Oggi 22 novembre 2020 festeggiamo Cristo Re 👑 Che cosa significa? Come e perché è stata inserita questa Solennità nel calendario cattolico

 


La Solennità di Cristo Re è entrata abbastanza di recente nel calendario liturgico cattolico romano: anno 1925 con l'enciclica Quas Primas di Pio XI.

Inizialmente la solennità fu fissata l'ultima domenica di ottobre, cioè la domenica appena precedente la festa di Ognissanti.
Successivamente la Chiesa (circa dagli anni Settanta) giudicò più adeguata l'ultima domenica dell'Anno Liturgico - quella precedente la prima domenica di Avvento.
[Segnalo comunque il diverso calendario per il rito ambrosiano e per alcune chiese protestanti che hanno accolto la festa cattolica. Non c'è una data comune e non ci può neanche essere un teorico torto/ragione perché appunto non si tratta di un'antica festa liturgica.
Chi desidera informazioni generali sui diversi calendari veda qui e qui ].

Se il posizionamento nel percorso liturgico non ha particolari radici storiche, il concetto della regalità di Cristo invece è sicuramente un fatto originario per il cristianesimo:
si trova ampiamente attestato nei Vangeli e nel NT (anche nelle parole di Gesù stesso) e si trova liturgicamente già nell'Epifania - giorno in cui si celebra il riconoscimento di Cristo da parte dei Magi, rappresentanti di tutte le Genti che accolgono il Regno di Dio.

Ci furono vari motivi alla base dell'istituzione della nuova festa, alcuni più generali, altri più specifici (vedi qui di seguito il link alla Quas Primas).

Tra le vicende storiche più immediate e contingenti c'è stata sicuramente la richiesta esplicita alla Chiesa Cattolica (per diversi decenni) da parte di molti vescovi, cardinali, sacerdoti, da parte di religiosi e di laici, da congregazioni e da singoli fedeli che inviavano petizioni alla Santa Sede. Non perché le petizioni possano (di per sè) determinare un festeggiamento o un cambiamento liturgico nella Chiesa, ma se davanti a certe condizioni storico-sociali il Magistero del Papa e le petizioni "popolari" avvertono la stessa esigenza di far risaltare determinati aspetti della Fede è facile che si verifichi una "sintesi" nel concreto della Liturgia.

Tutto ciò si coglie molto bene leggendo la Quas Primas.
Per leggerla (consigliatissima)
CLICCA QUI

Come osservò Papa Paolo VI durante l'Angelus della domenica di Cristo Re 1968 (vedi qui)
non è molto facile andare oltre la comprensione superficiale del termine "Cristo Re".
In generale la reazione più comune può essere "ok, è un bel titolo onorifico per Gesù, siamo tutti d'accordo, niente da dire, è una tipica festa cattolica"
...E purtroppo oggi in genere siamo spesso fermi a quella banalità: non si va oltre le belle parole.
Ed è anche su questo superamento della banalità e della superficialità che la festa liturgica si situa profeticamente (fin dal 1925) per richiamare la radice originaria.

La radice originaria della celebrazione è effettivamente originaria anche nel senso di voler affermare (che in realtà è un ri-affermare da 2000 anni) la parola stessa: Cristo Re.
La cultura ebraica qui è presente in modo evidente nella Chiesa: il Nome nell'ebraismo è inscindibilmente collegato alla persona. Il nome esprime l'essenza della persona. Il Nome è la persona.
Non è una semplice etichetta esteriore come può avvenire nella comune nozione dell'Occidente greco-romano. Il cristianesimo spesso introduce e diffonde questi "correttivi" provenienti direttamente dall'ebraismo.
Ed è anche questo uno di quei casi in cui la Chiesa cerca di insegnare al mondo una "correzione di rotta", verso una direzione migliore.

Celebrare Cristo Re significa allora riflettere sull'importanza di almeno tre punti:
1 - la regalità spirituale di Cristo
2 - la regalità sociale di Cristo
3 - la realizzazione concreta nella vita quotidiana (spirituale e materiale, personale e sociale) dei punti 1 e 2.

Celebrare Cristo Re significa soprattutto il punto numero 3.
Cristo Re nei nostri cuori, nella nostra vita, e Cristo Re della Storia.

Buona festa!

P.s.
Affermare che Cristo è Re non significa ignorare o sminuire la Santa Trinità.

Nella Messa diciamo infatti:

(nel Gloria)
"Tu solo il Santo,
Tu solo il Signore,
Tu solo l'Altissimo Gesù Cristo,
con lo Spirito Santo,
nella gloria di Dio Padre."
Amen

(nell'Orazione dopo il Gloria)
Orazione, se rivolta al Padre:
"Per il nostro Signore Gesù Cristo, 
tuo Figlio, che è Dio, 
e vive e regna con te, 
nell’unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli";

Orazione, se rivolta al Padre, con menzione del Figlio di Dio (=Egli è Dio) verso la fine:
"Egli è Dio e vive e regna con te, 
nell’unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli";

Orazione, se rivolta al Figlio:
"Tu sei Dio 
e vivi e regni con Dio Padre
nell’unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli"

Amen

P.p.s.
Affermare che Cristo è Re non significa nemmeno imporlo ai non credenti (atei, agnostici o di altre religioni). Significa invece affermare che, se Egli è Re, nel Suo Regno tutti gli esseri umani avranno la libertà: un Re che muore per amore della Sua creatura umana... è un Re che dona la libera scelta.




mosaico M.I. Rupnik,
stesso autore delle altre immagini
compresa quella in alto
ad apertura del post

Commenti