A che serve sapere?

"Vi sono infatti alcuni che amano di sapere solo per sapere; ed è turpe curiosità.

Altri che desiderano di conoscere perché essi stessi siano conosciuti; ed è turpe vanità. 

Ci sono alcuni che desiderano di sapere per vendere la loro scienza, ad esempio, per denaro, per gli onori; ed è turpe mercimonio. 

Ma ci sono anche di quelli che vogliono sapere per edificare; ed è carità. 

Ci sono poi coloro che desiderano sapere per esser edificati; ed è prudenza".
Bernardo di Chiaravalle
(Francia 1090 - 1153).

Nome originale francese: Bernard de Clairvaux. Fu poi definito il Dottore Mellifluo. Non nel senso di sdolcinatezza caratteriale ma perché eccelleva "nel far distillare dai testi biblici il senso che vi si trova nascosto" (come spiega l'enciclica Doctor Mellifluus, di Pio XII, emessa nell'ottavo centenario della morte di San Bernardo).

Ci ha lasciato tesori di fede, cultura, spiritualità e opere concrete che hanno costruito l'Europa.

I suoi insegnamenti sono oggi relativamente poco conosciuti, ma costituiscono dei grandi tesori (per chi li trova) che non smettono di affascinare mentre comunicano efficacemente delle verità essenziali, solide, vitali.

"Ultimo dei padri ma non certo inferiore ai primi" - come ci ricorda Mabillon, citato da Pio XII nella enciclica dedicata a Bernardo.

[nota storica. Il periodo patristico, cioè dei cosiddetti Padri della Chiesa, termina tradizionalmente in Occidente con Sant'Isidoro (morto nel 636) e in Oriente con San Giovanni Damasceno (morto nel 749) o al massimo con il Secondo Concilio di Nicea (787). Alcuni autori successivi, tuttavia, vengono talvolta indicati come "padri" per sottolineare l'importanza dei loro scritti. Tra questi, in particolare Bernardo].

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Dal sito www.santiebeati.it

A ventidue anni si fa monaco, tirando con sé una trentina di parenti. Il monastero è quello fondato da Roberto di Molesmes a Cîteaux (Cistercium in latino, da cui cistercensi). A 25 anni lo mandano a fondarne un altro a Clairvaux, campagna disabitata, che diventa la Clara Vallis sua e dei monaci. È riservato, quasi timido. Ma c’è il carattere. Papa e Chiesa sono le sue stelle fisse, ma tanti ecclesiastici gli vanno di traverso. È severo anche coi monaci di Cluny, secondo lui troppo levigati, con chiese troppo adorne, "mentre il povero ha fame".

Ai suoi cistercensi chiede meno funzioni, meno letture e tanto lavoro. Scaglia sull’Europa incolta i suoi miti dissodatori, apostoli con la zappa, che mettono in ordine la terra e l’acqua, e con esse gli animali, cambiando con fatica e preghiera la storia europea. 

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Per chi desiderasse farsi un giro nell'Abbazia di Chiaravalle, un video strepitoso qui di seguito. Una ricostruzione in 3D eccezionale. Vale davvero la pena di soffermarsi qualche minuto.

Immaginate un grande silenzio, come da regola monastica, per favorire la meditazione. Anche durante i pasti. Fanno eccezione solo alcuni momenti ben definiti in cui si devono prendere gli accordi "organizzativi", per così dire. L'abbazia è suddivisa in due ali: quella dei monaci dediti al lavoro intellettuale e di scrittura/ricopiatura, e quella dei monaci dediti al lavoro manuale. Il centro monastico, come avviene in tutta l'Europa di quell'epoca, è il cuore pulsante di un'azione (pratica e culturale) che si svolge in tutti i territori circostanti e in quelli più lontani - ad esempio nelle Crociate o in altre spedizioni/missioni.

CLICCA QUI PER ENTRARE NELL'ABBAZIA DI CHIARAVALLE

Per chi desiderasse approfondire ancora un po' la vita di San Bernardo suggerisco una breve lezione di Padre Benedetto (udienze del mercoledì) del 2009, quand'era Papa. Cliccate il seguente link sul sito del Vaticano
https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20091021.html

A me personalmente, tra le tante cose, Bernardo piace quando, all'apparire di alcune frange estremiste / deviate in senso antisemita di alcuni gruppi di Crociati, alza la voce e predica "Non toccate gli ebrei! Sono carne e ossa del Messia" . "Chi li molesta rischia di ferirLo nella pupilla dell'occhio!". E altri discorsi similari. Per queste sue predicazioni fu molto apprezzato dal rabbino Ephraim di Bonn.

[nota storica. Generalmente i Padri della Chiesa e i grandi pensatori cristiani antichi non è che difendessero gli ebrei per difendere il diritto "intellettuale" di non credere in Cristo. Le due religioni non vengono mai poste sullo stesso piano (neanche oggi noi le mettiamo sullo stesso piano. Nessuno, in realtà, mette il proprio Credo sullo stesso piano degli altri perché è ovvio che chiunque crede in qualcosa ritiene la propria fede più completa e più veritiera di altre "sulla piazza").
Quindi: niente di tutto questo, non c'è relativismo religioso nell'antichità,
e neanche Bernardo lo predica.
In generale i Padri difendevano il popolo ebraico in base alla Lettera ai Romani di San Paolo nella quale si afferma che gli ebrei (quelli ancora non credenti) saranno gli ultimi a convertirsi, verso la fine dei tempi, dopo che a tutti i pagani sarà stato annunciato il Vangelo. Quindi, in qualche modo, l'incredulità degli ebrei era giustificata dalla Sacra Scrittura, e il fatto che esistessero (e che non credessero) era una conferma ulteriore della Parola di Dio.
Secondo gli storici più autorevoli tale atteggiamento della Chiesa, seppur non contemplasse ancora il caldo affetto fraterno che noi cattolici abbiamo oggi per gli ebrei, è stato comunque il cardine principale che ha contrastato efficacemente le devianze antisemite, anche cristiane, presenti in alcuni luoghi geografici e in alcuni periodi storici.
In pratica: le accuse ideologiche, oggi molto di moda, che descrivono una Chiesa bimillenaria antisemita, antigiudaica "in nuce" e "di per sè", contrastano con montagne di documenti storici in senso esattamente opposto, e molto spesso testimoniato dalle stesse fonti ebraiche, oltre che - ad esempio - dalle numerose collaborazioni medievali amichevoli tra monaci e rabbini].


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