiede consiglio...
(anzi sappiamo che fu proprio un suo sforzo quello di tralasciare un pò la sua preferenza per la vita di studio/contemplativa e dedicarsi anche alla pastorale, per amore della Chiesa di Cristo. Ci riuscì molto bene. Diventò un perfetto contemplattivo.
se vuoi leggi qui come si ritrovò prete da un giorno all'altro ).
- perché se c'è da far polemica la fa, anche durissima, tremenda, ma si può percepire chiaramente che non odia nessuno. Riesce ad applicare alla perfezione la regola d'oro cristiana di odiare il peccato ma non il peccatore.
- perché è un altro di quelli che "spaccano il capello in quattro" in modo eccelso. Affascina. Non annoia.
Agostino è un pilastro della Chiesa.
Del cristianesimo. E dell'Europa.
Dalla lettera 93 (brevissimo estratto)
Scritta tra il 407 e il 408
AGOSTINO AL CARISSIMO FRATELLO VINCENZO
"Ho ricevuto una lettera che m'è parso fosse indubbiamente tua. Me l'ha infatti recapitata uno che, a quanto mi risulta, è cristiano cattolico, incapace, a mio parere, d'ingannarmi. Ma anche se la lettera non è tua, ho creduto mio dovere di rispondere a chi l'ha scritta. Sappi che adesso vado in cerca di pace con maggior desiderio di quando mi hai conosciuto giovanetto a Cartagine, quand'era ancora vivo Rogato, al quale sei succeduto nella cattedra. I Donatisti, al contrario, sono molto irrequieti, ma ciò nonostante non mi pare inutile che siano frenati ed emendati per mezzo delle autorità stabilite da Dio. Già godiamo del ravvedimento di molti di essi; costoro professano e difendono l'unità cattolica con tanta sincerità e sono tanto contenti d'essersi liberati dell'antico loro errore, che non solo ce ne rallegriamo assai ma ce ne meravigliamo".
Dal sito www.augustinus.it
Nota per i lettori che non conoscessero gli argomenti citati nella lettera: Agostino sta parlando degli eretici donatisti (dal nome del vescovo Donato). Vediamo che già allora a volte poteva rendersi necessario specificare "cristiano cattolico", non certo perché ci fossero i Protestanti o gli Ortodossi odierni!, ma per l'invasione di gruppi eretici che ne combinavano di tutti i colori (mica solo intellettualmente. L'errore frequente di oggi infatti è quello di immaginarsi gli antichi eretici come dei "liberi pensatori" pacifici che nulla facevano se non un pensierino di critica alla Chiesa. Ecco, no: anticamente non funzionava così. Nel prossimo post clicca qui per vederlo ne fornisco un piccolo esempio. Uno dei tanti).
[casomai mi leggesse qualche specialista in materie filosofiche, metto una nota en passant: io non amo per niente le contrapposizioni tra agostinismo e tomismo. Al contrario, apprezzo moltissimo pensatori di entrambe le "correnti", e soprattutto chi coglie la sintesi tra le due, e le differenti prospettive che ci offrono].
Leggendo Agostino si trovano certe gemme, certe risposte anche a domande di oggi, che qualcuno magari non s'immagina esistessero già nel quarto/quinto secolo nella Chiesa... e/o nella spiritualità e "psicologia" dell'epoca. Va bene che le attuali traduzioni in lingua corrente aiutano la comprensione immediata dei testi, ma se non fosse che abbiamo le prove provate del materiale autentico di Agostino... beh, la mia ignoranza non daterebbe quegli scritti a milleseicento anni fa!
Sembra che le sue parole siano state scritte solo l'altro ieri e spedite via mail oggi.
Oltre a ciò mi piace Agostino:
- perché entra in dettagli di vita quotidiana e ci comunica benissimo, a molti secoli di distanza, che il suo studio, il suo scrivere è impastato di vita pratica, di cristiani che vanno su è giù, di problemi concreti da risolvere, di gente che scalpita, che discute, che mangia, che chiede consiglio...
(anzi sappiamo che fu proprio un suo sforzo quello di tralasciare un pò la sua preferenza per la vita di studio/contemplativa e dedicarsi anche alla pastorale, per amore della Chiesa di Cristo. Ci riuscì molto bene. Diventò un perfetto contemplattivo.
se vuoi leggi qui come si ritrovò prete da un giorno all'altro ).
- perché se c'è da far polemica la fa, anche durissima, tremenda, ma si può percepire chiaramente che non odia nessuno. Riesce ad applicare alla perfezione la regola d'oro cristiana di odiare il peccato ma non il peccatore.
- perché è un altro di quelli che "spaccano il capello in quattro" in modo eccelso. Affascina. Non annoia.
Agostino è un pilastro della Chiesa.
Del cristianesimo. E dell'Europa.
Dalla lettera 93 (brevissimo estratto)
Scritta tra il 407 e il 408
AGOSTINO AL CARISSIMO FRATELLO VINCENZO
"Ho ricevuto una lettera che m'è parso fosse indubbiamente tua. Me l'ha infatti recapitata uno che, a quanto mi risulta, è cristiano cattolico, incapace, a mio parere, d'ingannarmi. Ma anche se la lettera non è tua, ho creduto mio dovere di rispondere a chi l'ha scritta. Sappi che adesso vado in cerca di pace con maggior desiderio di quando mi hai conosciuto giovanetto a Cartagine, quand'era ancora vivo Rogato, al quale sei succeduto nella cattedra. I Donatisti, al contrario, sono molto irrequieti, ma ciò nonostante non mi pare inutile che siano frenati ed emendati per mezzo delle autorità stabilite da Dio. Già godiamo del ravvedimento di molti di essi; costoro professano e difendono l'unità cattolica con tanta sincerità e sono tanto contenti d'essersi liberati dell'antico loro errore, che non solo ce ne rallegriamo assai ma ce ne meravigliamo".
Dal sito www.augustinus.it
Nota per i lettori che non conoscessero gli argomenti citati nella lettera: Agostino sta parlando degli eretici donatisti (dal nome del vescovo Donato). Vediamo che già allora a volte poteva rendersi necessario specificare "cristiano cattolico", non certo perché ci fossero i Protestanti o gli Ortodossi odierni!, ma per l'invasione di gruppi eretici che ne combinavano di tutti i colori (mica solo intellettualmente. L'errore frequente di oggi infatti è quello di immaginarsi gli antichi eretici come dei "liberi pensatori" pacifici che nulla facevano se non un pensierino di critica alla Chiesa. Ecco, no: anticamente non funzionava così. Nel prossimo post clicca qui per vederlo ne fornisco un piccolo esempio. Uno dei tanti).
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